Slasheruncolo patinato che sguinzaglia la bollente e ambigua Paz de la Huerta, sempre senza slip ma con il reggiseno: accoppa senza remore maschi fedifraghi, annienta come presenza la terribile scream queen Katrina Bowden ed è un optional che poi non sappia recitare mezza battuta. A onor del vero, però, la storia è una fesseria colossale che fa acqua da ogni dove, senza regia e con pessimi effetti digitali, ma che delizia nella sua scalcinata onestà persino quando finge di essere femminista. Probabile capolavoro per tredicenni onanisti.
Povera Kathleen Turner, costretta a comparire in questo film un po' horror, un po' comico e un po' hard, dove due infermiere si fanno la guerra dentro e fuori un ospedale. L'intero cast si diverte e dà del suo peggio, ma forse è questo lo scopo della produzione e del regista. Le due protagoniste sono splendide, ma non riescono a offuscare il bel ricordo di Gloria Guida, Nadia Cassini e Ursula Andress in camice bianco, interpreti di sexy film italioti anni '70 che, rispetto a questo bollente grand guignol, sembrano diretti da Vittorio de Sica.
Un film di grana grossa, che punta su elementi classici (sesso, infedeltà e violenza) estremizzandoli (qundi splatter incontrollato, atti espliciti, effusioni lesbo..) e attualizzandoli (mail, selfie, ambienti patinati) per colpire lo spettatore. Va quindi preso come un filmetto a tratti divertente, spesso scontato, senza pretendere profondità di scrittura o attori che si ricordino per le loro capacità. Paz de la Huerta sopra le righe e allergica agli slip, Turner inspiegabile cameo.
Filmetto splatter di bassa lega in cui le uccisioni truculente si mischiano con patitissime scene di sesso saffico ed etero. Sviluppo narrativo abbastanza convenzionale con una parte finale troppo ripetitiva tra fontane di sangue all'interno del nosocomio. La Huerta interpreta la femme fatale con manie omicide e poco amante degli slip e talvolta è un bel vedere, ma ciò non basta a salvare il film dalla mediocrità.
Privo di qualsiasi tensione, il film si limita a proporre una galleria di situazioni splatter e pseudoerotiche dall'inizio alla (soprattutto) fine; inutile cercare di soffermarsi sui dialoghi, scontati e banali e cercare un guizzo di originalità salvo un po' di patonza servita con tanto di fotografia patinata. Tutto avrebbe potuto risolversi realizzando un cortometraggio, magari del tipo nonsense, con le sole, ultime sequenze finali: il risultato sarebbe stato identico.
Anche preso per quello che è (un b-movie o un fumettaccio pseudo horror-erotico di altri tempi), c'è poco da divertirsi. In parte perché si fa ben presto ripetitivo (come ripetitivo è il personaggio principale che diventa quello che è a causa, udite udite, di un trauma infantile), in parte perché verso la fine diventa ridicolo e non conosce vergogna. Meglio sarebbe stato puntare su una maggiore originalità o quanto meno varietà, per esempio nelle torture inflitte ai malcapitati di turno. La de la Huerta è uno spettacolo della natura, ma non basta a salvare il film
Visto per caso, con decrescente interesse. Se un film ti fa venire voglia di ritirare i panni dallo stendino, abbiamo un problema. Se poi ha una protagonista che dovrebbe (sottolineato tre volte) essere una bomba del sesso, addio. Incomprensibile la fama di sex symbol di De La Huerta, un manichino incapace di tenere un'espressione per tre secondi. La storia è ridicola ma non divertente. Per infermiere pazze e svestite rivolgersi alla Troma. Meglio guardare l'oblò della lavatrice.
Robetta... Da inserire nel filone di belle gnoccolone che infliggono tremende punizioni ai soliti maschi idioti, traditori, molestatori, ha zero pregi e moltissimi difetti. Regia assolutamente assente di un ridicolo piattume televisivo, zero idee innovative, scarsi effetti speciali e omicidi banali, nessuna tensione. L'unico pregio potrebbe essere la Huerta, spesso in integrale, ma le capacità recitative sono di immota fissità e la sensualità quella di un bel manichino da vetrina. Tempo assolutamente buttato.
Le strepitose curve di Paz de la Huerta (e non solo) vengono continuamente offerte al pubblico in maniera tale da nascondere le paurose carenze di una sceneggiatura (quella sì) da brividi. Nessuno vorrebbe passare del tempo in ospedale ma essere attorniato da un'orgia di infermiere sexy e dipendenti dal sesso credo possa in parte attenuare la pena della degenza. Il film però è francamente imbarazzante. Credo sia sottinteso il motivo del mezzo pallino in più che lo affranca dall'essere inaccettabile.
Una sexy infermiera seduce mariti infedeli e poi li uccide. Torna il soggetto della femme "fatale" ma rimodernato da una confezione piacevolmente patinata e chic con scenette di nudo, sesso lesbo e accenni di ménage à trois (col feticcio delle "sexy nurse") e con sceneggiatura in crescendo di toni. Inizia come un burlesque erotico quasi alla Tinto Brass (voce narrante fuori campo della protagonista) per evolversi come un thriller, sfociare nello splatter con ferri del mestiere e finire come è iniziato. Piacevole intrattenimento.
MEMORABILE: I toni da farsa erotica della protagonista, molto diversi dai soliti deliri delle folli che si vedono al cinema.
Nell'ospedale meno verosimile che ci sia, vedasi il completo sexy delle operatrici (tra l'altro che razza di addetta alle risorse umane hanno assunto?), lavora un'altrettanto assurda infermiera dalla doppia vita e con più di qualche tara mentale a carico. L'unica intelligente lì dentro pare essere la bionda, dato che alla rimanente carrellata di fessi basta che la Nostra sventoli qualche accenno di grazia sotto al naso per regredire a zombi arrapati. Come si fa a prendere anche solo minimamente sul serio una trama del genere? Il mezzo pallino è per il gore (peraltro mal dosato).
MEMORABILE: Dopo aver sentito "certe cose" sulla sul conto della protagonista e averglielo pure detto, il medico fesso si apparta con lei nell'obitorio. Genio!
Di giorno Abby è un'impeccabile infermiera, di notte una sanguinaria predatrice di uomini fedifraghi; la situazione precipita quando s'invaghisce di una giovane collega. Doug Aarniokowski, un tempo collaboratore di Charles Band alla Full Moon, fa dello stile l'essenza primaria per una svelta commedia nera a tinte erotico-violente, fra lo stalking-movie saffico e il thriller vigilantista al femminile, pepando l'insieme di appariscenti dinamismi splatter che sottostanno alle imposizioni coreografiche del 3D. Un prodotto ben confezionato, exploitativamente godibile, ma con poca anima.
MEMORABILE: Il marito infedele impalato su un cancello; Il dottore palpeggiatore mutilato via segaossa; L'emoglobinica ecatombe ospedaliera durante l'atto finale.
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HomevideoPumpkh75 • 23/03/15 09:50 Archivista in seconda - 437 interventi