Da molti considerato un cult per via dell'unica vera apparizione da protagonista di Giorgio Porcaro (l'alter ego dell’Abatantuono “terrunciello”), questo film dall’irripetibile titolo ha in realtà il merito di mostrarci un Massimo Boldi al top della forma il quale, benché limitato da una sceneggiatura vacua assai (alla quale ha partecipato Giorgio Faletti, che si ritaglia un cameo nella parte del posteggiatore zoppo) si lascia andare a deliranti improvvisazioni demenziali, continui gesti e smorfie suscitando comunque risate. Il trio è completato da un Teo Teocoli in versione marocchino (la stessa di UNA VACANZA BESTIALE...Leggi tutto, per intendersi), anche lui male assistito dal copione ma capace di una caratterizzazione riuscita. I tre sono lasciati a briglia sciolta dal regista Mariano Laurenti, che si limita a creare per loro qualche sfondo (soprattutto interni) e qualche situazione balorda. Così Porcaro si spaccia per Mogol (l'autore dei testi di Battisti e molti altri cantanti), Boldi recita perfettamente la parte del figlio di papà milanese, Teocoli si finge marocchino solo per farsi assumere come lavapiatti. Demenzialità pura, gag sparate a ciclo continuo (ovviamente ne funziona una su dieci)... In fondo SI RINGRAZIA LA REGIONE PUGLIA è un film allegro, pieno di brio, che ha il merito di far conoscere meglio al pubblico Giorgio Porcaro (che come detto detiene assieme ad Abatantuono la paternità del personaggio del “terrunciello”). Piccola parte per Guido Nicheli (doppiato!) al bar dei milanesi. Un film-esperimento che purtroppo non ha avuto seguito: i tre non hanno più lavorato insieme.
La coppia formata da Boldi e Porcaro, vista un anno prima nel film L'esercito più pazzo del mondo, torna insieme. Qui di due sono molto più espressivi, carichi, loquaci e naturali. Mi sono divertito abbastanza. Grandissmo Porcaro: il suo terruncello compete benissimo con quello del vecchio Abatantuono. Sebbene il film abbia una trama piuttosto sempliciotta i personaggi (compreso Teocoli marocchino, davvero simpaticissimo) riescono a caratterizzare benissimo i loro ruoli (in particolare Boldi) e a rendere il tutto molto divertente e piacevole.
MEMORABILE: (Porcaro): Taci tu, che hai delle corna così lunghe da prendere anche tele-cornovaglia.
A dispetto della povertà di mezzi, che impone a Laurenti l'utilizzo di attori/artisti emergenti (Boldi, Faletti, Teocoli) al fianco di duplicati (Porcaro = Abatantuono), il film riesce a sortire un discreto effetto sorpresa per una serie di dialoghi estremamente minimalisti quanto ben integrati alla scalcinata sceneggiatura. Alla fine l'incompiutezza del tutto assurge al rango di pochade (quasi) assoluta. Confusionario, dialettale ed irresistibile.
Sarà senz'altro vero che la paternità del personaggio del terrunciello era del buon Giorgio Porcaro; peccato però che questo film non gli faccia onore, nè come storia nè per il livello della sua interpretazione. Forse Laurenti non era il regista più adatto per l'operazione, fatto è che ho trovato il film davvero deludente, pieno di un umorismo gridato e ripetitivo. Solo Teocoli emerge un po' dalla mediocrità, ma neanche poi troppo.
Il discorso Porcaro/Abatantuono disturba e rovina tutto il film (nonostante le voci di una sua presunta originalità poi copiata dal nostro Diego). A dirla tutta, non è che ci sia molto da rovinare visto che la pellicola stufa e si segue con difficoltà a causa anche di un pessimo montaggio e di una presentazione a dir poco amatoriale. Sciatto e inconcludente.
Molto simpatico. Il pugliese Benedetto vorrebbe inserirsi nel mondo della Milano "bauscia" e per riuscirsi ha un idea geniale: fingersi Mogol!. Poverissima la confezione (notare la colonna sonora composta da una sola canzone!) ma forse per caso troviamo assieme alcuni dei migliori comici-caratteristi del decennio: Boldi, un efficacissimo Teocoli e persino Nicheli (purtroppo qui solo marginale); bravo anche Porcaro, anche se praticamente è un clone di Abatantuono. Un piacevole filmetto, utile anche per capire meglio la Milano anni 80.
MEMORABILE: Porcaro che segue un audio-corso di dialetto milanese in cuffia; sempre lui che si finge Mogol e conversa al telefono con Lucio Battisti.
Una commedia davvero gustosa che funziona grazie al bell'incrocio fra sceneggiatura e cast, che riesce a creare un bel risultato. Porcaro fa il terrunciello come da personaggio da lui inventato storpiando qualsiasi parola, Teocoli interpreta un personaggio poco interessante ma che oggi risulta vagamente razzista, Boldi è davvero simpatico (altro che cinepanettoni...). Le risate sono assicurate, anche se la povertà di mezzi è impressionante (basti sentire la ripetitiva colonna sonora). Peccato per il finale improvviso a causa dell'esaurimento del budget. Divertente.
