Poco dopo aver interpretato l'ispettore Clouseau nei primi due storici capitoli della PANTERA ROSA, Peter Sellers passa dall'altra parte della barricata interpretando un ladro professionista chiamato “la Volpe” (per via della sua astuzia, naturalmente). E’ italiano, si chiama Aldo Vannucci e vive a Roma dopo essere evaso facilmente dal carcere. Contattato per trasferire in Italia l’oro del Cairo (lingotti trafugati in un colpo precedente) decide di farlo sotto gli occhi di tutti fingendosi regista di un film inesistente chiamato appunto “L’oro del Cairo”. Con la complicità di un'ignara cittadina costiera condurrà l'operazione tra...Leggi tutto la gente in festa che l'aiuta a scaricare i lingotti dalla nave egiziana. Un'idea simpatica, che però da sola non può reggere un film intero; e difatti il regista Vittorio De Sica, per coprire il minutaggio, è costretto a inserire un po' di folklore locale, a dare spazio alla figura del tipo sul viale del tramonto che accetta di lavorare con Vannucci convinto di rilanciare la propria carriera, a presentarsi personalmente in scena per una breve parentesi metacinematografica (dirige il film nel film a cui Vannucci ruba l'attrezzatura per sostenere il bluff). Nel cast un folto gruppo di caratteristi e attori italiani: da Lando Buzzanca (il capo della polizia della cittadina costiera, attratto come gli altri dal miraggio del cinema, una parte secondaria ma incisiva) a Tiberio Murgia, da Maria Grazia Buccella a Carlo Delle Piane, da Tino Buazzelli a Paolo Stoppa. Ma il film è inconsistente, sfibrante, caotico e - malgrado Sellers - quasi mai divertente.
Catastrofe in cui non si salva niente e nessuno, con la sola (parziale) eccezione della colonna sonora di Burt Bacharach (tanto nomini... ). E dire che l'idea di Peter Sellers in Italia, con il contrasto efficienza americana-caos nostrano e accoppiamenti da vertigine (Sellers e Lando Buzzanca?), pareva foriera di successi. Invece lentezza soporifera, e il difetto capitale per una commedia: non fa ridere per niente. Buco nero anche nella filmografia di De Sica, finito qui probabilmente per uno dei soliti debiti di gioco.
Un ladro abilissimo organizza le false riprese di un film, ambientato nell'isola d'Ischia, per coprire lo sbarco di un carico di lingotti d'oro. Tratta da un soggetto di Neil Simon, alla cui sceneggiatura aveva collaborato anche Cesare Zavattini, è una chiassosa commedia comica che non fa ridere e finisce per risultare imbarazzante. Sprecato il cast, bizzarramente assortito e sulla carta promettente. De Sica fa una comparsata nelle vesti di se stesso.
Un film insolito per De Sica regista, forse poco adatto alle sue corde ma divertente. La prima parte è un po' monotona, ma poi il film ingrana nel momento in cui il protagonista inizia a spacciarsi per Federico Fabrizi, sedicente regista. Peter Sellers è sempre sopra le righe, strappa molti sorrisi, ma il migliore è Victor Mature, autoironico e bravissimo, davvero incisivo. Lo stuolo di caratteristi italiani invece aggiunge ben poco (forse solo Buzzanca si ricorda). Simpatico.
Una produzione straniera per il pluripremiato e acclamato De Sica, che dirige lo straordinario Sellers in forma smagliante in una commedia non dissimile dai caper movie che avevano riscosso un buon successo negli anni precedenti. Eccezion fatta per il già citato Sellers e per qualche piccolo sketch però, nulla di memorabile: una pellicola che contiene qualche sciocchezza tipica del genere – perdonabile considerati i suoi 50 anni – e che nella parte finale annoia persino un po'. Sufficientemente godibile, comunque.
MEMORABILE: Il parodiato critico di cinema che inneggia al capolavoro.
Si stenta a credere che la regia di una simile bruttura sia di Vittorio De Sica. Sebbene come regista abbia dato il meglio di sé nel neorealismo sarebbe assurdo affermare che non conosca i tempi della commedia. Eppure non c’è una sola idea buona, essendo il soggetto debolissimo e sviluppato male. È un peccato perché attori e caratteristi di razza non mancano, ma non riesce a far ridere una volta che sia una. Resta solo la Roma a colori degli Anni Sessanta sullo sfondo, mentre il resto è inconsistente, fiacco e di conseguenza noioso.
Farsa non riuscita e deludente, nonostante le premesse ci fossero tutte visto l'ottimo cast. E' indubbio che la confezione sia di buon livello e che il livello della recitazione sia più che soddisfacente, ma è proprio la storia in sé che non convince né attira, non trovando sbocchi né picchi e finendo per risultare stiracchiata. Peter Sellers è al solito simpatico, ma a inizio film stona il sentirlo (doppiato) in romanesco.
Imbarazzante sciocchezza diretta da De Sica. Coproduzione USA-GB-ITA che non funziona pressoché mai, a causa d'un soggetto incredibile e d'una sceneggiatura di rara labilità e di ancor più rara insulsaggine. Si resta allibiti nel leggere i nomi degli autori. Sellers mariuolo romano non funziona, gli italiani di nome non servono a nulla (si salvicchia Buzzanca), Balsam e Mature interpretano due personaggi del tutto assurdi. Vogliamo dire che la Buccella è spettacolare, come spettacolare è la galleria di terze linee parlanti nei ruoli minimi, dalla Del Balzo alla Drudi? Diciàmolo pure.
MEMORABILE: In peggio: l'insopportabile stolidità dei due poliziotti italiani, Murgia e De Leone. In meno peggio: il riservato dialogo fra Sellers e Buzzanca.
Incursione di Neil Simon in Europa per una produzione italiana, inglese e americana con la regia di De Sica, la partecipazione di Sellers e la scrittura dello strano duo Zavattini, Simon. Indubbiamente il tutto comporta altissime aspettative, ma il valore totale non sempre risulta corrispondente alla somma dei singoli. Eppure il film è proprio riuscito, divertente, strano perché eccessivo (anche nel cast), anche se un po' confusionario. Ah, non si fosse letto il cast autoriale...
MEMORABILE: Le evasioni; Il dialogo Sellers-Buzzanca.
Vittorio De Sica HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 21/12/17 15:09 Capo scrivano - 48963 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: