Clamoroso successo a sorpresa della stagione 2002, MY BIG FAT GREEK WEDDING. L'origine è da ricercare nella commedia portata a teatro da Nia Vardalos, protagonista e sceneggiatrice che i produttori (Tom Hanks tra questi) hanno voluto mantenere anche nella trasposizione cinematografica. E la mossa più intelligente è stata questa: la Vardalos, decisamente bruttina e piuttosto insignificante, possiede però quella genuinità che invano si sarebbe cercata in una diva di Hollywood. Non parla molto (a differenza dei parenti greci, sguaiati e caciaroni come vuole il luogo comune), tende inizialmente a svalutarsi e a lasciarsi andare, ma possiede una spontaneità e una chiarezza di sentimenti rara, che non...Leggi tutto poteva non far breccia sul pubblico americano. Poi, diciamolo, il film in sé è decisamente mediocre. Diretto da John Wick piuttosto stancamente, zeppo di passaggi a vuoto, meno brillante di quanto ci si possa immaginare, umoristicamente scarso, non conta nemmeno dei grandi interpreti per le parti secondarie. La bonaria presa in giro delle risapute usanze greche (le cerimonie affollate, il matrimonio tra compaesani, il sirtaki, i cibi, l'Ouzo, il gusto kitsch) o dei vezzi di un popolo dalla grande storia (il padre continua a sostenere che l'etimologia di ogni parola va fatta risalire al greco) si confondono in una vicenda di rara banalità, che oltretutto fatica a mettersi in moto e si perde in romanticheria da quattro soldi. Un successo insomma ingiustificato ma in un certo senso prevedibile. Peccato per la poca brillantezza, per le pause; tuttavia l'idea di una commedia semplice e “povera” s’è rivelata vincente.
Clamoroso successo commerciale basato solo sulla simpatia dell'idea, dato che la sua realizzazione non è niente di che, con situazioni e gag viste mille altre volte con protagoniste altre popolazioni (italiani in primis) al posto di quella greca. Regia piuttosto piatta ed attori che non fanno gridare al miracolo non riescono a sollevare la commedia al di sopra di una simpatica mediocrità. Se proprio si vuole si può anche vedere.
Commedia sulla diversità (in questo caso di etnia) che prende come spunto uno dei "topoi" classici del genere (il matrimonio tra il wasp americano e la ragazza di origine e a forte connotazione familiare greca) per dare vita ad una serie di situazioni non originali ma certamente divertenti. Gli attori sono simpatici e funzionali al ruolo (specie la famiglia della protagonista a partire dal padre) ed il film ha il pregio di non essere troppo lungo e finire poco prima di cominciare ad annoiare. Godibile ma di certo non un capolavoro.
L'idea era tutt'altro che innovativa ma vuoi la simpatia e la bravura degli attori, vuoi una buona sceneggiatura il film è andato fortissimo e non è, in effetti, affatto male, anzi. Segue in pieno i clichè della commedia e lo fa con garbo, qualche gag (vecchia come il cucco, ma sempre divertente) ed una solarità che riesce a trasmettere. Ampiamente promosso nonostante i luoghi comuni. Vedere!
Fidanzamento con una ragazza di origine greca, con inevitabile contorno di parenti ellenici. Il film rientra nel classico filone del cinema matrimoniale che ha il suo fulcro nella presentazione ai genitori. Niente di nuovo, quindi: cambia solo la tipologia (greci, in questo caso), ma le dinamiche sono identiche. Ciò che funziona in questa commedia è la freschezza della sceneggiatura e della regia, nonché degli attori: il divertimento è assicurato, nonostante tutto sia prevedibile, e si passa un'ora e mezza in allegria.
Commedia sentimentale americana di ultima generazione che è un po' la sintesi del nulla. A salvare la baracca infatti non c'è nemmeno gente tipo Stiller o la Aniston poiché ad imperversare è questa Vardalos che sceneggia l'intera operazione sulla base di una sua esperienza autobiografica (!). Il problema è che qui si tratta di cinema e non della recita di fine anno ma evidentemente la tipa non se ne è accorta. A volte noi italiani ci lamentiamo di come siamo visti all'estero, ma cosa dovrebbero dire i greci di questa offensiva stereotipizzazione?
Innocua e divertente commediola con qualche buon momento. Secondo me il suo grande successo è al 90% Nia Vardalos, né troppo bella né troppo brutta per la parte che si è cucita addosso: praticamente perfetta, appunto. Per il resto c'è il solito folclore tipico dei film americani che descrivono popoli diversi dal loro e poco altro: ma una tranquilla serata il film la garantisce.
