"Racconti di fantascienza" episodio per episodio

1 Dicembre 2022

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PRIMA PUNTATA: I MISTERI DEL TEMPO E DELLO SPAZIO (17 gennaio 1979) 
*** Introduzione di Alessandro Blasetti, in cui il regista parla della fantascienza spiegando le basi del genere e che la fantascienza che si affronterà non sarà quella delle esplosioni e delle guerre marziane ma quella più intimista, più di concetto. A questo proposito affida ad Arnoldo Foà, al quale si accompagnerà sempre nelle scene girate in studio, la lettura del primo racconto, il brevissimo "Immaginatevi" di Fredric Brown, che ci fa capire quanto l'uomo sia piccolo di fronte all'universo. Segue il primo dei tre brevi film che comporranno l'ossatura di ogni puntata, sempre tratti da grandi autori di fantascienza e diretti tutti da Blasetti stesso.
01. Primo contatto, di Murray Leinster (12 minuti)
*** Nanni Loy, Angelo Pellegrino e Orazio Orlando sono ai comandi di un'astronave lanciata oltre la Nebulosa del Granchio a esplorare spazi interstellari sconosciuti. Incontrano un'astronave aliena (guidata da Orso Maria Guerrini) che si mette in veloce contatto con loro. Come si dovranno comportare le le due mature spedizioni? Chi dovrà attaccare per primo, visto che non è pensabile che uno possa seguire l'altro fino al suo pianeta di provenienza svelandone l'ubicazione? Ben recitato, intelligente come il racconto da cui parte, porta a riflettere su questioni cardine della nostra eventuale difesa da un popolo alieno. In un'astronave bianca costruita con pochi mezzi un corto azzeccato, che inaugura bene la serie.
In studio Blasetti e Foà lo commentano velocemente fino a quando il primo porta al secondo da leggere un divertente racconto di Italo Calvino, "Tutto in un punto", che spiega con toni favolistici come l'universo si sarebbe potuto originare. Poi il secondo corto:
02. Un caso insoluto, di Franco Bellei (13 minuti)
***! Riccardo Cucciolla commissario investiga sulla strana morte di due giovani trovati senza vita nel loro appartamento all'interno di un condominio: la cosa inspiegabile è che sono stati chiaramente uccisi ma non c'è traccia di effrazione e la portiera ha visto salire sulle scale solo due anziani signori e nessun altro. Delitto in camera chiusa? Niente da fare, sarebbe troppo semplice. Subentra un mistero legato ai viaggi nel tempo e le conclusioni del commissario sono tutte da godere, così come le curiose indagini. Uno dei corti più divertenti e azzeccati della serie.
Foà in studio celebra lo scrittore scienziato Arthur C. Clarke aprendo all'impossibile, in relazione al corto appena visto. Dopo un omaggio fugace a Leonardo e Cyrano parte l'ultimo corto su cui la puntata si chiude:
03. La crisalide, di Ray Bradbury (13 minuti)
** Graziano Giusti in veste di scienziato analizza con un collega un lettino sul quale è disteso un uomo apparentemente senza vita, che però incredibilmente ancora respira. Potrebbe essere una sorta di crisalide, una forma di vita completamente nuova che va componendosi di minuto in minuto? Ne uscirà Paolo Poli in versione buffa (e un po' effeminata) per una conclusione doppiamente beffarda. Nulla di che. Interessante l'idea, buona l'interpretazione di Giusti, spassosa la naturalezza di Poli, ma resta uno spunto solo accennato, quasi da barzelletta.
(Marcel  MJ Davinotti jr.)


SECONDA PUNTATA: I ROBOT (24 gennaio 1979) 
** La seconda puntata, complice anche un argomento forse meno interessante e spesso monotono negli sviluppi come quello degli automi, non mantiene lo stesso fascino della precedente. Blasetti introduce spiegando il confronto tra il nostro io e l'incommensurabile per giungere in breve ai robot, con un po' di Leonardo e accenni a "Metropolis" di Fritz Lang. Foà legge il brevissimo "Ultima carica" di Robert Lory per passare subito dopo al primo episodio.
01. I sosia, di Ray Bradbury (16 minuti)
**! Giuseppe Pambieri recita nei panni di un gentleman ricchissimo che, alle prese con la seducente Marina Malfatti (sfoggia una scollatura davvero da brividi), mostra grande self control ed eleganza anche quando lei lo accusa di tradirla con un'altra. Il titolo già dice tutto, ma il prosieguo è piuttosto divertente e offfre più di un colpo di scena, basato sul possibile acquisto - da parte dell'uomo - di costosissimi robot che aiutano a vivere. Un duetto di matrice teatrale (un po' come tutti i brevi sketch della serie) spigliato e curioso.
Dopo una veloce lettura di Foà che chiarifica il sottile rapporto che lega fantascienza e futuro poi realizzatosi ci vengono mostrati 5 minuti estratti dal film "Omicron" di Ugo Gregoretti (il regista tornerà come protagonista dell'ultimo episodio), divertente, con Salvatori "alieno" che impara a fare le pernacchie spinto da un giornalista. Successivamente Foà legge le inevitabili "tre leggi della robotica" di Asimov e successivamente il poco noto "Requiem automatico" di Robert Sheckley (in duetto con chi recita nella parte dell'automa) per passare subito dopo al secondo corto:
02. Ultimi riti, di Charles Beaumont (10 minuti)
*! Paul Muller è disteso a letto evidentemente in fin di vita quando lo raggiunge un prete, interpretato da Roldano Lupi. Muller si fa delle domande, dice di non avere bisogno di un dottore di un sacerdote, perché è colpevole di aver nascosto la verità a tutti. Quale sia lo scopriremo, ma non ci vuol molto a capirlo. Fantascienza di concetto, che affronta il tema della puntata dal punto di vista psicologico, ma senza farisi mai interessante.
Il passaggio all'ultimo episodio è questa volta quasi immediato, con Blasetti che lo introduce in un attimo.
03. L'assassino, di Ray Bradbury (10 minuti)
** Ugo Gregoretti, qui nei panni di una sorta di futuristico medico, entra nella stanza dove lo attende un uomo condannato per omicidio (Pippo Franco). Ma omicidio di cosa? Lo si capirà, ma intanto il colpevole racconta la sua storia di ossessionato da una casa domotica che lo perseguita intervenendo con sgradevole voce in ogni momento del giorno. Il corto è sostanzialmente un modo per permettere a Pippo Franco di esprimere la sua verve, che effettivamente alza i toni di racconti e presentazioni paludate. Il finale è a sorpresa, ma siamo nell'ambito della barzelletta ricamata, in fin dei conti, con Pippo che la racconta a Gregoretti in una stanza spoglia. Non colpisce, nonostante tutto...
(Marcel  MJ Davinotti jr.)


