L'elemento del crimine - Film (1984)

L'elemento del crimine

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per il suo ingresso ufficiale nel cinema (dopo numerosi corti) Lars Von Trier mette subito in chiaro l'obiettivo che rappresenterà la sua Stella Polare per il futuro: colpire, stupire, mai accontentarsi delle convenzioni, ammaliare con la forza delle immagini. E' soprattutto quest'ultima caratteristica a segnare pesantemente THE ELEMENT OF THE CRIME: sfruttando l'idea di una ricostruzione onirica di eventi passati, immersi in una particolare fotografia dai toni arancione scuro, Von Trier porta in scena una tale quantità di invenzioni visive da far rabbrividire. Rifancendosi palesemente allo stile sospeso, trasognato, riflessivo di Tarkovskij, Von Trier ne assorbe il talento e lo utilizza per comporre...Leggi tutto l'inquadratura studiandone ogni particolare, indulgendo in lente carrellate che non possono non ricordare STALKER nel loro seguire linee e contorni che mettano in luce oggetti, che giochino in modo sensazionale nel passaggio tra primi piani e sfondi: ogni fotogramma come un dipinto, una scultura da osservare con gusto, una sorta di opera d'arte in movimento (tecnica che Von Trier riproporrà spesso, nei suoi lavori più ambiziosi). E se nello scandagliare minuziosamente tanta bellezza si perdesse qualcosa nella trama poco male: è essa sostanzialmente accessoria, pretestuosa, ricca di vezzi intellettualisti concretizzati in frasi spesso criptiche che lasciano spazio a più interpretazioni. Il protagonista, Fisher (Elphick), è un detective inglese che, al Cairo, ricorda sotto ipnosi l'indagine che tempo prima ha concluso in Europa. Per rintracciare un serial killer che uccideva le giovani lavoranti del lotto si era affidato alle tecniche del suo maestro, l'eccentrico Osborne (Knight), esplicitate nel libro di questi intitolato per l'appunto "Element of the crime". Osborne aveva approciato il medesimo caso in modo del tutto originale andando a immedesimarsi nel serial killer stesso, che era certo di aver individuato nella figura di tale Harry Grey. Fisher ripercorrà quindi ciò che Gray aveva fatto compreso l'incontro con una bella orientale con cui avrà una relazione (Me Me Lai, vecchia conoscenza dei cannibal nostrani). L'ingombrante, oppressiva voce narrante di Fisher ci accompagna così all'affascinante scoperta di un lungo sogno bicolore (o quasi), una sorta di Pasto nudo borroughsiano in cui il mondo pare fluttuare nell'indefinitezza; così come la storia raccontata, che nella sua impostazione guarda sicuramente allo stile dei vecchi noir. L'effetto non risulterà facilmente digeribile a tutti: l'ineludibile lentezza di fondo, il procedere per frasi talvolta sconnesse, alcune ellissi segnano profondamente il film, lontanissimo da ogni tentazione commerciale. La rilettura operata da Von Trier però, pur filtrata da un'ampia rimasticatura dei Maestri della settima arte, ha il sapore vero dell'originalità e porta già alla luce quelli che saranno pregi e difetti del suo cinema.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/12/09 DAL BENEMERITO LUCIUS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/09/19
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Lucius 18/12/09 19:47 - 3015 commenti

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Più che investigativo, filosofico e psichiatrico. Tecnicamente di elevata fattura, con preziosi tagli di regia e una fotografia seppiata che impreziosisce l'opera. Lars von Trier ovviamente si allontana dai canoni classici del genere e traduce in immagini quello che l'spettore protagonista avverte: un caso - incubo che lo ossessiona. Il soggetto è ripreso nel recente e più commerciale Nella mente del serial killer. Claustrofobico.