Commediola romantica basata su ben poca originalità, ma di indiscutibile riuscita per via di un cast particolarmente divertente e fedele ai canoni che si vuole imporre con la narrazione. Stranezze, invadenze, strane credenze, il tutto condito da personaggi non laccati e neppure dal gusto tipicamente hollywoodiano; il che rende il tutto un briciolo più realistico e meno truccato. Carino e sempre piacevole da rivedere, anche se non è di certo una pietra miliare del cinema.
Non divertentissimo, ma c'e di peggio. Il cast è più che discreto (molto bravo l'attore che interpreta il rigido padre della protagonista). Non tutto fa ridere e qualche situazione ripetitiva c'e (finale compreso), ma almeno nella parte iniziale il film diverte sufficientemente. Vedibile.
Inspiegabile successone per una commedia che si inserisce abilmente in un filone, quello dell'ironia sulle usanze di un popolo, che raramente tradisce. La confezione del film è buona, si vede che ci hanno lavorato dei professionisti, ma i contenuti sono del tutto normali, spesso scontati e si ride solo a sprazzi.
Non sarà il massimo dell'originalità, ma questa commedia è curiosa e divertente e si può rivedere più volte senza problemi dato che la durata è giusta e non ci sono sbavature (cosa che negli ultimi anni è diventata una qualità difficile per i prodotti statunitensi). I componenti della famiglia sono uno più strano dell'altro, con la zia Voula che ruba più volte la scena ai protagonisti. Tra spruzzate di Vetrix e pillole di lingua ellenica, questa commedia è un brindisi all'allegria. A bicchierini di ouzo, naturalmente.
MEMORABILE: "Che vuol dire che non mangia carne? Oh, non fa niente, ti faccio l'agnello. "
Commediola esile per romantici che ha sostituito il (presunto) folclore degli immigrati italiani con quello dei greci, ritenuti probabilmente affini in fatto di sciovinismo, familismo, maschilismo, ecc. ecc. ecc. Lei è indubbiamente simpatica, niente da dire, ma alla fin fine le scene più divertenti sono tutte contenute nel trailer, mentre il film si trascina stancamente. Consola la bella visione del protagonista maschile. Da vedere una volta.
Toula, ragazza greca appartenente ad una famiglia molto legata alle tradizioni e Ian, americano wasp, si fidanzano: dovranno affrontare le perplessità dei rispettivi parenti ma ce la faranno, naturalmente. Commediola divertente ancorché piuttosto scarsa. Si può vedere: a patto di non fare caso alla solita moralina politicamente corretta del "siamo tutti diversi ma alla fine siamo tutti frutta" e alla celebrazione del melting pot.
MEMORABILE: Il succo del film: "Non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che sia parte di ciò che diventerai".
Questo film è riuscito a darmi sui nervi per interposta nazionalità: dopo averci rappresentato con il mandolino in mano pure durante la strage di Cefalonia Hollywood ha deciso che il filone "nazionalità" aveva sfruttato a dovere gli italiani ed allora sotto con i nostri cugini greci che più o meno sono uguali a noi: famiglia numerosa ed invadente, lacrimosità nel ricordo, tradizioni da cartolina, maschilismo latente, i calmi WASP prima sconvolti poi coinvolti... Oltretutto il film fa ridere poco ed è la fiera del già visto. Deleterio e superficiale.
Se c'è da parlare (anzi da chiacchierare) di conflitti tra culture e tradizioni, l'organizzazione di un matrimonio è uno scenario che ben si presta allo scopo, purtroppo, si presta molto anche alle stereotipizzazioni... perciò via generalizzando, pur di strappare qualche risata e di tenersi alla larga da qualsivoglia approfondimento sui caratteri e sulle reali problematiche (ad esempio, il condizionamento dei giudizi e dei pregiudizi della famiglia su una trentenne indipendente). Fatuo, compiacente, di costruita spontaneità.
Commedia leggerina, successo davvero inaspettato (e naturalmente immeritato) del 2004, che ha tristemente lanciato la Vardaloos come... come cosa? Attrice comica? Mah... Non saprei. Qui le poche risate a denti stretti provengono dalla famiglia di lei, così utilmente stereotipata dalla sceneggiatura e messa a funzione dell'intera pellicola. Fossi greco mi sarei sentito un tantinello offeso ma transeat; per il resto c'è davvero poco degno di nota. Ok, per le donne c'è John Corbett.
Lui è belloccio, bianco anglosassone doc, ben sistemato, di famiglia snob, lei invece una trentenne di origine greca con qualche chilo di troppo, complessata causa oppressione da parte di un parentado numerosissimo ed impicciosissimo. I due si innamorano, con conseguente scontro dei rispettivi clan che mal vedono l'accoppiamento inter-etnico, ma invece di fregarsene sanamente e di mandare tutti al diavolo, lei persiste nel volere un matrimonio tradizionale con tutte le menate del caso. E vissero tutti conformisti e contenti. Che tristezza...
