Sorta di versione aggiornata allo slasher '80s de "Il fantasma dell'opera", con un centro commerciale (tra l'altro lo stesso del similare Supermarket horror) al posto del teatro. Il film è un onesto B-movie realizzato persino con un certo dispendio di mezzi; molte le comparse e abbastanza spettacolari le varie esplosioni, così come decorosi sono gli SPFX. Ha il pregio di partire subito con un buon ritmo e mantenersi equilibrato per tutta la durata; non ci sono grandi momenti di stanca e lo splatter è discreto, così come il rocambolesco finale.
La storia di Leroux è stata rimaneggiata e parodiata in mille salse; non poteva mancare lo slasher giovanile anni '80. Nonostante il plot sia bislacco (un "fantasma" vendicativo e innamorato semina il panico in un centro commerciale) e la regia non brilli (pessimo l'inseguimento d'auto), l'ingenuo divertimento non manca, fra dialoghi "corny", omicidi crudelmente improbabili (un cobra morde i genitali di un tizio prima di Snakes on a plane) dai tocchi gore e un generalmente discreto senso del ritmo. Il cast, per di più, comprende nomi del calibro di Ken Foree. Sciocco ma guardabile.
MEMORABILE: La testa maciullata in un'elica; L’occhio nella coppa di gelato; Il sogno erotico della protagonista; La decapitazione con la pressa; Il viso di Eric.
Poco originale, con diversi buchi di sceneggiatura e "condito" da pessime musiche (in particolare la tediosa melodia che viene presentata come "la nostra canzone" dalla sventurata fidanzata). Nonostante questi difetti è un film tutto sommato passabile, con due belle e giovani attrici e un cast maschile giovane che se la cava bene. Alcune scene splatter sono discrete. Non un film memorabile ma si lascia guardare.
Aveva ragione Romero nel dipingerci come burattini manovrati dal consumismo. Eh si, perché al di là della confezione discreta e viste le stupefacenti grossolanità (i sotterranei di cui nessuno si accorge, la bara vuota, le scene di combattimento alla Nureyev), con una protagonista "banderuola al vento" e uno maschile minaccioso come un manichino, non vi è motivo valido per il quale questa opera possa garbare se non le luci e i lustrini del centro commerciale. Eppure, appunto, il tempo scorre e quasi quasi ci piace. Leroux si sarà comunque rivoltato nella tomba.
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