Cotola 26/12/09 20:45 - 9043 commenti

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Ispirandosi ad uno splendido racconto di Borges, Von Trier firma una delle sue opere migliori e sicuramente il suo lavoro più affascinante dal punto di vista visivo potendo contare su delle scenografie decisamente riuscite. Narrativamente parlando non tutto fila liscio ma quando lo svedese è lontano dai suoi stucchevoli moralismi e dalle irritanti e fasulle provocazioni che riempiranno i suoi film successivi, i risultati non sono malvagi. È il primo capitolo di una trilogia che comprende anche Epidemic ed Europa.

Mickes2 4/09/11 15:38 - 1670 commenti

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Noir dalla fotografia smagliante e cupa, visivamente stupenda. Atmosfere che richiamano Blade runner e Stalker; tecnicamente ottimo con movimenti di macchina ricercatissimi e precisi. Von Trier all’esordio sembra più occupato a curare la forma che il contenuto. Perché questa detective story si dipana lenta e con poco pathos; l’idea alla base è ottima ma il modus operandi utilizzato dal regista è debole e abbastanza superficiale, più intento a colpire col gusto estetico delle singole sequenze, piuttosto che avvolgere lo spettatore col racconto.
MEMORABILE: L'attrice che interpreta Kim.

Luchi78 28/08/12 14:23 - 1521 commenti

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Atmosfera noir, dominante gialla ed effetto bagnato onnipresente, per creare uno strana sensazione che richiama l'ambientazione urbana postmoderna di Blade runner. E come nel capolavoro di Ridley Scott abbiamo ancora la polizia come protagonista principale, coi suoi detective dai metodi disinvolti. Von Trier però forza la mano sulla personificazione del detective con l'assassino creando uno strano gioco psicologico dai risvolti imprevedibili. Alla lunga il film può stancare, ma la prima prova del regista danese non è da disprezzare.

Pigro 14/10/13 20:00 - 9666 commenti

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Notevole esordio di Von Trier, che in un colpo solo rilegge in modo originale il noir (in una detective story impregnata più di filosofia che di indagini), compone un fascinoso e inquietante universo visionario (caratterizzato da una liquida fotografia ambrata e da un’esibita teatralità alla Querelle) e azzarda un affresco simbolico di un’Europa in disfacimento, giunta al capolinea notturno di un viscerale autolesionismo. Complesso, forse un po’ troppo contorto, ma indubbiamente ipnotico, ossessivo e misteriosamente rivelatore.

Lero12 16/03/14 11:22 - 3 commenti

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Opera prima di Lars von Trier molto, troppo pretenziosa. Il risultato è sì, una notevole ricerca estetica e scenografica che riporta allo Stalker di Tarkovskij, ma il film è noioso e poco coinvolgente, soprattutto nella prima parte. L'enorme divario tra sceneggiatura e messa in scena fa sì che il film appaia come un grande esercizio di forma atto a mostrare (ad ogni costo) le doti registiche del suo autore.

Bizzu 12/04/14 01:40 - 217 commenti

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Una specie di "Cuore di tenebra" di Conrad, un viaggio (interiore) ambientato in un Europa marcescente. Noir da una parte profondamente legato agli archetipi di genere, con un intreccio visto e rivisto e dei personaggi stereotipati e preconfezionati; d'altra parte totalmente fuori dagli schemi per quanto riguarda la fotografia e l'uso delle scenografie allagate. Eccessivo, sembra quasi una parodia di un film d'autore, però sprigiona un fascino perverso.

Faggi 3/08/16 22:17 - 1549 commenti

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Noir moderno (nelle dispense universitarie si direbbe postmoderno), cupo, intricato e di grande forza visionaria; sono le immagini, le inquadrature, l'ambientazione, la strana fotografia e i movimenti di macchina a tenere alta la posta in gioco ma anche la vicenda in se stessa, con il suo andamento da poliziesco psichico, è decisiva. Gli interpreti (il protagonista su tutti) si muovono in un'atmosfera straniata, da realtà parallela, dove l'improbabile è possibile e dove niente è come sembra. Ottimo.

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