Berlinguer - La grande ambizione - Film (2024)

Berlinguer - La grande ambizione
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Anno: 2024
Genere: biografico (colore)
Note: Ricostruzione della vita di Enrico Berlinguer dal 1973 al 1978.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal colpo di stato in Cile dell'11 settembre 1973 al rtitrovamento in via Caetani del cadavere di Aldo Moro il 9 maggio 1978, un lustro di storia Italiana letta attraverso gli occhi del leader più carismatico che la nostra sinistra abbia avuto. Cinque anni che hanno rappresentato, per chi sognava di poter vedere il comunismo al potere nella Prima Repubblica, il momento in cui più ci si è avvicinati a farlo, con un partito che sfondava il muro del 30% e aveva trovato in Enrico Berlinguer l'uomo in grado di concretizzare ciò che fino a quel momento sembrava solo un'utopia.

L'appropinquarsi a grandi passi a quel Compromesso Storico che solo l'eliminazione...Leggi tutto di Aldo Moro impedì che si compisse, viene raccontato con la stessa pacatezza che contraddistingueva Berlinguer in un'operazione che il bravo Andrea Segre, grande mano da documentarista, conduce alzando il livello tecnico di simili operazioni. Il lavoro straordinario sulla fotografia di Benoît Dervaux, che aggiunge all'accurata ricostruzione storica un sapore unico capace di sposarla ai filmati d'archivio in modo superbo, con colori desaturati al punto giusto, è il segno di una cura davvero non comune per la forma, così come immersiva, sospesa, quasi ipnotica, è la splendida colonna sonora di Iosonouncane, pseudonimo di Jacopo Incani.

Tecnicamente i punti di forza del film sono evidenti e altrettanto buona è la direzione di un cast eccellente, che accanto all'ottimo Elio Germano (non troppo simile al vero Berlinguer ma vicino a lui nella postura, nell'accento sardo, nella resa di quella misura che ne facevano un leader anomalo e universalmente stimato) vede riunite accanto al veneto Segre alcune figure fondamentali per il cinema della regione, da Roberto Citran/Moro a Paolo Pierobon/Andreotti fino ad Andrea Pennacchi/Barca. A convincere meno è l'aspetto legato al coinvolgimento, alla vera partecipazione emotiva: quel che si delinea sarà pure vicino all'immagine che tutti hanno dell’uomo Berlinguer e alle vicende che l’hanno visto protagonista, ma poco testimonia dell'avanzamento verso un momento storico fondamentale per l'Italia.

Tra un comizio oceanico e le parentesi in famiglia, i viaggi in Bulgaria (con attentato annesso) e Russia, le riunioni a Botteghe Oscure e gli insegnamenti ai figli, tutto si risolve in scene piuttosto fredde, di tanto in tanto ravvivate da qualche notazione acuta, qualche sorriso appena accennato; ma a colpire continuano a essere le immagini prima di ogni cosa, quella capacità di farci tornare con la mente ai Settanta grazie a un impatto visivo che soddisfa pienamente; dall'attentato di Brescia alla visita al petrolchimico di Ravenna le facce di un Paese diverso, che nella politica ancora credeva (soprattutto a sinistra, con una piena partecipazione alle strategie del tempo). Era però auspicabile un andamento meno sonnolento, che trovasse punti chiave in grado di imprimere un svolta, mentre ci troviamo di fronte alla piatta cronaca di eventi troppo diluiti nel tempo per poter restituire la concitazione necessaria a un pieno godimento dell'opera.

E' solo coll'irrompere sulla scena del sequestro Moro che si ha una leggera impennata, ma anche qui ogni tensione latita e ci si adagia mollemente tra le pieghe di una narrazione che probabilmente restituisce la dimensione corretta dell'uomo Berlinguer, sa a tratti delineare con pochi sapienti tocchi le altre figure politiche di riferimento (si pensi all'Andreotti di Pierobon o al Moro di Citran) ma che in fin dei conti fatica a regalare una visione d'insieme soddisfacente del PCI di allora e dell'area in cui si muoveva. Un film che quindi – al di là di un’eccellente ricostruzione nel rispetto della storia - non sembra poter aggiungere molto alla comprensione di un momento chiave nella distribuzione dell’equilibrio dei poteri in Italia né ci accompagna verso una partecipazione emotiva allo stesso.

