Il buon George Romero veste i panni di una sottospecie di
custode della cripta (ma sembra più lo Zio Tom), leggendo un libro di storie dell'orrore su dei televisori mal sintonizzati, cercando di rinverdire i fasti di
Creepshow, ma le esce un poveristico
Un salto nel buioMancano i soldi, e la messa in scena è terribilmente televisiva, anche se qualche idea non è malaccio e le storielle si barcamenano tra il colpo di scena prevedibile, brutti SFX, e qualche suggestione.
Comincia Jeff Monahan con
Valley of the Shadow, un'avventuretta sotto deodatiana con cacciatori di teste e foreste pericolose quanto lo erano quelle delle
Avventure di Tennessee Buck . Chiusa totalmente delirante con teste mozze parlanti conficcate su di un palo in una tremenda CG.
Va un pò meglio con
Wet, dal regista della
mamma che è un lupo mannaro, con un uomo solitario che vive in una casetta sulla spiaggia, tormentato dai ricordi e preda di una mostruosa fanciulla dalle fattezze paralovecraftiane che striscia monca sulla sabbia e evira a morsi. Il mito delle "sirene", un corpo di donna fatto a pezzi con la testa mozza contorniata da un ghigno mortifero/marcescente e una chiusa finale suggestiva che sta tra Jean Rollin e l'alta marea dell'episodio di
Creepshow.
Chiude Tom Savini con
Housecall, l'episodio più retrò che ricorda certi lavori di Dan Curtis. Immerso in una cupezza dai chiaroscuri vamipirici
martiniani, è però noiosetto nel suo incedere "teatraleggiante", fino al telefonato colpo di scena finale.
Romero se la ride alla chiusura di ogni segmento, dando appuntamento per i prossimi orrori dal budget striminzito.
Peccato che sia passato praticamente sotto silenzio.
Nonostante il titolo originale e la struttura a omnibus, non c'è nessun legame con
Buonanotte Brian