Lo stato dell'Unione - Film (1948)

Imprenditore si candida alle elezioni americane coi repubblicani, e sembra essere inghiottito dal meccanismo del suo torbido comitato... Non basta un cast di indiscutibile livello a coprire le pecche di un film già gravato dall'ipoteca dell'origine teatrale dello script, e per di più afflitto dal consueto schematismo e manicheismo populista di Capra, qui non bilanciato dalla verve o dal sentimento: persino l'inossidabile coppia sembra timbrare il cartellino. Curiosa la Lansbury cattiva e agghindata da dark lady.

Un Capra ispiratissimo, che insiste ancora sui temi a lui cari d'onestà di coscienza e verso il paese, in un modo forse ancora più insistito e pedagogico del solito. Rispetto ad altri film (tipo Arriva John Doe) il ritmo è molto più scorrevole, con dialoghi piacevolmente veloci fatti di botta e risposta serrati. Tracy perfetto, ancora meglio la Hepburn e Johnson davvero divertente. Si sorride ma si riflette anche molto. Notevole.

Un grosso industriale viene spinto a candidarsi alla Presidenza per il Partito Repubblicano dalla sua amante, proprietaria di un giornale, e questa scelta coinvolge anche la moglie... La visione del regista è la stessa dei tempi di Mr. Smith ma la verve si è un poco appannata e la critica ai politici di professione non è esente da accenti qualunquistici. Il film, dalla forte impronta teatrale, merita comunque la visione per le prove del cast in cui, accanto alla coppia protagonista, spicca Lansbury che, appena 23enne, ha non solo l'aspetto ma anche la grinta da attrice consumata.

Quando leggi Spencer Tracy e Katharine Hepburn credi di essere a posto… e invece no. Un idealista che non vuole entrare in politica perché popolata da immorali doppiogiochisti decide poi di farlo, ma, visto che conduce un'immorale doppia vita con un’amante cinica e spietata, non è proprio nella condizione di dare lezioni. Questa pesante falla è tamponata continuamente da Capra con la sua solita stordente retorica, condita qui e là con filosofia spicciola dalla quale si evince che lui non è meglio degli altri; però, non si capisce perché, gli altri fanno comunque più schifo.