Mi chiamano Radio - Film (2003)

Pellicola decisamente all'americana sui problemi di un ragazzo mentalmente ritardato in un college negli anni '70: con tutti i difetti che ti aspetteresti di trovare in un film del genere, nessuno escluso. Storia piatta, personaggi monodimensionali e l'irritante Cuba Gooding che esagera in ogni inquadratura. Evviva le buone intenzioni, come no; ma il film resta una mezza porcata.

Film fatto per piacere al pubblico americano medio, ha una storia edificante che ha per protagonista un giovane atleta di colore alla ricerca del riscatto. E' tratto da una storia vera ma difetta proprio di realismo con personaggi di spessore scarsissimo e una totale prevedibilità della trama. Il cast vede primeggiare un cinico ma incisivo Ed Harris mentre Cuba Gooding è troppo sopra le righe. Mediocre.

Tipica storia statunitense con tessuto narrativo piuttosto prevedibile. Al centro della storia è un ragazzo disabile che viene chiamato Radio proprio per la passione delle medesime. La storia scorre ed è facile da seguire ma, pur distribuendo buoni sentimenti (qualche idea valida c'è, come quando al poliziotto che lo ha messo in prigione viene dato come incarico quello di aiutarlo a distribuire i regali) non riesce a incidere come forse avrebbe potuto. Al pubblico americano potrà piacere, ma suscita più dubbi che entusiasmi. Nulla di che.