Spiace dirlo ma questo filmaccio girato da John Milius è proprio indigeribile. Si presuppone che durante la terza guerra mondiale gli USA siano invasi da truppe sovietiche-nicaraguensi-cubane e che a combattere contro gli invasori si trovi un manipolo di studentelli. Gli attori coinvolti godono tutti di discreta fama ma qui risultano decisamente sprecati. Ridicolo e puerile nello svolgimento. Da dimenticare.
Ci sono film serissimi ma così brutti che fanno ridere forte, tanto che finisci per provare anche un poco di ammirazione. Questo per essere serio è serio (mica scherzi, la terza guerra mondiale, il mondo llibberooo in pericolo, anzi, peggio, rischia di essere salvato da tizi come Charlie Sheen e Thomas Howell), per essere brutto è brutto, però non fa ridere, ma mette imbarazzo. Santo cielo, John Milius non è mica un bischero qualsiasi ... si vede che in quel periodo non si sentiva bene, magari aveva l'orticaria o l'orchite.
Ottimo sceneggiatore (Apocalypse now di Coppola) e buon regista (Un mercoledì da leoni la sua prova migliore), John Milius tocca il punto più basso della sua carriera con questo polpettone fantamilitare e fantapolitico basato su un'invasione del territorio USA da parte di forze sovietiche e cubane. A parte l'assurdità della premessa, il film non si regge in piedi a causa di una sceneggiatura confusa ed incoerente e della prova del cast ai limiti del ridicolo.
Milius doveva passare proprio un brutto periodo nel 1984: non si spiegherebbe altrimenti la sua scelta di dirigere questo ridicolo pamphlet dei peggiori difetti del cinema statunitense. Sentimentalismo puerile, anticomunismo da paranoia reaganiana, eroismo patinato, interpretazioni imbarazzanti, sceneggiatura inconcludente: l'unico giudizio esprimibile su questo film è il famigerato grido fantozziano a pieni polmoni.
Trama assurda, con le truppe rosse che in un giorno invadono gli Stati Uniti; ancora più assurda la resistenza composta da studentelli (tra i quali spicca il giovane Swayze, da poco scomparso). Filmaccio tipicamente di propaganda (siamo in piena era reganiana) che possiamo affermare non valga nulla: recitazione ridicola, trama insostenibile, filmaccio da 0 e demerito.
Provincia statunitense: mentre un professore di colore spiega a dei liceali le conquiste di Gengis Khan e l'efferatezza delle orde mongole, attraverso le finestre della scuola si vedono arrivare, senza alcun preavviso, i paracadutisti sovietici. Questo è l'inizio di "Alba rossa" e, per quanto possa sembrare strano, la cosa più credibile e sensata di tutto il film. Figuriamoci il resto. Le incongruenze, le inverosimiglianze, le esagerazioni non si contano e, tranne rarissimi momenti, non assurgono neppure alla dignità del "trash".
MEMORABILE: "Non c'è nessuno dalla nostra parte?" "Sì, 600 milioni di cinesi schiamazzanti" "Ma non ce n'era un miliardo?" "Ce n'era..."
La fama di questo film è ampiamente immeritata, però (tralasciando una storia di base assurda e fin troppo proamericana) se lo si guarda senza pretendere troppo ci si diverte. Il cast è composto da giovani attori che diverranno famosi (in particolare Swayze e Sheen) e qualche vecchio leone (Ben Johnson), mentre Milius si limita a dare un certo senso del ritmo e a mostrare qualche buona scena action. Molto meglio la seconda parte. Buono.
Il film di Miulis per eccellenza. La vena guerrafondaia del regista si vede eccome! Belle ambientazioni, begli scenari. La trama è un po' improbabile, tuttavia il film rappresenta in modo ottimale l'incubo che per anni ha tormentato il popolo americano: essere invasi dai "vicini" di casa. Una volta tanto sono gli americani ad essere invasi... Un giovane Schwayze dà il meglio di sè nei panni del capo partigiano. Sottovalutato.
Regista, sceneggiatore (tra i suoi film Apocalypse Now) e produttore, Milius tocca sicuramente il punto più basso della sua poliedrica carriera con questo Alba rossa. Sembra quasi una pellicola sperimentale dove il regista intende mettere alla prova giovani promesse. Ma la sceneggiatura, scritta a quattro mani insieme a Kevin Reynolds (Waterworld) è fuffa pura; non tanto per la pretesa invasione russa ai danni dell'America, quanto per tutto il resto. Ergo, seppur i futuri miti daranno una prova discreta, non fanno che predicare nel deserto.
Truppe sovietiche, cubane e nicaraguensi invadono la cittadina di Calumet, gli invasori vengono combattuti da un gruppo di ragazzi. Pellicola iper-reaganiana con i divetti del periodo come Swayze, Sheen, la Thompson e la Grey: tutti abbastanza bravini. Ottima la regia di Milius, con un buon gusto delle inquadrature e ritmo veloce che non fa pesare le due ore di durata. Per i ragazzini cresciuti negli anni '80 era un vero e proprio cult!
MEMORABILE: Il cinema del paesello, ormai completamente in mano ai comunisti, dove si proietta l'Aleksandr Nevski di Eisenstein.
Polpettone di guerra firmato John Milius, autore che ha vissuto tempi migliori (Un mercoledì da leoni, tanto per fare un esempio...). Il film si basa su un'immaginaria terza guerra mondiale, dove un gruppo di "partigiani" fa resistenza sulle montagne del Colorado. Ciò che manca è, in primis una sceneggiatura convincente, in secundis una prova almeno discreta del cast, dove non si salva praticamente nessuno. Qualche scena di scontro riuscita e poco altro. Evitabile.
Volterriano utilizzo dello strumento cinematografico. Divide l'umanità in due categorie: quelli che fanno la guerra e quelli che non la fanno. Proprio a questi ultimi - visti come vigliacchi - Milius non fa sconti narrativi (nemmeno nei titoli di coda!) e mostra, spesso in un onirico controluce, le soporifere azioni alla Road Runner di un gruppo di giovani ribelli che si sacrifica per garantire loro la possibilità di continuare a sognare a occhi aperti di essere liberi. Illuminante.
MEMORABILE: La capacità di applicare il libero arbitrio delle macchine da guerra apparentemente prive di piloti.
Terribile polpettone filo-americano dai risvolti estremamente fastidiosi. Chiaro l'intento propagandistico, con uno spunto iniziale ridicolo e un prosieguo pomposo e patriottico nel senso più becero del termine. In alcuni punti l'americanismo a tutti i costi porta a punte di vero trash. Eravamo in pieno reaganismo e si vede. Si possono salvare giusto gli scorci naturali, e sicuramente non per merito della produzione. Giudizio negativo anche per i dialoghi, nonché per un cast in cui l'unico a cavarsela è l'ancora acerbo Patrick Swayze.
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DiscussioneDusso • 23/11/12 19:48 Archivista in seconda - 1923 interventi
il remake in Usa è già uscito, chissà se lo vedremo in sala anche da noi:
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Guerre calde e guerre fredde", venerdì 17 giugno 1988) di Alba rossa: