Baoh - Corto (1989)

Il moderno "Frankenstaein" è un ragazzo aitante con poteri imbattibili e ha per amica una ragazzina in grado di prevedere il futuro. La loro missione di vita è quella di sfuggire a chi li vuole morti a tutti i costi, temendo che la loro libertà sia un pericolo per l'ntera umanità. Ricco di gore e uccisioni barbare ma al contempo avvolto da un candore adolescenziale stupisce per il mix delle due caratteristiche. Il disegno è decisamente di buon livello. Intrigante.

Fuga di un ragazzo a cui è stato impiantato un verme in grado di trasformarlo in supereroe invincibile. Al netto delle costanti di molti manga e anime sulle metamorfosi adolescenziali e sullo scatenamento di forze imprevedibili, questo corto è davvero povero, perfino sul fronte del disegno. Tutto sembra concentrato sul massimo di esplosività visiva e narrativa, con troppa attenzione allo splatter e al mostruoso, ma sempre in modo superficiale. Se fosse un videogame sarebbe uno sparatutto: gran chiasso e poca sostanza.

Breve (dura solo 45 minuti) ma notevole mediometraggio giapponese tratto da un manga del geniale e visionario Hirohiko Araki, unisce i fortissimi toni splatter di molti manga/anime dell'epoca a suggestioni cinematografiche occidentali quali i film di Cronenberg e Cameron, condendo il tutto con sensibili tocchi poetici che - stranamente - non stonano affatto con il clima cupo e violento dell'operazione. La durata ridotta non permette tempi morti e il lavoro ne giova sul piano del ritmo e dell'interesse, cosa che non sempre accade con l'animazione giapponese. Non solo per appassionati.