Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Due anziani signori confabulano mentre il narratore ci spiega come uno di essi sia uso raccontare storie a metà tra il vero e la finzione. Nel bosco in cui si trovano, dice, sorgeva molto tempo prima un'antica villa che nella seconda metà del Settecento ebbe l'onore di ospitare nientemeno che Amadeus Mozart in uno dei suoi soggiorni in Italia prima di un esame alla Filodrammatica di Bologna. Ospite col padre (Capolicchio) nella villa del conte Pallavicini (Delle Piane), Amadè (Davidson) ne conosce il figlio Giuseppe (Parisini) col quale, dopo i primi incontri burrascosi, stringe una sincera amicizia. Insieme trascorreranno bei giorni alla villa e nei suoi immediati dintorni,...Leggi tutto passando dalle serate con i due amici inseparabili (Celli e Novecento) a quelle con la nipote (Rebeschini) di una ricca donna anziana morta di fresco e che abitava oltre il bosco. Avati si cala in una realtà Settecentesca con la stessa disinvoltura con cui affronta le sue ricostruzioni storiche più prossime a noi, mantenendo inalterata la capacità di raccontare storie ordinarie con una semplicità e un gusto che restano unici. Sempre superlativo nella direzione del cast, immerge le avventure minime dei suoi giovani protagonisti in un'atmosfera sognante che se anche non raggiunge la magia delle STRELLE NEL FOSSO ne avvicina comunque il clima di complicità che legava i personaggi principali. I quali non sono qui, al di là dei titoli, Capolicchio, Delle Piane e la Di Benedetto (comunque molto importanti nell'economia della vicenda) ma gli adolescenti, che stabiliscono tra loro un rapporto particolare nato da un'iniziale avversione di Giuseppe nei confronti di Amadè e di suo padre. E' proprio quest'ultimo a dover ricucire lo strappo rendendosi conto di non poter rinunciare all'appoggio del Conte per esser certo che il figlio passi l'esame. Anche per questo esistono momenti, tra i due genitori, piuttosto tesi, con il padre di Amadè che fatica a capire il carattere profondamente eccentrico del Conte Pallavicini, sempre placido, anche in frangenti in cui ci si aspetterebbero da lui stizza e atteggiamenti indagatori. Invece no, il Conte si placa, ma in verità tende comunque a fargli fare quel che vuole: appiana ogni contrasto facendo leva sul fatto di sapere quanto il suo ospite abbia bisogno di lui e non osi ribellarsi nemmeno di fronte alle umiliazioni peggiori. Eppure si respira comunque un'aria di amicizia e chi non la sopporta sono semmai i dieci bulli del quartiere, che girano assieme e si divertono a prendere a pugni chi prima offendono. Non succede mai nulla d'eclatante nel corso del film, ma in fondo è nell'analisi della medietà che Avati ricava la linfa vitale delle sue opere, con le invadenti (ma adeguate) musiche di Riz Ortolani a rendere credibile il quadro. Nulla da eccepire sulla sceneggiatura, mentre invece la sovrabbondanza di parrucche e il forte ingombro dato dagli abiti tendono a invecchiare più del dovuto il film. Da ascrivere purtroppo tra le peggiori e superflue partecipazioni dell'attore la presenza di Cavina nel ruolo del cugino matto; più canoniche, tra le file del clero, le figure di altri due avatiani di ferro come Giulio Pizzirani e il nano Bob Tonelli. Pregevole, a tratti molto autentico nella sua rievocazione di antiche usanze, il film tende però a sfuggire risultando inconsistente e in alcune occasioni ripetitivo (si vedano le scene legate all'anziana defunta, dal suo funerale alle celebrazioni sul letto di morte).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/09 DAL BENEMERITO HACKETT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/10/20
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Hackett 4/07/09 17:58 - 1867 commenti

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Film poco conosciuto di Avati, "Noi tre" è una pellicola delicata e curiosa, come nella miglior tradizione del regista emiliano. La scelta di osservare il giovane Mozart con le lenti della semplicità, in quanto ragazzo alla ricerca di una vita normale, rende la pellicola un piccolo capolavoro di intimismo e originalità. Cast avatiano al gran completo.

Homesick 24/06/10 17:49 - 5737 commenti

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Silvestre e trasognato. L’immaginario bucolico e fiabesco de Le strelle nel fosso ritorna in questo quadretto intimista dedicato al soggiorno bolognese di un Mozart adolescente che si divide tra studio della musica, amicizie, amori e scoperta delle cose semplici della vita. Al suo debutto, Parisini si aggrega alle nuove reclute (Novecento, Celli) che Avati schiera accanto agli abituali Capolicchio, Delle Piane (arrochito e malaticcio) e Cavina (fanciullesco pazzoide). Musiche di Ortolani, frastornanti e invasive come quelle di Nyman per i film di Greenaway.

