Un po' thriller, un po' poliziesco, tracce di noir e persino qualche elemento "giallo", seppur all'interno di un'ossatura che si appoggia alla semplice ricerca di una banda di narcotrafficanti olandesi da parte di un agente americano. Questi, tale Paul Sherman (Taube), fa giusto in tempo a sbarcare in aeroporto che il suo contatto in Europa viene eliminato a colpi di pistola. Un po' spaesato, si fa spiegare come stiano le cose dai colleghi locali e comincia a dipanare la matassa seguendo un tizio misterioso che lo stava pedinando. Entrato in amicizia con un'agente in gonnella (Parkins) che conosceva già in precedenza, Sherman cerca lentamente di far luce sul...Leggi tutto narcotraffico arrivando a un convento nel quale le suore vestono calze a rete: qualcosa proprio non torna!
Non un soggetto particolarmente intricato, nonostante le apparenze e l'origine letteraria (l'omonimo romanzo di Alistair MacLean, che l'ha pure sceneggiato), ma che sa divagare con criterio inserendo anche qualche ottima idea degna dei gialli di casa nostra (le bambole del titolo, ad esempio, appese come in SPASMO) e un finale con sorpresa magari un po' ingenuo ma per quei tempi sicuramente efficace. La regia punta molto sulle belle location di Amsterdam, che caratterizzano bene l'ambientazione e danno un tono mitteleuropeo insolito al thriller, offrendo poi il teatro ideale al lungo inseguimento in motoscafo per i canali girato per l'occasione da Don Sharp (che ha aggiunto anche qualche altra scena per ampliare il metraggio). E' sicuramente il clou, dal punto di vista spettacolare, anche se comunque di momenti riusciti il film ne può sfoggiare.
Meno aiuto gli viene dall'interpretazione piuttosto anonima dei protagonisti (maschili soprattutto): pur non demeritando Taube non mostra grande espressività e si accoda ai tanti volti anonimi del cinema di spionaggio (anche di casa nostra), che richiedevano giovani impettiti dal capello scolpito e i lineamenti perfetti tra loro molto simili. Più vivaci la bella agente e la fidanzata del collega ucciso in aeroporto, ma quello che marca la differenza rispetto alla media, oltre a una Amsterdam molto presente, sono la trovata delle bambole appese (unite alle catene nel significativo titolo originale, ingrigito nella nostra liberissima traduzione) e una conclusione che identifica un preciso responsabile fin lì "coperto", proprio come se ci trovassimo in un autentico giallo. Buone le musiche del nostro Piero Piccioni a conferma di un apprezzabile sforzo complessivo, anche se poi tutto rimane comunque calato nell'ambito di un ricalco abbastanza limitato degli stilemi poliziesco/noir del periodo. Manca ogni tipo di ironia né si scorgono grandi tracce di sangue o violenza.
Tratto da un romanzo di Alistair MacLean, un ottimo ibrido tra thriller e giallo con whodunit. Dopo i brutali omicidi di tre spacciatori di droga e di un agente segreto ad Amsterdam, un collega dello stesso comincia a indagare per scoprire l'assassino e distruggere l'organizzazione, ma una sequela di morte aspetta il nostro, con tante vittime penzolanti come pupazzi. Suggestiva l'ambientazione olandese e sceneggiatura ricca di colpi di scena a tratti cattivella. Funziona bene il whodunit sull'identità della mente, buono il finale. Da segnalare anche la tecnica degli omicidi.
MEMORABILE: Gli omicidi con le vittime impiccate e vestite da bambole; La rivelazione del cervello dell'organizzazione in stile giallo; L'inseguimento nei canali.
Inizialmente è un po' pesante e noioso, ma a lungo andare si rivela interessante, fino all'ottimo finale. Bella la trovata delle bambole impiccate e vestite come le sfortunate vittime. Nel finale ci viene offerto anche un discreto inseguimento tra motoscafi e un bel colpo di scena. Un misto tra poliziesco, giallo, spionaggio e drammatico che non deluderà. Passabili cast e musiche. Belle le ambientazioni olandesi.
Da un romanzo di Alistair McLean, autore assai sfruttato dal cinema, un'interessante commistione fra il poliziesco e il thriller che presenta una trama apparentemente all'insegna della routine, ma che nel finale riserva un doppio colpo di scena. L'insolita ambientazione in quel di Amsterdam è ottimamente sfruttata e offre il destro per realizzare anche uno spettacolare inseguimento in motoscafo. La totale assenza di ironia non dispiace, mentre in fatto di violenza si sarebbe potuto osare di più, visto il soggetto. Discrete le interpretazioni, buone le musiche di Piccioni.
MEMORABILE: Le bambole appese; L'inseguimento in motoscafo; Il finale.
Girato benissimo da Geoffrey Reeve con l'apporto dell'espertissimo Don Sharp per le scene d'azione e l'utilizzo di massima plasticità ed eleganza formale di grandangoli (lo splendido inizio con l'arrivo in auto del killer dalla pistola silenziata), camera a mano, carrelli. Un film giustamente famoso per l'inseguimento nautico più grandioso mai realizzato, lungo i canali di Amsterdam. Che solo Dick Maas eguaglierà e sempre lì, molti anni dopo. Una sorta di riferimento, un braccio violento della leggedegli inseguimenti in motoscafo. Entusiasmante la colonna sonora di Piccioni.
MEMORABILE: I titoli di testa con l'arrivo di Taube nell'aereo della KLM e lo splendido score di Piero Piccioni; La fotografia e i colori sul barcone panoramico.
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Notevole ibrido tra il thriller e il giallo, con tanto di whodunit sull'identità del cervello dell'organizzazione, tratto dall'omonimo romanzo di Alistair MacLean .
Dopo il brutale triplo omicidio di 3 spacciatori infedeli e ladri e l'omicidio di un agente segreto nell'aereoporto di Amsterdam, un collega e amico dello stesso comincia ad indagare allo scopo di vendicare l'amico e distruggere l'organizzazione, ma la morte aspetta il nostro. Sopravvivere non sarà facile, infatti intorno a lui comincieranno ad affiorare tanti cadaveri impiccati e vestiti come inquietanti bambole locali.
Ottimo cast, sia per quanto riguarda gli olandesi, sia per l'americana Barbara Parkins collega del protagonista e ottimi inglesi come Alexander Knox e Patrick Allen, bravo anche il protagonista.
Una sceneggiatura interessante a tratti cattivella e inaspettata.
Molto bella l'iconografia dei delitti (molto da giallo) con le vittime penzolanti e vestite come inquietanti bambole locali e un buon whodunit con tanto di rivelazione finale del colpevole preceduta da una scena in cui i vari sospetti si comportano ambiguamente per far mescolare le carte su chi sia l'eminenza grigia dietro il tutto.
Violento e scenografico (l'inseguimento nei canali ma anche la tortura degli orologi).