Freaky tales - Film (2024)

Quattro episodi, vagamente collegati tra loro, per raccontare le storie di vari personaggi a Oakland nel 1987. Tarantino è ben lontano; tra momenti musicali punk e hip-hop (i primi due segmenti), qualche accenno noir più serioso (il terzo) e un ultimo stralcio da revenge-movie grottesco, non si sa dove andare a parare e sembra che le uniche cose in comune siano le solite ruffianate woke e le partecipazioni di personalità più o meno note negli Usa, tra cantanti, sportivi e attori (appare persino Tom Hanks). L'ambientazione 80s è posticcia, così come la trovata di usare diversi ratio.

Quando non si è in grado di mettere in scena uno snodo coerente, vengono fuori pellicole come questa, che mettono insieme una serie di avvenimenti coinvolgenti più persone, ma a casaccio (e ambientando il tutto nel 1987): certo, qualche momento capace di attirare l'attenzione c'è, dato che l'intreccio è abbastanza movimentato e (per fortuna) scandito da un ritmo regolare, specie nella seconda parte), mentre il resto è poca cosa, a cominciare dai personaggi stereotipati sino ad arrivare a un epilogo non soddisfacente; il cast, però, si impegna (i migliori sono gli attori più maturi).

Antologia tetraedrica o cubo di Lemarchand all’insegna del troppotutto, fold-in di graphic novels e catalogo Troma via Ritchie, Rodriguez e Smith dopo aver sniffato una tonnellata di vhs marce misto colla. Vintageculture asservita al "wokethehell? " (contropartita di minoranze, empowerment female-black, underdogging, LGBT) a livelli tossici, da far sentire scandagliati coccolati infastiditi e malmenati tutt’assieme. Per tre quarti sembra perso in un vicolo buio a parlarsi da solo, nell’ultima tranche diventa un Leatherface in MDMA che imbraccia il Minipimer. Non siamo certi che basti.