Note: Sono accreditati i soli quattro attori che appaiono nel breve raccordo. La presenza degli altri (che provengono o da "Maladonna" o da "Malombra") è vistosa, ma nessuno di loro è accreditato.
Riciclaggio dei due precedenti titoli della trilogia di Gaburro (Malombra e Maladonna), ottenuto ricucendo, con un breve segmento di raccordo girato ex novo, le sintesi del secondo e del primo film. Quindi una ripetizione di atmosfere, scene e dialoghi, con protagonisti la coppia Senatore-Poli, assolutamente priva di utilità ed interesse (se non filologico); peraltro nel segmento di raccordo la Senatore appare pochissimo...
Pazzesco (e geniale) assemblaggio con: a) sunto di Maladonna; b) una decina di minuti di raccordo; c) sunto di Malombra. Purtroppo il succo qui non è meglio del tutto, anzi: si nota con chiarezza che c'è un netto sbilanciamento di personaggi (la cameriera è la Cavalcanti nella prima parte, la Jacu nella seconda...). Da notare poi, in questo film ambientato nell'Ottocento, l'esilarante apparizione di una penna biro (da Maladonna), il che la dice lunga sul livello dell'opera.
Estremo esempio di riciclaggio (Malombra + Maladonna), operato senza colpo ferire, aggiungendo brevi raccordi di girato ex-novo onde spacciare per altro una serie di nudi - già offerti, ossia "usati" ed "abusati" - audaci ma senza anima. Per l'occasione la Senatore si sdoppia, nel duplice ruolo di sorella ora buona (con e senza U) ora perversa (ma sempre "buona senza U"). Amplessi a go-go, lesbismo in prima fila, ed una (mal)riuscita atmosfera goticheggiante (ma nient'affatto godereccia) provocata dalla decadente ambientazione rétro. Gaburro, dato l'eccelso risultato, sigla come Alex Romano.
Collage erotico di raggelante faciloneria condito in salsa Belle Époque. Al plot (che è un mero fantasma) segue ovviamente una sceneggiatura (parola grossa, qui) inesistente; varie assurdità si dispiegano una dopo l'altra, i dialoghi sono loro malgrado comici, l'erotismo sincero latita e la musica è onnipresente e monocorde. Curiosa la parte nel convento; non perché sia riuscita ma per essere involontariamente surreale, sopra le righe e di un assurdo gradevole.
Operazione di riciclaggio da non credere: Gaburro gira pochi minuti di raccordo e mette insieme un "greatest hits" di Maladonna e Malombra, riducendoli in pratica a due cortometraggi malamente tenuti insieme. Chi ha visto entrambi i film può quindi risparmiarsi questa disonesta perdita di tempo, gli altri ci capiranno invece poco o nulla e dovranno accontentarsi di qualche nudo e scena softcore, amori tormentati e dialoghi inverosimili e addormentevoli, tutto avvolto in una cornice barocca e decadente esasperata dalla malinconica e onnipresente ost. Micidiale a dir poco.
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Ultimo film per la Senatore, che dopo questa pellicola uscirà dalle scene (seguirà un assurda pellicola hard…) per problemi inerenti la droga. La sua storia è abbastanza simile a quella di Lilly Carati.