Grande battage pubblicitario e grandissime attese per questa pellicola (dotata pure di titolo che incuriosiva), col bel risultato che un film discreto, che ha un tema stimolante, ha finito col deludere chi si attendeva di vedere chissà che cosa. Non si vola mai basso, ci si diverte abbastanza ma… si resta sempre lì.
Non conoscevo per nulla questo film ma incuriosito dalla trama (basata forse su un fatto accaduto) l'ho visto immediatamente trovandolo un buon prodotto tipico di un certo cinema degli anni 80. Gli effetti speciali mi hanno ricordato i laser game dell'epoca, la regia e gli interpreti non sono di prim'ordine ma la vicenda riesce a essere indubbiamente interessante ed è velata di un certo sentimentalismo tipico da cinema americano.
MEMORABILE: Gli scontati ma sempre funzionanti giochi sui paradossi del tempo.
Prodotto e ideato da John Carpenter anche se diretto da Stewart Raffill, Philadelphia Experiment ha uno spunto di partenza (navi, viaggi nel tempo e tempeste magnetiche) simile a quello di un film di qualche anno prima, Countdown, Dimensione zero. Il film riesce ad intrattenere lo spettatore ma rimane sempre abbastanza in superficie senza colpi di coda che ci si poteva attendere dallo spunto iniziale.
Spunto interessante quello del viaggio nel tempo dei due marinai, ma che non può contare su di una regia troppo ispirata. Anche gli attori, pur non demeritando, non incidono più di tanto sulle emozioni dello spettatore. Peccato, perché il copione in fondo non era male.
Ispirato, si dice, ad un reale esperimento coperto, ovviamente (ma quanto se poi se ne parla?) da Top Secret, il film analizza ipotesi fantastiche, senza mai distanziarsi troppo dal verosimile. Lo spunto di partenza coinvolge, la regia è sempre attenta e gli interpreti calati nei ruoli. Ma dopo un'ora predomina la classica sensazione di "già visto" e gli eventi assumono una noiosa caratteristica di ciclicità. Grazioso, ma non fondamentale nonostante dietro, in parte, si celi il nome di John Carpenter...
Rivisto a tanti anni di distanza risulta perecchio invecchiato, soprattutto a livello di effetti speciali. Nonostante sia prodotto da John Carpenter ci troviamo davanti ad un prodotto poco originale, diretto con mano sicura ma piuttosto anonima da Raffill (specializzato in cinema per famiglie), che si lascia seguire ma che lascia in bocca il sapore del già visto e di un'occasione che poteva essere sfruttata meglio. Anche gli interpreti principali Parè e Nancy Allen (che con De Palma forniva ben altra prova di sè) risultano deludenti. **
Da un progetto top secret della marina statunitense, John Carpenter crea l'idea cinematografica poi sviluppata da Raffill. Fantascienza, fantapolitica, fantavoyager? Di tutto un po', ma i livelli sono molto alti e il film scorre che è un piacere, senza troppa retorica.
Nato dalle ceneri di un soggetto di John Carpenter, poi abbandonato perché ritenuto esiguo e non semplice da sviluppare. Raffill riprende ciò che di buono aveva l’idea di fondo e gira con un buon manico le scene di azione cercando di aggiungere qualcosa sfruttando le conseguenze inevitabili di uno spostamento temporale; tuttavia in alcuni passaggi sembra forzato e sia i personaggi sia le motivazioni che li animano non vengono approfondite a dovere.
MEMORABILE: Il buco nero che si staglia sulla città.
Rivisto per paragonarlo al triste TV-reboot del 2012 risulta di un altro livello. E' un prodotto tipicamente anni '80 (come testimonia l'acconciatura della Allen), confezionato con un certo mestiere rifacendosi a una leggenda militare da complotto molto in voga in quel periodo. Non è indimenticabile, certo, ma risulta ancora potabile soprattutto per la discreta caratura degli interpreti. Per rimanere su temi analoghi forse è meglio virare su Countdown - Dimensione zero.
Interessante film che, partendo da un esperimento realmente effettuato durante la Seconda Guerra Mondiale (i cui effetti non sono mai stati rivelati del tutto), mette in scena sparizioni, campi magnetici e viaggi nel futuro in maniera efficace anche grazie a un buon cast che conta il bravo Parè, la Allen e Moranis. Buona la scena della landa desertica e della nave che ritorna verso la fine. Merita una riscoperta per chi lo non conoscesse e una seconda visione se lo si è già visto.
MEMORABILE: La nave e la città intrappolate nel vortice e l'incontro tra David e Pamela.
Anticipando di un anno Ritorno al futuro, è un film che a sua volta gioca con i viaggi nel tempo; un soggetto sempre affascinante e facilmente fruibile da un pubblico generalista, specialmente negli usuali momenti di confusione del protagonista alle prese con la modernità e il destino proprio e degli amici. Tra buoni sentimenti, momenti drammatici, qualche riuscito SPFX e una confezione nello stile dei migliori 80s, un lavoro non eclatante ma più che godibile, con un Paré in uno dei suoi ruoli più convincenti, ben supportato da una Allen sempre graziosa. Si guarda ancora volentieri.
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CuriositàZender • 26/07/14 17:52 Capo scrivano - 47770 interventi
Dalla collezione "I flanetti di Legnani" (con contributo di Zender al restauro), il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della prima tv di Philadelphia experiment (16 giugno 1989, come da ricerche di Zender):
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flano cinematografico di Philadelphia experiment:
E un altro flano dalla collezione "sorprese d'epoca Zender":
DiscussioneRaremirko • 18/06/19 22:38 Call center Davinotti - 3862 interventi
Nulla di che ed in mano a Carpenter, qui solo in background, ne avrebbe guadagnato molto.
Cast nella media (ma si notan solo Parè e la Allen), effetti nella media, idea di base buona; il film ha la sua attrattiva covando nel mito dei viaggi nel tempo ecc., ma oggi è appena potabile.
Esiston sequel e remake; fantascienza ingarbugliata.