Noioso horror che sembra uscito più dagli anni settanta che dagli ottanta, figlio della suspense alla Venerdì 13 ma con la novità dei bambini trasformati in "atomic zombies". Se escludiamo questo c'è davvero poco da apprezzare: dialoghi praticamente inutili, nessuna spiegazione logica per quanto accade, editing pedestre, competenza cinematografica ai limiti dell'amatoriale e numerosi buchi logici. Il cast pure non è certo di quelli... intensi. Insomma, decisamente perdibile. Consiglio: state lontani dal dvd della Troma.
MEMORABILE: Il tizio palestrato e oliato: ogni cosa che dice è esilarante; il riflesso dei tre bimbi nella vetrina del negozio.
Una nube radioattiva investe in pieno uno scuolabus ed i suoi cinque mini-passeggeri. Contaminati dai fumi, i fanciulli inizieranno a dispensare abbracci "calorosissimi" ai loro cari... Le baby-rappresaglie metaforiche di Serrador, Losey e Rilla sono solo un'eco remota in questa piccolissima produzione, i cui pochi momenti di suspense si perdono nella greve lentezza sonnecchiante del ritmo. Kalmanowicz appare impreparato a gestire un cast inglorioso e tergiversa in espedienti privi di alcun senso ai fini del racconto. Manfredini gracchia uno score alla Herrmann.
MEMORABILE: I poveri effetti speciali in dissolvenza delle ustioni mortali.
Interessante reperto da drive-in che ha tutte le caratteristiche tipiche degli horror a cavallo tra '70 e '80; eredita alcune atmosfere da Romero e da altri low-budget movies su zombi e contaminazioni del decennio settantiano, mentre la OST di Manfredini richiama inevitabilmente Venerdì 13 (uscito lo stesso anno),ottenendo un effetto similare nelle scene in notturna, non prive di una certa tensione. Gli SPFX sono scarsi e la prova del cast appena sufficiente, ma ha un non so che di malsano che mi ha conquistato, nonché un buon ritmo.
Perché la nube tossica radioattiva trasforma solo i giovanissimi in "nuclear-zombi"? Il quesito è imprescindibile, il film un poco meno. Si tratta infatti di un prodotto a costo molto basso che si perde spesso in lungaggini evitabili girate solo per fare metraggio, con qualche momento "caldo" e pure un topless per dare un contentino all'exploitation. Discretamente disturbanti sono gli attacchi dei giovani nei confronti dei genitori (daddy, mamy...). Bella infine l'America rurale di fine anni 70, con il classico sceriffo e il giovane aiutante allupato.
Uno dei migliori horror con protagonisti bambini demoniaci, qui divenuti zombi dementi dal tocco corrosivo dopo essere entrati in contatto con una nube tossica. Il film mostra a più riprese tutta la povertà del budget ma mantiene per l'intera durata un'atmosfera di genuina inquietudine molto affascinante. Cinico e cupo, ha un buon ritmo con un'ottima suspence che culmina in un finale semplice ma nichilista come la pellicola richiede.
MEMORABILE: Gli effetti degli abbracci dei bambini; Il bambino sano che gioca a nascondino col bambino contagiato.
Classico filmetto in cui i difetti (inverosimiglianze, inadeguatezze attoriali e di soluzioni registiche) divengono, col tempo, pregi o meglio elementi che lo rendono discretamente godibile. La storia del pulmino investito dalla nube tossica già fa ridere; i bimbi-zombetti e zombificatori anche: eppure proprio tali palesi ingenuità costituiscono parte del fascino retro della pellicola unitamente all'incongrua bizzarria d'alcuni protagonisti. Fantascienza puerile che l'amatore ricerca costantemente.
Datato 1980 ma ancorato all'estetica povera da grindhouse della precedente decade, questo piccolo e difettato horror a base di bimbi assassini, pur non godendo di una regia all'altezza né tantomeno di un cast decente, riesce comunque a imbroccare attimi di efficace inquietudine (le camminate dei ragazzini "atomici" che stanno fra Serrador e Romero), soprattutto grazie alla bellissima colonna sonora di Harry Manfredini (anche se siamo ai limiti dell'auto-plagio in direzione Venerdì 13). La buia e minacciosa tranche finale è senz'altro la parte migliore. Misero a vedersi ma dignitoso.
MEMORABILE: Gli abbracci corrosivi; Il riflesso dei bambini sulla vetrina del negozio prima dell'attacco; Le mani mozzate; I bimbi urlano; L'ovvio twist finale.
I bambini di Max Kalmanowicz sono un mix tra i dannati di Wolf Rilla e gli zombi di George Romero. La cornice è quella boschiva e desolata della provincia americana, tra villaggi di campagna e villette appartate. Sebbene il film non possegga un ritmo scattante le atmosfere funzionano; sono incubotiche, opprimenti e senza alcuna ironia. Bello il finale, funzionale il necrotico make up.
Tra i bambini dannati di Wolf Rilla e i morti viventi di Romero, c’è il piccolo e poco conosciuto film di Max Kalmanowicz; racconto fanta-horror e fiaba nera su una prole “radioattiva” svezzata dal quieto disinteresse della società adulta. Incubotico, necrotico, cupissimo anche se non privo di alcune ingenuità e tempi morti. Assolutamente da dissotterrare.
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Un horror low-budget poco conosciuto ed insolito, che ibrida molto superficialmente il tema dei "bambini killer" (trattato in passato in maniera molto più significativa da ben altri autori) col filone all'epoca inflazionato dei morti viventi.
Ripescato ed edito in dvd nel 2005 nientemeno che dalla Troma.