Bell'esordio registico, la cui sceneggiatura riesce nell'impresa di coinvolgere pur raccontando una storia vista almeno altre cento volte. Lo script ed i suoi sviluppi, infatti, non sono per nulla nuovi, ma ciononostante il graduale crescendo di tensione è ben orchestrato e pienamente riuscito. E alla fine arriva anche un epilogo nerissimo, crudele ed inaspettato che è un piccolo ma notevole colpo d'ala
che fa volare un film che altrimenti sarebbe stato sì buono, ma nella media di tante pellicole del genere. Consigliato.
Due amici si recano in una remota località rurale col proposito di cacciare cervi ed invece si cacciano nei guai... Siamo nelle Highlands scozzesi ma il territorio cinematografico è quello di Deliverance con il contrasto fra cittadini "invasori" e villici ostili. Pur partendo da uno spunto molto sfruttato, il film gioca bene le sue carte, prendendosi i suoi tempi dopo il fattaccio iniziale per far crescere una palpabile tensione, culminante negli ultimi venti minuti ansiogeni. Credibili i personaggi, bravi gli attori poco noti (a parte Curran), promettente l'esordio registico.
Due amici di vecchia data decidono una battuta di caccia in un'isolata zona montuosa con relativo villaggio di ostici abitanti; ma un tragico errore trasforma la "vacanza" in un incubo. Opera prima pregevole, essenziale e senza nulla di superfluo, che attanaglia al rovello interiore dei due protagonisti e alle reazioni della comunità tra furia vendicativa e freno razionale. Una narrazione e una sceneggiatura che nonostante lasci prevedere, nulla toglie, anzi, alla tensione e allo sgomento che comunica. Cast sconosciuto ma perfetto. Impressiona.
MEMORABILE: Il ritorno di notte nel bosco per "coprire" le tracce; La battuta di ricerca; La fuga; La soluzione imposta dal copovillaggio.
La storia è sempre più o meno la solita (classica scampagnata che si trasforma in un incubo), ma stavolta siamo davanti a un piccolo gioiello: girato con semplicità ed eleganza, grazie anche a un'ambientazione suggestiva (indimenticabile l'affascinante e inquietante villaggio scozzese dimenticato dal mondo), Calibre è un film assolutamente coinvolgente, da seguire tutto in apnea, capace di trasmettere con grande realismo l'orrore che si può celare dietro la quotidianità. Un tranquillo weekend di paura 50 anni dopo.
Thriller ambientato nei boschi scozzesi, non ha una trama particolarmente originale ma è decisamente ben fatto e si segnala per la capacità del regista di alimentare e mantenere la tensione, a partire da un episodio accidentale che innesca una spirale di violenza. Il contesto apparentemente idilliaco si rivela lugubre e minaccioso, così come la piccola comunità scozzese nella quale è ambientata la vicenda. Il finale è rivelatore della natura umana ed è efficacemente anti consolatorio. Un buon film.
Un crescendo di tensione che attrae e tiene viva l’attenzione, perché si può partire da storie quantomai ritrite per crearne delle nuove e coinvolgenti, quando si ha del talento e ci si avvale di un cast quasi sconosciuto ma degno di attenzione. Palmer fa centro, dunque. Spaziando in boschi splendidi ma abbastanza sconfinati da inquietare, in paesini sperduti dove nessun forestiero può passare inosservato. Una storia quantomai reale e, per questo, particolarmente toccante. Impeccabile anche dal punto di vista tecnico (pellicola e fotografia perfette).
MEMORABILE: Impattante la scena del cervo nel mirino e dello sparo... sbagliato a seguire.
Una coppia di amici decide di passare una piccola vacanza tra la natura scozzese a caccia di cervi, ma le cose non andranno come avevano previsto. Solido thriller che tiene con il fiato sospeso sino al crudissimo finale. Calibre è il classico film che sa calarci lentamente nell'incubo dei due protagonisti il cui destino sembra essere ineluttabilmente segnato già dal primo sparo. Impossibile rimanere impassibili di fronte ad alcuni passaggi che somigliano a pugni ben assestati allo stomaco. Da non perdere.
