Curiosa ma non troppo riuscita fiaba horror dei primi anni 70. La regia non brilla per originalità, anche se colpisce uno stile piuttosto moderno che distingue il film dai prodotti coevi. Bella la fotografia alla Bava. Mediocre invece la sceneggiatura: spesso indecisa sulla strada da prendere, non possiede né ritmo né coinvolgimento e risulta piuttosto difficile da seguire. Cast (tra cui lo stesso regista) di medio livello. Diverse analogie con Fantasie di una tredicenne. Nulla di imperdibile.
Salvagnini lo definì "Alice nel paese degli orrori" ma, per quanto tale etichetta possa calzare, c'è di più: quello messo in scena da Blackburn (alla sua unica regia) è orrore a 360°, dove non esistono spiragli di luce né vie di scampo. Il tutto sorretto da una fotografia meravigliosa. Un film lugubre, angosciante, dalla morale drastica e dai tocchi surreali quasi fosse un Terry Gilliam immerso nel pessimismo cosmico. Pellicola d'autore, quindi, anche se le numerose sequenze monocordi e l'abuso degli scenari notturni ne tradiscono l'immaturità.
Insolita fiaba horror per adulti (qualcuno ha fatto riferimento ad Alice nel paese delle meraviglie) che colpisce, non tanto per la storia, quanto per lo stile visivo "baviano". Narrativamente parlando c'è un po' di confusione (non tutti i passaggi
sono chiari), ma il film è comunque piacevole da seguire fino al coraggioso finale. Il
lato visivo è invece decisamente superiore al resto: bello, curato ed intrigante. Non
manca poi un "gustoso" pizzico di morbosità che in certi casi non guasta. Sconosciuto ma meritevole e da riscoprire.
Una favola nera alla Hansel e Gretel dove una bambina quasi adoloscente deve vedersela con un mondo di vampiri che attentano alla sua verginità. Confusione nello script, atmosfere cheap e una noia sottesa, ne fanno una pellicola superflua e senza grosso appeal. Buono per perdere un po' di tempo col video. Epilogo tragico anche per l'attrice Cheryl Smith, nella sua vita reale, morta a soli 47 anni in assoluta povertà. La realtà supera spesso la fantasia...
Film apprezzabile sopratutto dal lato visivo, per l'atmosfera notturna molto cupa e allucinata, con una buona fotografia e con presenze bizzarre (tra cui spicca Lemora, che ricorda certe figure femminili dipinte da Edvard Munch). Purtroppo la trama risulta poco incisiva e abbastanza ingarbugliata (specie nel finale, che poco spiega la situazione), ma il film è piacevole da vedere. Protagonista una cristiana e bigotta bambina vestita di bianco che dovrà compiere un viaggio pieno di insidie.
Il film ha poca logica e presenta momenti confusi e irrazionali, apparentemente. Una "non-storia" che in realtà tratta di un disegno destinato a un finale ineluttabile e malvagio. Resistere tra i mostri del bosco e la vampira seguace di Astaroth non è cosa agevole per la giovane ragazza, già segnata da un padre criminale e da un paese che pare miri solo al suo stupro. Lentissimo e pesante, permeato da un'atmosfera maligna che quasi deborda dallo schermo, è chiaramente anacronistico, ma sa ancora trasmettere concretamente il gelo della (non) morte.
MEMORABILE: Il viaggio sull'autobus, dopo le insidie dei concittadini; I piccoli e impressionanti bambini vampiri della casa; Lo scontro in chiesa.
Originale e intrigante fiaba gotica con decise sterzate nell'horror puro. Ciò che colpisce è la forza della narrazione e della messa in scena e la prova delle due protagoniste (Lemora, materna o quasi all'inizio, in seguito diventa più cupa che mai anche se c'è una certa logica narrativa nel cambiamento). Io ho visionato la versione italiana con l'aggiunta di prologo ed epilogo in inglese. Da recuperare.
MEMORABILE: Il finale cattivo (diffidate dei tagli).
C'è da scommettere che Don Coscarelli lo abbia avuto ben presente questo Lemora, quando ha concepito Fantasmi. Fatte le debite distinzioni, in entrambi i casi si tratta di una fiaba, con protagonisti bambini (qua la tredicenne Lila, là Mike) ossessionati da figure malvagie (qua Lemora, là Tallman). In effetti questo lavoro ha parecchi pregi, a cominciare dalla brava Cheryl Smith, novella Alice proiettata nel Paese degli orrori; per seguire con una bella fotografia e una valida colonna sonora. A tratti pesante per il contorto sviluppo narrativo.
MEMORABILE: "Ogni tua mossa è stata pianificata sin dal principio: come in una partita a scacchi".
Pasticcio horror (?) senza capo né coda. A restare impressi nella memoria sono i volti e i corpi delle due protagoniste che accendono, inutile negarlo, una sotterranea tensione erotica per tutta la durata del film. È questa tensione che fa accettare allo spettatore ogni tipo di bizzarria e incongruenza fin a convincerlo di star assistendo a un cult movie. Un po' di sangue, un po' di sogno, un po' di Saffo e si va a gonfie vele... La Smith, comunque, è davvero carina.
Fin troppo chiaro, banale ed evidente il tentativo del Male di inserirsi nei panni di un immunizzatore miracoloso in un'epidemia di un'area al di fuori di tutte le mete, trasformando così quei poveri disgraziati in adepti, fino a trovarne una troppo bella e ricca di doti naturali, che avrà addirittura il privilegio di regnare e di fare l'infiltrata nelle Sacre istituzioni... Mah! Come snodo non è assolutamente convincente, men che meno lo sono la progressione mentale dell'avvicinamento alla fatidica cerimonia né le favole o i retroscena narrati toccano minimamente. Un film elementare.
MEMORABILE: La discesa in folle del treno; "Sono qualsiasi cosa tu voglia che sia".
Fiaba dark dai forti innesti horror, i cui pregi non vanno ricercati tanto nella narrazione (abbastanza lenta e confusa), ma nell'atmosfera tetra e malvagia che culmina in un epilogo senza speranza all'insegna di Satana. L'ambientazione nell'America rurale del proibizionismo accentua il sottofondo di fanatismo religioso, e una splendida fotografia sopperisce almeno in parte alle magagne di un budget evidentemente risicato. Interpretazioni discrete, film nel complesso imperfetto ma la cui fama di cult non appare immeritata.
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CuriositàManowar79 • 2/07/10 12:33 Pulizia ai piani - 93 interventi
Non so se avete avuto la stessa impressione, ma questo film mi ha suggerito un parallelismo con il più eplicito "Il plenilunio delle Vergini" di Batzella: Lemora sembra più un ritratto moderno della contessa Bathory che la "metamorfosi di Satana" del titolo. I due film sono curiosamente usciti nello stesso anno.
CuriositàZender • 3/07/10 08:24 Capo scrivano - 48874 interventi
Bidognerebbe averli visti entrambi. E commenti alla mano l'unico ad aver visto questo è Deepred, che però non ha visto l'altro :)
CuriositàManowar79 • 3/07/10 14:38 Pulizia ai piani - 93 interventi
allora rimando il parallelismo a quando li avrete "esaminati" tutti e due. Fateci caso. Naturlamente si tratta di due film di categorie differenti, pertanto la discussione su quale tra i due sia migliore non ha molto senso: bisognerebbe invece risalire al mese di uscita nelle sale, per capire se Batzella ha preso spunto o se è una casualità. Tra l'altro anche il tema del "viaggio" (al villaggio immaginario nell'uno, al castello transilvano nell'altro) potrebbe rappresentare un punto di contatto.