Si presenta in agenzia per farsi assumere come segretaria a Londra e quelli la rapiscono! Si risveglia due giorni dopo in una villa sulle coste della Cornovaglia e gli dicono che non è affatto la Giulia Ross che pretende di essere ma tale Miriam, sposata e molto malata (per non dire matta). Naturalmente lei non ci crede, ma quelli non la fanno uscire e di fatto la tengono sequestrata. Perché? lo si capirà nel finale, prevedibilmente, ma per arrivarci dovremo sorbirci le interminabili lagne della poverina (Foch), che proverà in ogni modo a fuggire dalla sua prigione dorata. Tematiche tipiche del tempo per un thriller meno coinvolgente del previsto e assai datato (a cominciare...Leggi tutto dalle invadenti musiche). Se pensiamo che Hitchcock lo stesso anno girava IO TI SALVERÒ si capisce quanto Joseph H. Lewis voli più basso: un'unica idea tirata avanti per 65 minuti che sembrano molti dipiù. Certo, la Foch non è Ingrid Bergman e nessuno nel cast si avvicina alla classe di Gregory Peck; ciononostante - e considerato l'anno - si può dire che almeno un minimo di suspense c'è e si è curiosi di capire come finirà la vicenda. Qualche buona scena ma nel complesso una regia debole penalizza una sceneggiatura che non era poi male. Poco ficcanti le caratterizzazioni di madre e figlio, finale privo di pathos.
Londra. Giulia Ross cerca un posto di lavoro ma finisce immischiata in una losca e misteriosa congiura. Inquietante e allucinante thriller sul tema dello scambio di persona, che ricorda Hitchcock e Frankenheimer. Breve (solo 65 minuti), denso, coinvolgente e recitato benissimo. Nel 1987 dallo stesso libro Penn trasse Omicidio allo specchio.
Piccolo gioiellino thriller-noir che sfrutta il tema della donna "prigioniera" senza che se ne sappiano bene i motivi. Ed il merito principale della pellicola è proprio quello di tenere celate per buona parte di essa le intenzioni dei
protagonisti fino poi a svelarle nel finale che agli smaliziati spettatori contemporaneai non apparirà sorprendente ma che per l'epoca doveva fare ben altro effetto. La tensione resta costante per tutta la pellicola (forse anche per merito della breve durata: poco più di un'ora). Una di quelle chicche poco conosciute che va recuperata da amanti del genere e non.
Thriller denso, veloce e intenso con ragazza rapìta e mortalmente insidiata. I più scafati del genere capiranno dopo poco come andranno le cose (se non nella forma sicuramente negli esiti drammaturgici), ma va bene così, il suo valore è altrove; ovvero nel senso di asfissia evocato dalla malvagità della cricca di individui (uno di loro è un pericoloso psicopatico) che tramano per la sua eliminazione fisica. Originale la sequenza finale, che riscatta la prevedibilità del cosiddetto "lieto fine".
La grandissima Nina Foch è l'ottima interprete di questo inquietante thriller. Claustrofobico, una discesa della protagonista in un inferno di personaggi crudeli e inumani. E poco importa che siano essi psicopatici come il presunto marito o suoi attivi complici, risultando persino peggiori di lui (la madre); pure i personaggi di contorno risultano odiosi e inumani (la donna delle pulizie). Quasi dispiace la breve durata: non c'è un attimo di respiro, fino al bel finale. Inquietantissimi Mc Ready e il suo pugnale. Da riscoprire.
Ragazza povera e sola al mondo trova lavoro come segretaria di un'anziana signora: ottima paga e bella sistemazione, ma... Breve nella durata e modesto nella dimensione produttiva, ma, a parte qualche trascurabile ingenuità a livello di narrazione, si tratta di un thriller di tutto rispetto, interpretato da un cast azzeccato ed ammirevole per tensione e ritmo. Svelato il piano dell'inedita coppia criminale composta dalla dolce vecchietta e dal figlio psicopatico, la suspence nasce dallo scoprire come la protagonista riuscirà a cavarsela in una situazione apparentemente senza via d'uscita.
MEMORABILE: Il tentativo di fuga nascosta dentro l'auto; La lettera mal celata di proposito; Il finale sulla scogliera
Un film che descrive con molta attenzione i meccanismi del rapporto tra la sventurata protagonista e il pericoloso parterre che la circonda: una villa/prigione, un giovane psicotico, un'anziana affabulatrice e un losco piano d'affari. Piccolo gioiellino d'atmosfera, che si dipana come la tela di un ragno; claustrofobico, tenebroso e dal ritmo serrato. Bravissimi tutti gli attori, in particolar modo la bella e fragile Nina Foch.
Un delitto, uno psicopatico e una donna che dovrà riempire lo spazio vuoto di una bara. Joseph H. Lewis, autore di diversi B-movies, qui dà il meglio stringendoci nella perenne morsa claustrofobica di una situazione che si ripete, sorvolando su alcune assurdità narrative che stridono. Se si deve simulare un suicidio, perché non farlo da subito? Bianco e nero e scampoli di cinema gotico dei tempi andati.
MEMORABILE: Quel George Macready già marito geloso e folle di Gilda.
Buon giallo che riesce a creare una giusta dose di suspense e di mistero attorno alle sorti della protagonista. Di brevissima durata (supera di poco i 60'), è recitato più che dignitosamente da interpreti non di grido e vanta una bella fotografia nel classico b&n in uso ai tempi. Giusta la scelta di tenere all'oscuro, fin quasi alla fine, i motivi della segregazione nella magnifica villa in Cornovaglia. Lewis è regista di non grande notorietà ma autore di alcuni lavori di tutto rispetto. Merita sicuramente almeno una visione.
Thriller di modeste dimensioni (a partire dalla durata di un'ora appena) ma più che rispettabile, ricco di spunti sinistri (la malsana relazione fra la madre e il figlio psicopatico) e di idee intriganti (lo scambio di persona e il "gaslighting" per coprire un delitto). Bianco e nero suggestivo ed efficace ambientazione gotica, con villone sulla scogliera dagli echi spettrali. La Roch è forse un po' troppo algida per il ruolo di eroina in pericolo e in più occasioni ci si rammarica pensando a quello che un Hitchcock avrebbe potuto tirare fuori da un soggetto simile, ma resta valido.
MEMORABILE: Gli impulsi delittuosi (con coltelli alla mano) del folle Macready; Il messaggio lasciato fuori dal cancello; Il suicidio; Il finale sulla spiaggia.
Abile nella regia, perché non ha tempi morti, più semplice nella sua lineare ma ben congegnata trama, enfatico, allucinato nelle psicologie. Melodramma senza overdose sentimentali, introduce uno scenario arioso (le sponde della Cornovaglia) all’interno di una storia torbida di doppiogiochisti e triple identità. May Whitty e Nina Foch in un duello femminile e generazionale. Morboso.
Joseph H. Lewis HA DIRETTO ANCHE...
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Di questo film esistono due edizioni in DVD (entrambe Golem Video): la prima uscita nel 2014, la seconda nel 2019 che viene venduta su eBay ed Amazon con la dicitura "restaurato in hd". Mi riservo prossimamente un confronto più dettagliato.