Non posso che confermare gli ottimi commenti che avevo letto un po' dappertutto prima di vedere questo film d'esordio di Emilio Miraglia. Un thriller spionistico-noir che come dice il Giusti è "del tutto degno di sembrare un prodotto americano". Cast azzeccato, convincenti interpretazioni, bella colonna sonora, film suggestivo per le ambientazioni ottimamente fotografate da Enrico Menczer, forse un po' troppi colpi di scena che non sempre convincono ma il risultato finale è davvero alto, assolutamente da riscoprire.
Un Henry Silva in ottima forma e più granitico che mai in una spy-story ambientata a New York e Amburgo. Complessa e fitta degli intrighi internazionali, dei complotti e dei doppi giochi consueti nel genere, la trama si differenzia per sequenze realistiche volte a penetrare l’animo del protagonista, uomo in crisi d'identità e in costante balìa dei servizi segreti per cui è stato costretto a lavorare: il pensiero di una vita perduta anche se non si è morti. L’azione scatta puntuale.
MEMORABILE: L’angosciante incipit nel braccio della morte; la lettura del testamento; il trucco della foto.
Noir spionistico di discreto livello. La forma supera il contenuto, così abbiamo da una parte una regia elegante e dallo stile molto internazionale, un'ottima e fredda fotografia e delle ambientazioni molto belle e dall'altra una storia complicata e macchinosa, con vari colpi di scena non sempre riusciti. Cast di buon livello che vede protagonisti Henry Silva (quì più a suo agio del solito) e Ida Galli. Non male la colonna sonora, dotata di una stupenda title track. A tratti un po' noiosetto ma brillante e ben realizzato. Niente male.
Anche ben girato da Miraglia in trasferta ma sostanzialmente inutile, perché si limita a scimmiottare la classica spy story all'americana, senza aggiungere nulla di particolare. Trama eccessivamente dilatata, con frequenti cadute di tensione. Buono il tema musicale. Mediocre.
Non il solito film di spionaggio con il supereroe di turno; questo è un film latino, vero, dove si muore sul serio e con poca poesia, ma anche se si sopravvive ci si corrode lentamente. Più veritiero l'approccio ai servizi segreti in tutto il loro cinismo e disumanità peggiore. Ogni azione dall'alto ha priorità assoluta e chi non serve più, sa troppo o è di troppo viene inesorabilmente eliminato. Da vedere a tutti i costi.
MEMORABILE: "La via della pace è costellata di menzogne". L'allusione a Darwin.
In un periodo in cui i film di spionaggio italiani si limitavano a scimmiottare James Bond, l'esordiente Miraglia (supportato da una fotografia e da una colonna sonora all'altezza) mostra ambizioni superiori: affiora tra le righe il dramma della perdita dell'identità e anche l'aspetto politico (si profetizza la riunificazione della Germania) risulta meno superficiale del consueto. La trama è un po' macchinosa ma regge, con una bella impennata di tensione nel finale e Silva mostra uno spessore recitativo che in seguito faticherà a riproporre.
MEMORABILE: L'incipit nel braccio della morte; Tutta la parte finale, compreso l'epilogo secco e amaro.
La possibilità di cambiare identità grazie a una plastica facciale sembra essere l'ossessione dell'anno (Tecnica di un omicidio, Omicidio per appuntamento) e ne trae spunto anche Miraglia per questo esordio: uno spionistico dal sapore noir, di cui il successivo Sterling risulta una copia carbone (per protagonista e ambientazioni). Trama un po' sfilacciata ma la realizzazione conta su una confezione valida (fotografia, musiche) e l'ambientazione internazionale (spesso nota dolente del genere) è pienamente credibile.
MEMORABILE: La gara di sopravvivenza a chi raccoglie per primo la pistola.
Uomo sulla sedia elettrica costretto a reinventarsi spia pur di salvare la ghirba. Un forte incipit è emblematico della prova di Silva, la cui dura espressività viene infatti sottolineata da intensi primi piani. Il film, che abbina una ricchezza di vedute e di costumi (anche una sfilata di moda), risente di quello che più che un difetto è una caratteristica degli spy fiction dell’epoca, ossia una trama arzigogolata e sfilacciata tenuta insieme da scene più o meno forti o ben fatte. Forse un po' troppa carne al fuoco, ma quel che conta è che tiene "botta".
MEMORABILE: Il plastico dell’aeroporto di Amburgo con gli aerei che decollano e atterrano: stupendo!
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HomevideoXtron • 29/02/12 17:38 Servizio caffè - 2231 interventi
Il dvd RHV ha una durata di 1h36m50s
DiscussioneNicola81 • 9/01/17 10:44 Contratto a progetto - 693 interventi
Henry Silva, Fred Beir, Ida Galli e Bill Vanders sono rispettivamente doppiati da Sergio Graziani, Pino Locchi, Maria Pia Di Meo e Renato Turi.
CuriositàZender • 1/02/21 20:12 Capo scrivano - 48855 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: