Sono nato, ma... - Film (1932)

I 2 figli di un impiegato si ribellano all’autorità del padre dopo averlo visto fare il pagliaccio in un filmino “commissionato” dal datore di lavoro. Ozu mette al centro della sua poetica i bambini, specchio di una generazione che vorrebbe il riconoscimento delle individualità e che invece cozza contro la rigidità delle gerarchie sociali, sì forti da passar attraverso l’umiliazione di un genitore di fronte ai figli. Il maestro giapponese ipostatizza con toni da commedia le tensioni percorrenti la irreversibile società nipponica. Semplice e potente.

Dopo essersi trasferiti in provincia, due fratellini faticano a integrarsi con i nuovi compagni di scuola che li bullizzano e perdono il rispetto per il padre dopo averlo visto fare il buffone in un filmino aziendale... Ozu pone la cinepresa ad altezza di bambino per questo delicatissimo racconto di formazione che coincide con l'accettazione dei ruoli sociali prestabiliti dopo il fallimento della rivolta (lo sciopero della fame): un esito realistico la cui amarezza è mitigata dalla bonarietà dello sguardo con cui sono rappresentate le marachelle dei fratelli e degli altri bimbi.