A dispetto di una scenografia tetra, decadente ed indovinata (l'ambientazione autunnale con piante ed alberi spogli e rinsecchiti, il "gelido" cimitero in sasso, il clima di fredda compostezza data da una location "funeraria") Josè Luis Merino non ottiene un gran risultato, mettendo assieme i soliti luoghi comuni (il mad doctor in vena di resuscitare cadaveri, un insolito omicidio a base d'impiccagione e l'immancabile maniero tetro ed ereditato) e dirigendo con fiacca una sceneggiatura che mai decolla e che - più che per un'orgia dei morti - opta per un eterno riposo dei sensi.
Visto in omaggio dello scomparso Naschy. Il film comincia bene per poi avere una parte di stanca durante la sua metà (quella gialla per intenderci), per poi riprendersi nel finale horror (con buone scenografie e un buon make-up). Purtroppo il protagonista non convince, molto meglio le attrici e Tichy. Si può vedere, se siete appasionati del cinema spagnolo.
Abbiamo sempre sospettato che fossero noiose le orge dei vivi, figuriàmoci quelle dei morti. Del resto la presenza di Stelvio Rosi (col suo pseudonimo western Stan Cooper) come protagonista, da sola getta sull'intera operazione un'ombra inquietante - ci sono anche Gerard Ticht e l'immancabile Naschy/Molina. Il film per larga parte è più giallo che horror, poi si zombeggia. Niente di che. Nei crediti dell'edizione americana, dove Merino figura come John Davidson, la sceneggiatura è (significativamente) attribuita a Jack Daniels...
Thriller-horror di scarsa consistenza che non riesce mai ad interessare lo spettatore
a causa di una trama poco originale. Lo svolgimento è del tutto prevedibile compreso
il finale che è ben poco sorprendente. Per il resto poco o nulla da segnalare.
Il bello del film sono l'atmosfera invernale tra i monti e la fotografia crepuscolare, ed essendo un gotico credo che in questo abbia centrato il bersaglio, riscattando una trama risolta in modo grossolano e con stereotipi risaputi. Ci sono altri pregi come le scenografie sotterranee, tombe e scene di nudo nel più classico stile spagnolo Anni Settanta, con momenti riusciti come la seduta spiritica e i morti. Poteva essere migliore, viste le premesse.
I romeriani revenants tornano in vita richiamati dai congegni elettronici del Frankenstein di turno che anela ad isolare l’anima dal corpo umano… Variazione ispano-italiana sul tema degli zombi, imbarazzante per la soverchieria di luoghi comuni – dalle messe nere ai becchini necrofili – che non portano a nulla e la scopiazzatura delle tetre atmosfere dei classici del gotico, non ultime quelle del Bava di Operazione paura. Nel soqquadro generale si inciampa perfino in un esame autoptico…
MEMORABILE: «Secondo le leggende in quel cimitero i morti fanno delle orge...»: un dialogo più che sufficiente a indicare il livello qualitativo dell’intero film…
Di orge non c'è la minima ombra, ma i morti abbondano in questo sciatto horror italo-iberico ambientato, tanto per fare gli originali, in una ridente località montana della Transilvania fra cieli cupi, case diroccate, cimiteri di pietra con un gran via vai di cadaveri che entrano ed escono dalle tombe e l'immancabile tetro maniero con laboratorio segreto dove il solito scienziato folle si dedica (sai che novità!) a riportare in vita i cadaveri. Attori più che dozzinali, in linea con la desolante mediocrità che aleggia su tutta la pellicola.
Debole horror del quale salvo solo le attrici con le rispettive interpretazioni e l'antico borgo in pietra al centro della storia. Il protagonista risulta assai poco credibile anche per via del suo aspetto da damerino cotonato. I trucchi dei morti appaiono eccessivamente semplici e quindi non convicono. Piatto, casereccio, dozzinale, poco originale. C'era bisogno che lo girassero?
La pappa è sempre quella: un po' di gotico, un po' di necrofilia, il solito Naschy matto come un cavallo matto, gli zombi inamidati, i sepolcri scoperchiati, la bella castellana... Horror di nome e non di fatto, tale orgia ha il solo pregio di rilassare con la prevedibile serie di luoghi comuni che tutti i cultori si aspettano. Ipnotico il caschetto biondo di Cooper/Rosi: risalta come uno schizzo di fango su uno smoking bianco.
Piuttosto trascurabile questo gotico italo-spagnolo, sul quale Merino riversa una serie lunghissima di cliché del genere e di situazioni già viste. Nemmeno la presenza del mitico Naschy, alle prese con un delirante ruolo da necrofilo, serve a granché (si vede piuttosto poco), mentre Stelvio Rosi, all'ultimo ruolo prima della dipartita per il Sud America, sfoggia un caschetto biondo che induce più che altro all'ilarità. A dispetto del titolo, il regista spinge poco sia sul versante del sesso, che su quello del sangue (ci si ricorda solo di un'autopsia appena accennata).
In un sassoso paesello macedone si pratica la necrofilia, in un’orgia senza ritegno, dentro ad un lugubre cimitero. Come inizio non c’è male, ma poi ci sono di mezzo eredità contese, donne discinte disposte ad accoppiarsi subitissimo, cadaveri in putrefazione che escono dalle tombe... Insomma, un bel mix di argomenti che non mancherà di interessare gli amanti del genere. A volte un po’ confuso nella trama ma tutto sommato fruibile, specie per le location gelide e cupe.
Il film vive delle buone atmosfere che riesce a creare: le ambientazioni semi notturne, a volte piovose, tra castelli, cimiteri in un villaggio rurale (si presume nell'Ottocento in Macedonia) funzionano. Una decina di minuti in meno avrebbero giovato al ritmo, per il resto a mancare sono solo le orge (però almeno vengono menzionate) perché i morti viventi alla fine ci sono, una specie d'intrigo ereditario pure, la femme fatale Conte mostra una specie di nudo integrale; spiritismo e buoni sentimenti tra Rosi e la fanciulla di turno. Spiegone finale assicurato e, poi, ultima sorpresa!
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Nella mia copia (che ho acquistato appena è stata disponibile), sul retro cover, come "idiomas" sono segnalati: castellano, inglese, italiano, tedesco, francese, spagnolo latino. (i sottotitoli sono esclusi)
Al netto, nel menù lingue, appaiono però solo lo spagnolo, il tedesco, il francese e l'inglese (effettivamente la lingua italiana non c'è).
Curioso, poi, che i titoli di testa siano in italiano.
Nella mia copia (che ho acquistato appena è stata disponibile), sul retro cover, come "idiomas" sono segnalati: castellano, inglese, italiano, tedesco, francese, spagnolo latino. (i sottotitoli sono esclusi)
Al di là del fatto che la seconda lingua evidenziata poi non c'è,.trovo sorprendente che ci possa essere il doppiaggio in spagnolo latino. Sarebbe come se, per l'Australia, doppiassero nell'inglese locale un film in inglese.
Dvd Sinister di buona fattura, suddiviso in 2 dischi: nel primo la versione cinematografica italiana: formato video 1.85:1 (buona la definizione e tutto sommato anche la compressione video, titoli di testa e coda in italiano) della durata 1:34:07; nel secondo disco la versione spagnola in 1.33:1 solo in lingua spagnola (sottotitoli in italiano a disposizione) con video preso da una vhs, durata 1:31:05.