TERZA PUNTATA: I MOSTRI DENTRO DI NOI (31 gennaio 1979) 
*** Per l'ultima puntata il tema, come spiega Blasetti in apertura, riguarda i mostri non intesi come tali nei racconti di orrore o di certa fantascienza, ma come nemico che risiede al nostro interno: per questo, dopo un frammento tratto da "Otto e mezzo" di Federico Fellini (con l'uomo chiuso nel traffico) sceglie subito di far leggere all'inseparabile Foà il paradigmatico "Sentinella" di Arthur C. Clarke, uno dei più noti non solo in tema ma di tutta la fantascienza, che si chiude con un finale a sorpresa che fece epoca. I primi "mostri" arrivano già nel primo episodio:
01. L'esame, di Richard Matheson (10 minuti)
*** In un futuro prossimo Pierpaolo Capponi cerca di "allenare" suo padre (Mario Carotenuto) a un esame molto particolare, quello che seleziona gli anziani ritenuti in grado di sopravvivere nella società senza esserne un peso. Prove semplici, di memoria, di logica, che però l'uomo non sembra in grado di superare molto facilmente... Finale ambiguo ma un episodio molto ben recitato soprattutto da un Carotenuto perfetto per il ruolo, profondamente umano, quasi commovente. Anche Capponi è comunque ottimamente calzante e nonostante i limiti di una storia facile facile tutto funziona.
Foà legge subito dopo (alternandosi con Cigoli) brani del celebre "Il nuovo mondo" di Aldous Huxley, che Blasetti integra con riassunti esplicativi del contenuto per raggiungere velocemente il finale e il succo del messaggio. Si continua con l'ennesima ripresa di un racconto classicissimo, che già Mastroianni e la Andress avevano interpretato 14 anni prima.
02. La decima vittima, di Robert Sheckley (11 minuti)
*** Orso Maria Guerrini è il cacciatore, Catherine Spaak la vittima. Il primo deve uccidere la seconda approfittando del "gioco" mortale" organizzato dal governo per lasciar sfogare gli impulsi omicidi degli uomini. Grande la sorpresa di Guerrini nel'incontrare la Spaak in un bar, incurante di difendersi pur sapendo di essere cacciata. Perché? Lo scoprirà ben presto. Puntando al succo del racconto Blasetti non cerca di rifare Petri e azzecca un buon episodio, che conferma la straordinarietà del racconto di Sheckley, con un finale telefonato ma sempre efficace.
Dopo un interludio in cui Blasetti mostra scene fugaci da "Hiroshima Mon Amour" di Alain Resnais e un paio, molto più prolungate - per consegnare un messaggio chiaro contro le armi atomiche - da "L'ultima spiaggia" di Stanley Kramer, assieme a Foà presentano l'ultimo episodio, forse il migliore in assoluto.
03. O.B.N. in arrivo, di Edmund Cooper (14 minuti)
***! Umberto Orsini si trova nella posizione strategicamente più importante in caso di guerra, seconda solo a quella del Presidente degli Stati Uniti. Deve decidere come agire nel caso di attacco nucleare da parte degli "avversari" (chiaramente la Russia). Quando dalla Siberia partiranno missili che sembrano destinati a un esercitazione nel Polo Nord, si verificherà ciò che nessuno spererà mai. Seguendo l'esempio di capolavori come "A prova di errore" un corto dalla tensione altissima, giocato benissimo da Blasetti che mette un costante ticchettio sullo sfondo e lo stesso Arnoldo Foà (per l'unica sua prova d'attore nella serie) nei panni del consigliere massimo. Godibilissimo fino all'ultimo momento, ottimo esempio di come non sia difficile catturare il massim dell'attenzione affrontando argomenti simili.

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