Stracultissimo? Fiera dell'eccentrico? Monolite dell'insolito? Orbita cinematografica a sè? Campione d'estro visionario? Sarà (stato) tutto quel che si vuole, ma il peso dei suoi anni lo porta, e la stanchezza di reggerlo la si avverte dopo pochi minuti. La presenza dell'icona-Jagger, sfruttata senza mai emanciparsi dal macchiettistismo, non risolleva le sorti. Retroguardia pura alquanto sovrastimata.
Ampolloso e pop, si divide tra noir e trasgressione e - come nota giustamente Mereghetti - la seconda parte ricorda Il Servo di Losey. Si evidenzia soprattutto l'aspetto tecnico, attraverso un montaggio intermittente, flashbacks e fotografia cangiante (si passa anche al bianco e nero). Fox dà volto ad un gangster nervoso e sadico, mentre Jagger ad un cantante drogato e vizioso. Le voci dei vari attori sono affidate ad altrettanti illustri doppiatori nostrani, tra cui Locchi, Colizzi, Nando Gazzolo.
Sicario troppo violento fugge dalla banda per uno sgarro, lo ospita un cantante pop. Una delle cose più noiose e inutili che abbia mai visto. Non è "inaccettabile vaccata" solo per l'interpretazione di Fox e per qualche interessante idea visiva. Per il resto, volontà di scioccare con montaggio e riprese alla "famolo strano" e con nudi e scene osé per épater les bourgeois. Peccato perché si intuisce che ci hanno pure meditato: l'ambiguità del titolo originale, la favola sul potere e la violenza, il senso del degrado sociale... Da evitare!
Per fortuna poi di Roeg vidi gli interessantissimi Eureka e Mille pezzi di un delirio perché a giudicare da questo film l'avrei considerato un vero bidone di regista. Per bruttezza e spocchia lo paragono solo al Zardoz di John Boorman, anche lui regista inglese poi capace di grandi cose. Mick Jagger è insopportabile, per non parlare della Pallenberg. Lo sviluppo è noiosissmo. Il montaggio frenetico ed inutile. La spocchia regna sovrana. Chissà perché lo considerano un cult...
Chi non conosce i Rolling Stones con tutte le vicende scandalistiche connesse ancor più a ciò che rappresentavano che non a loro stessi, eviti di guardare questo film: semplicemente non lo capirebbe. Dopo la prima mezz'ora di gangsterismo (divertente ma elementare), si entra infatti in un tunnel di giochi, travestimenti e allucinazioni alle quali è molto difficile restare agganciati mentalmente; molto più facile mollare tutto e ritenerlo una panzana...
MEMORABILE: La prestazione della Pallenberg, che non si discosta per niente da quello che era nella realtà.
È senz'altro ammirevole il senso di libertà che emana da queste produzioni, sciolte da ogni vincolo commerciale e da uno stile che obbedisca a canoni predeterminati. Altrettanto indubbio, però, che certe provocazioni ed elucubrazioni risultino ormai velleitarie oltre che buttate lì per sollevare scandalo (facile allora, impossibile oggi). Fox è davvero bravo, Jagger e gli altri, che interpretano sé stessi, molto disinvolti: un documento sociologico fedele dell'anarchismo Anni Sessanta. Belle le musiche.
Criminale in fuga dai complici trova rifugio in uno scantinato di proprietà di un cantante rock in disarmo che convive con due amanti. Dopo qualche incertezza, il triangolo diventa quadrilatero... Già affermato direttore di fotografia, Roeg esordisce con un film la cui trama e la presenza di Fox richiamano Il servo di Losey ma al posto del rigore classico della discesa negli inferi di quella pellicola qui troviamo una messa in scena artificiosa e modaiola che distrae invece di rendere più intrigante la vicenda, tanto da far arrivare all'epilogo più storditi che affascinati.
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Va cambiato il titolo!!! Infatti esiste la traduzione italiana del titolo che è "Sadismo" (facilmente verificabile in tutti i siti cinematografici italiani).
DiscussioneZender • 23/11/09 19:00 Capo scrivano - 48961 interventi