L'accoppiata Boldi-Porcaro non funziona molto perché ognuno va per la sua strada: il primo vince in risate stillate allo spettatore mentre il secondo, per quanto indiscutibilmente inventore del personaggio del "terrunciello" (reso celebre da Abatantuono per maggior carisma/talento), arranca in giri di parole ma gli mancano le battute che bucano lo schermo e, alla fine, gli ruba la scena il "terzo incomodo" Teocoli (nella spassosa parte dell'arabo che si sgola per parlare). Ottima la colonna sonora di Depsa.
Sintesi della comicità di Porcaro e di Boldi, tutta basata su improvvisazioni, giochi di parole demenziali e riferimenti a canzoni e film che spesso danno origine a gag irresistibili. Teocoli, che ripete il ruolo del marocchino di Una vacanza bestiale, risulta ala lunga stucchevole, sebbene sappia interagire puntualmente con i due colleghi. Contrasto a questi tre simpatici buzzurri, le presenze femminili, belle ed eleganti, della Gatti e della Vallone.
MEMORABILE: Il cocktail esplosivo di Nicheli, con il Vim Clorex tra gli ingredienti; "Lo so lo so, non lo sapessi ma lo so"; Porcaro che si spaccia per Mogol.
Sgangherata commediola di Laurenti ottenuta incastrando gag più o meno viste in una trama priva di sostanza. Gli attori del Derby degli anni d'oro ce la mettono tutta per farla sembrare un film, e invero qualche battuta fa anche ridere, ma la pochezza di mezzi tarpa le ali anche ai più volenterosi. Gli appassionati del genere troveranno molti volti noti del cinema B, ma chi cerca del cinema "vero" dovrebbe proseguire la ricerca da qualche altra parte. Non che non si sia visto di peggio in quegli anni, ma da salvare c'è davvero poco...
MEMORABILE: Porcaro definisce con lungimiranza Boldi, che fa Berlusconi, "un magnaccia della televisione".
Titolo chilometrico ed epocale (che suscitò diverse polemiche) per questa divertente commedia dialettale in cui un Boldi ancora libero di esprimersi è aiutato dal compianto Porcaro e da uno spassoso Teocoli. Diverse le gag riuscite (il cocktail con il Vim Clorex, Porcaro che scivola sul divano, la 128 e il finale con Boldi schiaffeggiato che suona come un registratore di cassa) e nostalgia per un tipo di comicità (tutti provenienti dal Derby). Vale una visione.
MEMORABILE: L'effetto del cocktail preparato da Nicheli ("Ue', ma che avete messo la moquette anche al soffitto?", "TeleCornovaglia" e il finale.
Rivisto oggi, il film rende giustizia alla bravura dello sfortunato Porcaro, "terrunciello" più cattivo e razzista rispetto alla più celebre versione di Abatantuono. Pur se poveristico, il film diverte anche grazie a Teocoli e a un simpaticissimo Boldi pre-cinepanettone. Improponibile ai nostri tempi causa battute e personaggi che vanno oltre il concetto di politicamente corretto, ma tali elementi rappresentano invece con ironia il (mal)costume italiano di salire sempre sul carro dei vincitori e rinnegare le proprie origini. Canto del cigno di una Milano ancora vera e non "da bere".
Un'ora e mezzo scarsa di comicità targata Derby per un film piuttosto sconclusionato e dal soggetto esile ma nel complesso scorrevole, con un tal numero di battute e gag che, anche se un buon 70% va a vuoto, rimane comunque un restante 30% in grado di far sorridere. Tra un Boldi scatenato ma mal servito dal copione e un Porcaro divertente più per ciò che dice che per l'interpretazione in sé, a funzionare maggiormente è un Teocoli scatenato, che riprende un suo personaggio già collaudato. Realizzazione visibilmente frettolosa, con doppiaggio spesso impreciso. Musiche discrete.
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Grazie, Geppo, d'avermi chiamato.
L'inizio della carriera della Russinova cela qualche enigma.
DiscussioneGeppo • 19/09/10 22:54 Call center Davinotti - 4356 interventi
Curiosa la partecipazione di Franco Caracciolo. Una brevissima inquadratura di qualche secondo, senza nemmeno parlare (la scena girata alla scuola di ballo), e nonostante ciò viene accreditato nei titoli di testa subito dopo il titolo del film.
Scoop unico per il “Davinotti.com”: la canzone "Milano" dei titoli di testa e di coda del film è cantata da Pinuccio Pirazzoli che è anche, insieme a Depsa, l'autore del brano. Molti in internet si chiedevano chi fosse questo "misterioso" cantante.
Si, una canzone molto carina che (per come è stata composta) è quasi sprecata ad essere "solo" la ost del film. A mio avviso allora avrebbe meritato una qualche divulgazione radiofonica, in fin dei conti era lo stile di molte canzoni pop italiche di quel tempo.
DiscussioneGeppo • 13/07/14 09:37 Call center Davinotti - 4356 interventi
Fabbiu ebbe a dire: vergognarsi di questo film, e non di altre boiate come quello con la grimaldi che fà la donna preistorica...
Mah! Io personalmente, se fossi Boldi, al posto del film "Si ringrazia la regione Puglia..." mi vergognerei di aver girato "La febbre del cinema - Movie Rush".