Chiudi
TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/11/24 DAL DAVINOTTI
Mappa Sole voti
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5

Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Markus 2/11/24 09:58 - 3738 commenti

I gusti di Markus

La vita del carismatico segretario del PCI negli anni di maggior consenso (con punta massima nelle elezioni del 1976 con il 40% dei voti) tra il 1973 e il 1978. L'opera di Andrea Segre appare a conti fatti estremamente didascalica, quasi strappata a quelle fastidiose fiction per la tv, cosa che andava evitata e invece è stata fatta; così ci ritroviamo in segmenti di vita sbrogliati frettolosamente, con assemblaggio d'immagini d'epoca e frasi "ad effetto" messe in bocca a un Germano che lavora... col pilota automatico e si vede.

Gabrius79 2/11/24 10:44 - 1461 commenti

I gusti di Gabrius79

Buon film che traccia poco più di un lustro della vita politica di Berlinguer e del partito comunista negli anni 70 a partire dal colpo di stato in Cile. Germano si conferma attore di razza (movenze e voce ok, somiglianza estetica scarsina) e anche il folto cast di contorno fa una bella figura. Belle la fotografia e le musiche, così come le immagini di repertorio. Ritmo un po' lento che ha un guizzo proprio nella parte finale dedicata al 1978 e al sequestro Moro (Citran). Solida regia di Segre.

Rebis 16/11/24 09:09 - 2432 commenti

I gusti di Rebis

Segre e Pettenello attraversano le grandi acque: dal tema dell'immigrazione esplorato nelle opere precedenti, approdano alla politica fondativa del nostro Paese. Realizzano un affresco di grande chiarezza espositiva, accurato nella composizione formale di reperti, scene private e pubbliche, trovando un equilibrio tra il primo piano consegnato a Berlinguer e le molteplici forze in campo. Assieme a Giordana e al miglior Bellocchio, è tra le opere che meglio restituiscono il trapasso dai ‘60 agli ‘80. Germano sceglie una mimesi intima e affettuosa. Potenti le note di Iosonoilcane.

Maxx g 28/11/24 21:52 - 681 commenti

I gusti di Maxx g

Mancava al cinema italiano un film su Berlinguer, dopo Moro, Andreotti e Craxi, oltre a Matteotti e altri vari personaggi della nostra storia. Si raccontano però cinque anni del leader comunista, dal 1973 al sequestro Moro (davvero era così legato allo statista Dc?). Poi, parlano solo le didascalie. Germano è bravo, come del resto gli altri attori, da Tirabassi a Citran e gli altri. Certo, si nota qualche differenza (nel 1973 Berlinguer ha 51 anni e Germano ne ha attualmente 44), ma il film è valido perché non racconta solo il politico ma anche l'uomo in famiglia.
MEMORABILE: Le visite di Berlinguer agli operai.

Paulaster 2/12/24 18:00 - 4708 commenti

I gusti di Paulaster

Biopic mirato su cinque anni della vita di Berlinguer (1973-78), quando il partito Comunista ebbe il suo massimo sviluppo. Germano evita l’effetto caricaturale e riesce con la mimica (e una nota di sardo) a restituire l’immagine del politico. I fatti vengono enunciati in ordine temporale e le immagini di repertorio sono di gran lunga più efficaci della narrazione che sta dietro al film. I contenuti dei discorsi di Berlinguer esprimono tutta la sua coerenza di uomo politico, anche nella posizione presa per il rapimento Moro. Più che buone le musiche.
MEMORABILE: Le immagini di Piazza della Loggia; Il discorso al Cremlino; Le cinquantamila lire; Il funerale.

Luluke Ieri 07:13 - 469 commenti

I gusti di Luluke

Il biopic di Berlinguer ha il merito di far conoscere alle nuove generazioni ciò che ha caratterizzato la giovinezza dei loro genitori: la forza di un PCI operaista, i dubbi del leader sulle scelte di politica estera e interna, il rigore etico di parlamentari che versavano il 48% del loro stipendio al partito. Un mondo che muore con l'inizio della lotta armata, che segna il distacco dei giovani di allora dalla politica come pensiero. Con Germano molto coinvolto nella parte e un contorno di attori indovinato, il film si difende discretamente bene anche sul piano puramente stilistico.
MEMORABILE: Berlinguer cerca una banconota che ha nascosto in un libro e ne spiega alla moglie il perché: "I compagni sassaresi non si fidavano delle banche".

Paolo Pierobon HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina Mi fido di teSpazio vuotoLocandina Crimini: L'ultima battutaSpazio vuotoLocandina L'uomo perfettoSpazio vuotoLocandina [1.01] Il commissario De Luca: Indagine non autorizzata
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.