Niente di nuovo sotto il sole, ma divertente e godibile. Un ammasso di luoghi comuni del più trito psycho thriller, ma ci sono delitti piuttosto feroci, una ragazza pugnalata nella cabina telefonica in stile Psycho 3, un'altra uccisa in auto (con particolare della gamba insanguinata e la scarpina che penzola dal piedino). Finale in puro Halloween 2, con il killer che non muore mai. Pregevole la parata di spogliarelliste, veramente da rifarsi gli occhi! Una specie di remake di Stripped to kill, scontato ma tutto sommato vedibile.
Giornalista si improvvisa spogliarellista per cercare di acciuffare l’assassino di alcune di esse. Thriller che cerca di guadagnare appeal mediante l’esposizione di procaci donne (rigorosamente mezze nude), fallendo laddove doveva essere maggiormente accòrto, ovverosia nella suspense, ridotta ai minimi termini. La storia, davvero risibile, tende a farsi eccessivamente ripetitiva, portando quindi all'inevitabile sbadiglio. Fotografia piuttosto squallida e regia televisiva sono altri due aspetti negativi di questo poco raccomandabile film.
Nel caso qualcuno non avesse capito che il giallo è ambientato nel mondo delle spogliarelliste, sono proposti numerosi e prolungati spettacoli delle medesime. L'attenzione cresce quando sale sul palco la protagonista, che di professione fa altro e di fatto ci si trova immersi tra la folla a provare la stessa attenzione vogliosa. E' questo transfert uno dei pregi del film, che per il resto è abbastanza povero, anche se l'assassino è celato abbastanza bene. Eccessivamente prolungata la scena finale.
Non è il solito thriller erotico, anche perché vediamo nudi in quantità ma una sola scena di sesso. Indovinare il vero colpevole è quasi impossibile, quindi il film mantiene una buona tensione; piuttosto debole il finale, ma non così pessimo. Molto bella la protagonista, all'epoca trentenne e con un gran fisico. Buona anche la parte del bello e tenebroso Maxwell Caulfield, che sfoggia una curatissima chioma. Film sufficiente e con diversi punti a favore.
Thriller di seconda fascia, caratterizzato da una messa in scena di stampo vagamente televisivo e un po' carente sul piano della tensione, nonostante un paio di omicidi e lo scontro finale (per quanto eccessivo come da consuetudine) siano girati piuttosto bene; funziona invece il versante mistery, con un’identità del colpevole decisamente imprevedibile. Inutile dire che molto spazio viene dedicato ai numeri delle procaci spogliarelliste, ma in compenso la protagonista Barbara Alyn Woods oltre ad essere molto bella dimostra di saper anche recitare.
Rielaborazione superflua ma inaspettatamente riuscita dello script alla base di Stripped to kill (un'altra produzione di Corman), che, pur sacrificando quasi in toto l'eleganza compositiva della regista Katt Shea, si rivela più coesa e divertente sul versante propriamente thrilling. Salta all'occhio un fruttuoso incremento di sleaziness nei siparietti erotici e di violenza grafica nelle sequenze delittuose, tanto da ricordare certi tardivi esempi di italian giallo di fine anni '80. Non male, poi, il confronto conclusivo con l'assassino, per una volta non facile da individuare. Okay.
MEMORABILE: L'assassinio in macchina; La stripper pugnalata selvaggiamente nella cabina telefonica; La protagonista inseguita dal maniaco nella tranche finale.
La fattura è discreta, eppure si passa più tempo in pista tra i pali e gli svariati striptease (tant’è che i tanti seni al vento vengono in poco tempo a noia...) che in mezzo agli omicidi, tre di numero e girati in maniera un po' scolastica. Nell’imperante calma piatta, però, Caulfield rende bene il proprio ruolo e la Woods, con quell’aria da insegnante compita che poi scopre che l’esibizionismo eccome se le piace, lascia il segno (non certo del reggiseno...). Piacevole e marcatamente caratterizzante la fotografia tardo anni 80. Valido come visione di backup.
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