Shika70 13/05/12 09:16 - 20 commenti

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Si prenda il 'motore" de Le strelle nel fosso e lo si straponga (negli stessi anni) da una improbabile casa di soli uomini spersa nelle valli alla villa di campagna dei conti Pallavicini. Si prenda un narratore che provvede alla cornice ed ecco che il racconto della permanenza di "Amadè Mozart" a Bologna prende forma. Storia intimista sul rapporto/sodalizio fra padre e figlio e fra figlio/prodigio e vita "normale" (per un nobile del '700) ed ecco un bel film. Ottimi Capolicchio-Mozart padre, Cavina il cugino; folle ma eccezionale Delle Piane.
MEMORABILE: Nick Novecento: "Io zono cattivo..." Prende uno schiaffo. Ripete: "Io zono cattivo". Altro schiaffo, se ne vanno...

Galbo 4/11/14 05:52 - 12392 commenti

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Film intimista dedicato alla figura di Mozart in un episodio adolescenziale. Avati fa abilmente suo il personaggio e lo utilizza in una riuscita contrapposizione tra il mondo giovanile (incarnato anche dagli altri due protagonisti) e le figure adulte, decisamente meno gradevoli. Il cast nel complesso è efficace e il film meritevole di visione, anche se non si tratta del film migliore del regista bolognese.

Lucius 5/10/16 01:02 - 3015 commenti

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Tecnicamente pregevole, conta su un reparto costumi degno di nota, location storiche mozzafiato, fotografia pregiata e cura del dettaglio, ma risulta troppo incentrato sui dialoghi. Una libertà dei sensi imbrigliata in un sottotesto bisessuale forse solo accennato. Ad Avati va riconosciuto il merito di aver costruito il personaggio di Mozart giovane con credibilità. La fascinosa natura incontaminata fa da giusta cornice alla trama. Non si mitizza Mozart, si prova a descrivere la sua adolescenza tra bizzarrie e stravaganze settecentesche.

Jena 20/11/21 17:06 - 1555 commenti

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La storia di una presunta permanenza nel bolognese di un giovanissimo Mozart è la scusa per Avati per trattare i suoi temi preferiti: l'amicizia tra giovani, il nostalgico ricordo dell'adolescenza che se ne va, il sentore di morte che aleggia sullo sfondo. Il tutto come sempre nelle care ambientazioni padane, filmate con il consueto gusto pittorico. Indimenticabile il Conte zoppo e maligno di Delle Piane come il cugino folle di Cavina, bene tutti gli attori tra cui Davidson come ingenuo Amadè. Belli i costumi e le location settecentesche, musiche di Wolfang Amadeus...
MEMORABILE: Delle Piane e il cugino matto Cavina; La visita alla zia morta; Il conte che mangia la terra; Gli schiaffi a Nick Novecento; L'esame a Bologna.

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  • Discussione Graf • 6/11/14 01:03
    Fotocopista - 908 interventi
    Ricordo che quando vidi questo "piccolo" film al cinema, all'epoca della sua uscita, cioè 30 anni fa, mi piacque tantissimo e mi commosse quasi fino alle lacrime....
    Ebbe su di me un effetto sorprendentemente catartico.
    Lo considero uno dei film più riusciti di Avati nonostante la sua semplicità e linearità (e forse proprio per questi motivi...).
    Non ebbi occasione di rivederlo più.
    Chissà se ora mi farebbe lo stesso effetto di allora.
    C'è un solo modo per saperlo....
    Ultima modifica: 6/11/14 01:11 da Graf
  • Discussione Galbo • 6/11/14 05:46
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Io l'ho visto per la prima volta qualche sera fa trasmesso da Raimovie; non mi è dispiaciuto anche se l'ho trovato un pò troppo "esile" e inconsistente dal punto di vista narrativo. Merita la visione ma non è a mio giudizio una delle opere migliori del regista.
  • Discussione Graf • 8/11/14 01:00
    Fotocopista - 908 interventi
    Ho un ottimo ricordo di questo film ma ho quasi timore a rivederlo perché una nuova visione a 30 anni dalla prima potrebbe deludermi e anche parecchio.
    Non è la prima volta che un film che mi sia piaciuto, da giovane spettatore, sul grande schermo di un cinema affollato, mi abbia poi deluso, dopo decenni, in una successiva visione casalinga, sullo schermo "fazzoletto" della TV (per rimanere con Pupi Avati, ad esempio Tutti i defunti...tranne i morti).
    Ma è successo anche il contrario (es. Dillinger è morto di Marco Ferreri) a dimostrazione che sia il film che lo spettatore si "modificano" continuamente nel tempo...
    Ultima modifica: 8/11/14 13:30 da Graf
  • Curiosità Buiomega71 • 22/05/19 19:30
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 11 giugno 1987) di Noi tre: