Vita privata - Film (1961)

È un film sulla stupida pazzia collettiva che pervade la gente quando si esalta ed esalta un proprio simile. Un film sulla fragilità umana e sul bisogno d'amore e su ciò che l'amore può combinare nella vita di ognuno. La prima parte del film è su toni esagerati (la folla intorno alla diva, le parole della donna delle pulizie nell'ascensore) ma credo volutamente. La seconda parte è più credibile e meglio fatta. La bellezza della Bardot, mai nuda, sommerge tutto ma non Mastroianni, sempre ineccepibile. Scelto bene l'odioso amico fotografo.

Lievissima come fiocchi di neve, l’apoteosi al ralenti nell’epilogo – buon momento di cinema - si ricongiunge idealmente alla serena leggerezza dei passi di danza iniziali, restituendo all’originaria purezza una starlet senza vita privata, idolatrata dalla folla, pedinata da impalcabili paparazzi ed esecrata dai benpensanti. Pur con una scrittura superficiale e volubile come la Bardot – che monopolizza la scena con un Mastroianni d’ammirevole sobrietà - la pellicola rende partecipi del portato di vuoto e accerchiante solitudine causati dagli eccessi divistici. Empatico e (auto)biografico.

Film che sarebbe da considerare mediocre (e non poco) ma che guadagna diversi punti vista la presenza di una delle attrici più belle di quell'epoca. Ottimi paesaggi degli ormai lontani anni 60 che vedono parte della Svizzera, Parigi e Spoleto. Trama blanda ma come già detto il film ha i suoi bei punti di forza. Buona la prova dei due attori principali, colonna sonora discutibile, salvo l'ultima canzone cantata dalla Bardot. Vedibile.