Davvero buono questo thriller scozzese che con poco (e per poco si intende una trama intuibile) riesce a tenere dal primo istante lo spettatore in una stretta, facendolo partecipare all'ansia dei protagonisti e alla loro discesa verso la disperazione. La tipica ambientazione bucolica britannica diventa sempre più ostile e il finale a suo modo riesce a essere meno prevedibile. Buone interpretazioni.
Essenziale e angosciante sono le prime parole che salgono alla mente dopo aver raggiunto i titoli di coda. Molto si deve a un’aderenza prossima alla realtà, se consideriamo i numerosi incidenti di caccia che accadono ogni anno. Si aggiunge l’imprevedibilità delle azioni figlie del momento estremo, a rendere un quadro tragico ancora più complesso. Ne consegue un fiato sempre sospeso in attesa di una svolta, che arriva puntuale a chiudere il cerchio in maniera brutale e inaspettata. Determinante la gestione oculata della deriva di violenza.
Due amici a caccia per boschi soggiornano in un villaggio sperduto, i cui abitanti si riveleranno subito molto ostili. Poi il dramma e le cose si complicheranno ulteriormente... l'idea non è delle più originali ma il film merita, innanzitutto per la tensione ansiogena che accompagna anche lo spettatore mentre i protagonisti cercano di salvarsi le terga; poi anche per un finale diverso da quello che ci si aspetterebbe dalle premesse. Nota di merito anche per i cupi paesaggi scozzesi.
Due giovani amici vanno a caccia nei boschi della Scozia. Torbido thriller dalla buona confezione che sa come creare l'atmosfera, con tanto di paesino scozzese, pub, alberghetto di caccia elegante e festività solstiziale; sa anche come intrattenere tramite diversi vistosi imprevisti sulla strada dei due cacciatori di città a cui fa da contraltare la chiusa comunità del paesotto, con le proprie regole, lontane anni luce dalla giustizia legale delle forze dell'ordine qui assenti. Sicuramente buona la regia, che non permette alla sceneggiatura di perdere un colpo. Riuscito e godibile.
Difficilmente si deve interrompere un film per riprendere fiato e ritornare nella realtà tranquillizzante e sicura della propria stanza... ecco, questo è invece uno di quei film che ti spinge a farlo. Come sentirsi prede di spietati cacciatori, come star lì a passeggiare e improvvisamente rendersi conto che due occhi di lupo ti stanno fissando, e tu sei un cerbiatto! Ecco, ci si potrebbe sentire così.
La sapete quella dei cacciatori che vengono cacciati sia nel senso di respinti da madre natura che di convertiti in selvaggina dai brutali villici soprastanti ogni legge e morale? State facendo sìsì col capino con la tipica ghigna sostenuta di chi crede di averle viste tutte in area deliverance e non ne può più dell'accanita spremitura della scorza? Mal vi incoglie, ovvero tutto il bene di non sapere che controverso elemento di rinnovo vi aspetta reinoltrandovi nel bosco. Abile puparo, Palmer dispone ex novo la scacchiera e fa di un liso refrain una voce disambigua. Brividi dentro.
Gran thriller diretto da Matt Palmer, che riesce a coinvolgere e creare una buona suspense con un'idea tanto semplice quanto efficace. A livello di sceneggiatura, fatta eccezione per qualche forzatura, il film funziona benissimo e ha il pregio di descrivere i rapporti tra personaggi senza mai cadere nel melodrammatico. Suggestive le location, buona la prova degli attori e coerenti gli sviluppi che prende la trama.
Se la regia non si può dire particolarmente istrionica, è sicuramente efficace nello sfruttare lo script e trasmettere un crescendo di tensione che parte dall'idea di una mini vacanza a base di caccia al cervo e, complice un territorio ostile enfatizzato dalle logiche chiuse e auto protettive di una piccola comunità, infila una serie di scelte sbagliate, consapevoli o casuali, che portano i due amici sull'orlo dell'abisso psicologico. I dettagli sono quelli giusti, le misure narrative reggono a sufficienza e questo thriller dell'anima fa benone il suo dovere.
MEMORABILE: Il momento dello sparo; La ricerca nel bosco; L'immagine finale.
Durante una battuta di caccia in Scozia, due amici incorrono in un omicidio: i loro nervi iniziano a traballare di brutto. Thriller abbastanza convincente, seppur con pochi momenti di vera tensione. Certo le dinamiche fanno porre molti interrogativi, ma l'interesse comunque non scema. Suggestive le location, piuttosto efficace la regia di Matt Palmer. Consigliabile.
Interessante opera prima che affronta un tema non nuovo in modo non banale, ben sfruttando uno scenario poco battuto dal cinema come le Highlands, che, dietro un’apparenza idilliaca mostrano una sinistra staticità e chiusura, come scoprono a loro spese i protagonisti, i quali, per un incidente di caccia, finiscono prede di una comunità nella quale riemergono istinti brutali, a stento repressi dal calcolo (più che dal senso d’umanità); fino a un epilogo che, in fondo, non salva nessuno. Personaggi e psicologie ben delineati e interpreti poco noti ma efficaci.
MEMORABILE: La delegazione di villici all’albergo; La birra offerta dal brutale Brian; Il “debito” di Vaughn.
Spunto di partenza poco originale e con qualche passaggio prevedibile, ma Palmer è abilissimo nel raccontare la storia con un crescendo di tensione ben dosata e mantenendo la narrazione sempre abbastanza verosimile. Regia solida ed essenziale, buone caratterizzazioni psicologiche e gestione oculata dei tempi e delle svolte narrative. Cast adeguato, epilogo molto riuscito.
Due amici organizzano in un remoto angolo della Scozia boschiva una battuta di caccia che trasformano in tragedia, uccidendo un bambino e il padre. Dopo che alcuni degli abitanti del posto avevano già mostrato una certa diffidenza nei loro confronti. Segue il tentativo dei due di nascondere le tracce dei delitti e defilarsi. E la reazione occhio per occhio della gente. Fatte le proporzioni, siamo di fronte all'ennesima variante del capolavoro di Boorman. Discreti gli effetti cromatici e la dinamica di movimento nelle riprese. Trama però troppo prevedibile e finale piuttosto anonimo.
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DiscussioneDaniela • 6/07/18 08:56 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Segnalo questo film, disponibile sulla piattaforma Netflix, girato da un regista esordiente nel lungometraggio che ha scritto anche soggetto e sceneggiatura.
E'un thriller rurale a basso costo certo poco originale nelle premesse, ma ben sviluppato: facile intuire che la cosa finirà male, ma come male finisca non è scontato.
Bel delineato anche il contrasto dei caratteri fra i due protagonisti, i cui ruoli sono affidati ad attori a noi sconosciuti ma bravi e ben calati nelle rispettive parti.
Grazie mille cara Dany, magari questo weekend me lo sparo!
PS so che non è un genere tra i più benvoluti, ma se ti interessa la mia rassegna estiva sta trattando di spionistico e fumettistico avventuroso a partecipazione italiana. Se vuoi puoi leggere i commenti ai film sul sito o seguire cronologicamente la cosa sul davibook. Sia mai che Ti venga voglia di guardarne qualcuno??!! ;-)))
DiscussioneDaniela • 6/07/18 15:18 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Mco ebbe a dire: spionistico e fumettistico avventuroso a partecipazione italiana
è vero che non è proprio fra i miei generi preferiti, però sono anche aperta a nuove cine-esperienze, magari provo con un paio di titoli fra quelli da te commentati favorevolmente :o)