Thriller-noir che segue una tipica indagine per omicidio ma mettendo in scena personaggi "perdenti" o sopra le righe in una struttura non priva di un filo di humour che ricorda certe cose di Elmore Leonard; ottimo Hunnam e piace anche Gibson, ormai sempre più relegato a questi ruoli bizzarri e di secondo piano ma comunque magnetico e divertente nelle sue caratterizzazioni. La storia richiede una certa soglia d'attenzione e il narrato non sempre entusiasma, con qualche lungaggine di troppo, tuttavia può dirsi un lavoro abbastanza buono, molto anni '90 nell'impostazione stilistica.
Ecco l'ennesimo ex agente (poveracci, non possono mai godersi un po' di pace!) che torna a indagare (stavolta per scagionare un presunto uxoricida). Nonostante l'originalità risulti essere sconosciuta e i luoghi comuni abbondino, il film merita almeno una visione, al netto di qualche lungaggine di troppo inerente principalmente al personaggio interpretato da Mel Gibson (il solito latin lover beffardo al quale qui vengono tuttavia risparmiate scene d'azione pericolose giusto per l'età non più giovane), comunque sempre bravo e simpatico (di contro a un Hunnom invero non al top).
Detective story non troppo ispirata, dalla sceneggiatura che sembra più lambiccata di quanto poi lo scioglimento non sia. A salvare dal disastro il film è la sua ironia, che permette allo spettatore di guardare con un certo divertimento i vagabondaggi del detective protagonista in quel di Hollywood. Hunnam è ben calato nella parte, ma è Gibson quello più simpatico e infatti quando nella seconda parte le sue apparizioni si diradano cala di molto il ritmo. Regia incolore.
Ex poliziotto in disarmo si ricicla controvoglia come investigatore privato per dimostrare l'innocenza di un celebre attore sospettato di aver ucciso la moglie imentre era ubriaco... Giallo di ambientazione hollywoodiana basato sul classico meccanismo del whodunit in cui prevalgono l'osservazione e il confronto dei caratteri rispetto all'azione: abbastanza piacevole, anche se con qualche incertezza sia a livello di trama che di realizzazione. Nel cast, Hunnam è attraente sia liscio che gasato mentre Gibson risulta meno esuberante del solito nonostante il ruolo di eccentrico gigione.
MEMORABILE: Gibson replica il monologo di Amleto con il teschio in mano, questa volta nella versione adattata per l'asilo infantile.
Vedere l'ex moticiclista dei Sons of Anarchy andare in giro in bici in versione fratello più serio di Ace Ventura fa una certa impressione, ma bisogna ammettere che non se la cava male, pur senza colpire particolarmente. Il vero problema della pellicola è la pochezza della sceneggiatura (l'indagine è quel che è), che si prova a nascondere con una narrazione semiseria, utilizzando un Gibson sopra le righe e una coppia di delinquentelli braccio e mente (visto ciò che c è nella chiavetta). Si può vedere, ma fa parte di quei prodotti guarda e getta. Era quindi lecito aspettarsi di più.
MEMORABILE: Lo stunt man da sfogo sul set; "Vivo in una roulotte con una gallina"; "Igienizzami"; Alla festa.
Per indagare su un delitto, un ex poliziotto lascia la sua casa nel bosco. Commedia mescolata a un po' d'azione non del tutto riuscita. Non tutti i personaggi e le dinamiche risultano convincenti. Qua e là si sorride, ma niente di che. Mel Gibson non poteva avere un altro doppiatore? Apprezzabile più in versione originale. Consigliabile, dato che riesce almeno a intrattenere.
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DiscussioneRambo90 • 7/03/22 23:37 Pianificazione e progetti - 444 interventi
Titolo italiano: Omicidio a Los Angeles
Comunque come genere lo definirei Giallo. Lo trovo molto più appropriato.
Mah, io l'ho trovato più un noir nello stile di certi romanzi di genere, anche nella rappresentazione dallo humour sottile dei vari personaggi e il finale è più tipicamente da thriller... Se penso al giallo mi viene in mente Agatha Christie o il giallo italiano anni '70 alla Argento, per capirci. È un genere che trovo prettamente europeo..
DiscussioneDaniela • 8/03/22 12:32 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Soggetto dal romanzo omonimo pubblicato nel 2018 dello scrittore statunitense Howard Michael Gould che ha curato anche la sceneggiatura del film. Il romanzo è il primo di una serie dedicata alle avventure del personaggio dell'ex poliziotto Charlie Waldo. Un secondo romanzo dal titolo Below the Line è stato pubblicato nel 2019.