Pathos - Segreta inquietudine - Film (1988)

Dopo Sotto il vestito niente, dopo La morte è di moda, un altro italiano tenta la strada del thriller-glamour. Questa volta il regista è il talentuoso Piccio Raffinini, che con l'ausilio di bellissime modelle tenta di creare un intreccio thriller-futuristico. Dico futuristico perché Raffinini crea un'ambientazione stile anni '80 per quanto riguarda le luci e gli interni, ma "bladerunneriana" per gli esterni. Il film si prende la sufficienza proprio per la scelta delle ambientazioni, luci e colori, figlie di quel periodo.

Avrebbe dovuto intitolarsi Sotto il vestito niente 3, per le analogie col film di Dario Piana e la presenza di Gioia Scola, ma il film non è all'altezza di quest'ultimo, essendone solo una brutta copia sotfcore, con modelle nude a riempimento di una sceneggiatura sbagliata dove l'omosessualità di una, la bisessualità dell'altra, l'omosessualità del pericoloso (incredibile) assassino servono solo come pretesto per un film senza idee e mediocre in tutto tranne che forse nelle musiche.

Ex marito (un Pistilli mancato) procaccia donne alla moglie fotografa (e lesbica) che finisce per intrecciare una relazione (di lavoro e sesso) con una culturista a breve assassinata. Tremendo giallo "femminista" con taglio futuristico ma oggi malamente datato, lento e privo di momenti interessanti, co-sceneggiato anche da Lidia Ravera. Un po' di nudo e un lieve clima di bondage non sono sufficienti a renderlo visibile. La citazione a De Palma (Vestito per uccidere) naufraga nell'approssimazione dovuta a una scialba regia e a dialoghi scadenti.

Epigono di Sotto il vestito niente per i suoi delitti consumati nel mondo corrotto e perverso della moda, è confezionato come un lungo, monotono videoclip immerso in luci glamour e scenografie hi-tech – la futuristica automobile sembra prelevata dal set di Blade runner – che difetta del tutto in tensione e compattezza di sceneggiatura; abbonda invece l’erotismo, sprigionato da un variegato gineceo (la robotica Hey, la candida Scola, la culturista Clive, la muta e lubrica Grimaldi). Curiosa quanto inutile la partecipazione della popstar Kid Creole.

Niente di eccezionale ma assolutamente da non dar buttar via, questa unica regia di Raffanini. Certo non è un capolavoro e come thriller risulta anzi banale e scontato. ma vuoi l'atmosfera futuristica, vuoi il cast femminile di un certa bellezza, ecco che questo film inizia a prendere punti. Notevole la colonna sonora.

Lo stile è un po' grossolano, perché sembra più una devozione totale a strumenti quali neon, computer per inquadrature fotografiche molto all'avanguardia per l'epoca, ovvero un'ossessione per il trucco e per l'immagine. Ma i luoghi e gli ambienti torbidi che contornano gli studi di registrazione corroborano la trama, al punto che un personaggio spregiudicato come la protagonista comincia ad avere fluttuazioni di stati d'animo che la condizioneranno ancor più degli omicidi, fino a farle anelare una normalità che aveva sempre rifiutato. Ed è questo traviamento il punto forte del film

Film tipicamente 80s, nonostante la storia sia ambientata in un futuro imprecisabile, appartenente al genere “fashion-thriller”. Stupende modelle vengono trovate sgozzate mentre vengono filmate quando tutto sembra condurre a un unico assassino, vista l’eliminazione dei vari personaggi sospetti. Se la trama è insulsa, la fotografia patinata riesce a compensare il tutto, almeno per la gioia degli occhi. Eva Grimaldi, pure se muta, fa la sua bella figura.