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Discussioni su The hunters - La caccia - Film (1996)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/11/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 8/11/19 10:41
    Consigliere - 27521 interventi
    Robusto "thriller montanaro" all'americana, che guarda a certo cinema hilliano e boormaniano, inzuccherato alla Twin Peaks versione scandinava con strascichi da Cane di paglia.

    Buon prodotto svedese (bellissime le location del paesello quasi stephenkinghiano) che seppur scimiottando stilemi e regole dell'action thriller d'oltreoceano, ha una sua personalità tutta europea.

    Già all'inizio, con le immagini schock da "mondo movie", il massacro delle renne che nulla lascia all'immaginazione, sulle note di "E lucevan le stelle" (nei riverberi della OST di Björn J:son Lindh), si viene proiettati in una dimensione da incubo, nell'imbarbarimento del bracconaggio, nello sterminio della fauna del luogo.

    Con un occhio ai grandi classici del genere, il talentuoso Sundvall mette giù una storia di "pancia", tra l'omertà degli abitanti del paesino e la testardaggine del poliziotto venuto da Stoccolma (ma che è nato e cresciuto in quei luoghi), dove presto si tesse una tela di complotto quasi polanskiano intorno a lui, dove tutti (o quasi tutti) appoggiano i bracconieri e i loro loschi traffici, isolando il poliziotto che deve cavarsela da solo, fidandosi di ben poche persone.

    Stupri di gruppo, l'eliminazione dei due turisti russi (la lotta disperata della ragazza sulla torretta di avvistamento, il suo corpo ritrovato con il volto ricoperto di vermi), l'esecuzione peckimpahniana di Ove (lo scemo del villaggio), il razzismo spregevole verso la ragazza filippina (la cricca di bracconieri-e assassini-svedesi tanfa di combriccola nazistoide), il doloroso rapporto tra fratelli, il magazzino in mezzo ai boschi con le carcasse delle renne appese (qualcosa mi ha ricordato pure I fiumi di porpora), la belluinità machistica misogina di certi elementi redneck (il rozzo e volgare Tomme), sino all'esplosivo (in tutti i sensi) finale, che pone fine alle scorribande sanguinose del gruppo che avevano trasformato il paesello montanaro in una sorta di tacita unanimità alla The Wicker man.

    Ben realizzato, ottimamente diretto, con la tensione e la suspence che fanno il loro lavoro, forse poco originale, ma che sa dispensare una buona dose di apprensione, immerso in un'atmosfera fosca e di costante pericolo, che sorvola i tempi morti arrivando quasi subito al sodo (a parte un inizio alla Festen non troppo promettente).

    Quà e là una patina da tv movie nordeuropeo che non inficia più di tanto il risultato finale, con alcune sequenze davvero spietate e feroci (l'uccisione a freddo del proprio cane perchè non obbedisce).

    Il film è una specie di cult in scandinavia, dove ha avuto un seguito nel 2011 (sempre diretto da Sundvall) e recentemente è diventato una serie televisiva.

    Gli americani volevano metterle le mani sopra per farne un remake, contattando Sudvall per i diritti e di farlo venire a Hollywood per mettere mano al rifacimento in chiave yankee.

    Sudvall era ben disposto, però voleva metterlo giù guardando al primo Rambo , mentre i produttori americani volevano spostare l'azione dai monti scandinavi al deserto del Nevada, con bracconieri a cavallo che sparavano, per divertimento, su qualsiasi cosa capitasse loro a tiro.

    Sudvall si disse insodisfatto dalla proposta, non volendo dirigere lo stesso film con ambientazioni diverse, risultato? The Hunters rimase in svezia e non beneficiò del classico remake statunitense.

    Quando la patria di Ingmar Bergman si macchia di chiaroscuri alla Southern Comfort.
    Ultima modifica: 8/11/19 13:36 da Buiomega71