Quelli che magnificano lo Scarface di De Palma, dovrebbero fermarsi un momento a guardare questo film con Edward G. Robinson. Prototipo del genere gangsteristico, che tanto successo ebbe in quegli anni, è ancora godibile anche dopo quasi 80 anni.
Enrico Bandello detto Rico, il piccolo cesare. Il film del 1931 è bellissimo; non solo per Edward G. Robinson (incredibili i suoi occhi che riescono a parlare come nessun'altro riuscì), ma anche per un azzeccatissimo Douglas Fairbanks Jr. Chi ha cercato analogie con altri film, vedi Scarface di De Palma, si sbaglia: "Piccolo Cesare" è migliore.
Film scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. In Italia è uscito solo nel 1963. Edward G. Robinson è nel pieno della sua carriera cinematografica quando gira "Piccolo Cesare" e ha 38 anni. La pellicola vista oggi può sembrare datata, ma anche la realtà di quegli anni non è paragonabile a quella attuale e l'ambiente della malavita è comunque ben descritto in questo lavoro di LeRoy. L'interpretazione di Rico da parte di Robinson è eccezionale, gangster spietato leale però verso l'amico.
MEMORABILE: Commento dei poliziotti su Rico "piccolo Cesare": "Si è montato la testa, già dovranno fare un cappio speciale per poter fargliela passare".
Ascesa e rovina di un gangster spregiudicato nella città tentacolare, ma il cuore morale del racconto è semmai l'opposizione tra essere duri e teneri: come deve essere il vero uomo di successo? Così la fine per lo spietato boss, che ha sempre sgridato i poco "duri", scaturirà da un atto di tenerezza nei confronti dell'ex amico. Su questo si impianta un ottimo film, dal bel ritmo narrativo incalzante e dai begli scorci scenografici, che ha il suo fulcro nello straordinario physique du rôle ed espressività di Robinson, davvero magnetico.
Mervyn LeRoy firma un grande classico del genere gangster movie, raccontando l'ascesa di un criminale da piccolo boss di provincia a ras della grande metropoli. Il film ha un ritmo serrato, quasi da cronaca documentaristica e ha in Edward G. Robinson il suo motore pulsante: la sua interpretazione è straordinaria e ricca di sfumature, così come ottima è la prova del resto del cast.
Ottimo gangster movie che narra l'ascesa di Rico Bandello da criminale di quartiere a boss della malavita. Tutto è ridotto all'essenziale, dall'azione ai dialoghi, e questo giustifica la breve durata della pellicola. Grande merito della riuscita del film va al protagonista Edward G. Robinson, che rende al meglio le diverse sfaccettature del suo personaggio, duro e crudele ma anche fragile quando si trova di fronte il vecchio amico uscito dal giro.
MEMORABILE: È stupido aver paura di questi pezzi grossi: più grossi sono e più cadono male.
Protagonista del primo gangster-movie sonoro, il Little Caesar di Robinson non ha il fascino spavaldo del Tony di Muni né l'energia del Tom Powers di Cagney, ma riesce a risultare più realistico di entrambi, nella sua mediocrità fisica e caratteriale. E' un uomo meschino, dominato dalla volontà di potere, infantilmente vanesio e crudele, ma non sono questi i difetti che lo condurranno alla rovina quanto l'unica "debolezza" degna di compassione: l'amore non corrisposto verso l'amico con cui ha iniziato la sua carriera criminale. Interpretazione memorabile in una pietra miliare del genere.
MEMORABILE: Otero guarda estasiato il suo capo ben vestito che si rimira allo specchio
Il film che ha dettato le leggi del gangster movie anni 30 è, forse proprio per questa ragione, lineare e un po' schematico, capace di andare oltre i suoi innovativi canoni soltanto quando, verso il finale, il ritratto del protagonista si fa più psicologicamente dettagliato. Al di là del valore storico, a imprimersi nella memoria sono il volto e il fisico del protagonista (Robinson, poi protagonista de La donna del ritratto), in grado di suscitare odio e tenerezza allo stesso tempo. Un po' sopravvalutato, ma da vedere.
Grande esempio di gangster movie anni '30, è praticamente ancora perfetto rivedendolo adesso. Regia precisa, ritmo veloce, atmosfera cupissima e ottimi interpreti. Edward G. Robinson è semplicemente fantastico nei panni del criminale Rico, un personaggio dalle molte sfaccettature, quasi un anti-eroe da tragedia greca. Vi hanno attinto praticamente tutti i successivi noir e mafia movies, con in testa lo Scarface di De Palma. Fondamentale.
Grande noir firmato Mervyn LeRoy, molto vicino all'espressionismo tedesco per l'utilizzo degli ambienti, delle scenografie, delle luci e anche per la prova degli attori. Edward G. Robinson, con la sua piccola figura, incarna perfettamente i panni del gangster esteta che vuole diventare sempre più grande. L'ascesa e la caduta del protagonista vengono ben descritte dalla regia, che contribuisce in modo significativo a rendere più intense le sfumature della trama.
Mostra gli anni che ha, ma resta un film con un corpo centrale sorprendentemente serrato, disegnando l'ascesa, troppo veloce, di Rico, protagonista di un film di gangster che ha fatto epoca. Personaggio particolare: arrivista, smanioso, privo di sentimenti, ma poi tradito da una chiara pulsione erotica non realizzata, quando risparmia il giovane amico di un tempo. Robinson protagonista, magnetico nel suo gesticolare e nell'articolare espressioni. Curiosamente, sùbito dopo di lui, si ricorda Jackson, beffardo e composto poliziotto, qui nel suo ruolo più celebre, cui sono seguiti pochi picchi.
MEMORABILE: La raffica che, non a caso, "sega" proprio quel grande poster e, poco dopo, la celebre ultima battuta di Rico, morente.
Finalmente gli spari delle pistolettate cominciano a farsi "sentire" nel cinema e il gangster-movie trova con "Little Caesar" una sua nuova ragion d'essere. LeRoy imprime al film un ritmo forsennato come l'ascesa del protagonista ma si perde per strada i fondamentali piccoli dettagli che faranno grandi i capolavori del noir di poco posteriori. Robinson mena le danze di una vicenda ben orchestrata, riflettendo perfettamente negli occhi spiritati la laconica banalità del Male. A modo suo un archetipo, degno di rispetto, ma nel genere si è visto di meglio. Visione vivamente consigliata!
MEMORABILE: Il contrasto fra la freddezza spietata di Robinson e i suoi piccoli vezzi da parvenu.
Ascesa e caduta di Cesare Enrico "Rico" Bandello, alias Piccolo Cesare, bandito di strada che diventa re del North Side di Chicago. Film scandaloso per l'epoca, sia per la violenza, sia per le allusioni sessuali (e soprattutto omosessuali), visto oggi mostra i suoi anni, che non sono pochi. Tutto girato in studio e nei mitici "lots", gli esterni ricostruiti tra i teatri di posa di Hollywood, mostra chiaramente di appartenere alla prima ondata dei film sonori, con attori che ancora si esprimono con una mimica facciale intensa, come in attesa del cartello con la didascalia. Classico.
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