Commedia superficiale e stereotipata, ma sicuramente divertente. Ogni tanto ci può stare anche di ridere sui luoghi comuni, sulle usanze e le tradizioni strambe, e quando ci si riesce senza cadere in volgarità o eccessi di qualche genere è comunque un pregio. È vero che mancano interpretazioni fenomenali, ma basta la genuinità della protagonista a far funzionare tutto.
La commedia, basata sui sorrisi scaturati dal pregiudizio e dallo stereotipo, riesce pienamente nell'intento di intrattenere senza troppe pretese. Le scene migliori sono quelle con tutta l'invadente famiglia di Toula, meno convincenti sono quelle della storia d'amore fra la Vardalos e Corbett. L'opera è confezionata con mestiere ed interpretata da validi comprimari (soprattutto il padre della sposa). Consigliato per una serata dedicata al relax e all'happy end. **½
Commedia matrimonialista in cui si cercano di evidenziare le differenze etniche e culturali di due futuri sposini. Qualche gag (nonostante la poca originalità) è divertente, ma tutto sembra diretto verso il famigerato happy end finale. Certo i greci non escono proprio bene da questa parodia...
Nel 2002 questo film zeppo di stereotipi e luoghi comuni da barzelletta ebbe un successo imprevisto e planetario... Visto a distanza di undici anni conferma la mia impressione: gli americani, quando vogliono etichettare un popolo, nel bene o nel male, sono maestri ma gli altri prestano davvero il fianco. Tutto sommato gradevole se si vogliono trascorrere un paio d'ore prive di volgarità. La Vardalos è simpatica, ma questo ruolo le resterà appiccicato come il mastice.
Lo vidi al cinema e ricordo che divertì tutta la sala; in quell'occasione gli avrei assegnato qualcosa in più, ma rivisto oggi è evidente la sua struttura innocua (che comunque sa rendersi simpatica). Oltre a essere una furba favola romantica nella quale ogni donna ancora single si può immedesimare, è allegro ed evasivo. Per l'argomento trattato e per il romanticismo della trama se ne consiglia la visione alle donne che si trascurano nel loro aspetto. **!
MEMORABILE: "Non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che sia parte di ciò che diventerai".
Può una ragazza greca, goffa e inespressiva, con una famiglia retrograda e ancorata a tradizioni antiche, sposarsi con uno yankee (o wasp) aitante e di bella presenza, disinvolto e incurante di centinaia di riti ellenici, talvolta difficili da digerire? Come è già accaduto nella favola di Perrault, anche qui una novella Cenerentola bruttina in salsa tzatziki riuscirà a coronare il suo sogno d'amore con il suo principe cowboy, non dopo una serie di esilaranti situazioni. Popolo greco un po' sbeffeggiato ma nel complesso il film è molto buono.
MEMORABILE: La nonna di lei e la guerra infinita con la Turchia.
Una bruttina di origini greche trova l'amore della sua vita in un giovane americano, ma non ha fatto i conti con suo padre attaccassimo alle tradizioni greche. Esordio al cinema per la Vardalas, che sembra recitare la storia della sua vita per quanta naturalezza ci mette. La storia fila via liscia come l'olio, nella sua semplicità. Si ride di gusto. Ce ne fossero, di commedie così.
Commedia che gioca sulle diversità culturali dei due protagonisti. Già il matrimonio ai giorni nostri è in crisi, se ci aggiungiamo le insofferenze di qualche parente... Naturalmente si gioca coi buoni sentimenti, ma la trama non è molto originale e i dialoghi poco incalzanti. Sopra la mediocrità solo il padre della sposa. La regia piatta condisce il tutto inducendo alla sonnolenza.
Inizialmente simpatico, la ripetizione delle stesse trovate e la mancanza di idee nuove lo rendono presto noioso. Il conflitto fra usi e costumi di due tradizioni differenti è sempre simpatico (due anni prima usciva Ti presento i miei, pellicola analoga), ma bisogna dare qualcosa in più e non fermarsi al padre greco che cita l'etimologia dei termini. A livello di regia e aspetti tecnici siamo messi male e di certo il cast non appassiona. Ha un suo perché, ma – nonostante qualche facezia azzeccata – non si è sviluppato nulla oltre ad esso.
Commedia sentimentale colpevolmente sopravvalutata che niente aggiunge ai vetusti stereotipi USA sugli europei (vedi Come uccidere vostra moglie oppure Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?) solo che Zwick non è Quine e meno che mai Wilder. Il risultato è altalenante, le parti migliori sono senza dubbio quelle che vedono protagonista Michael Constantine, inflessibile padre della sposa che sarà presente anche nel sequel uscito una quindicina d'anni più tardi. Restando nel genere è decisamente più divertente Ti presento i miei.
Commedia romantica di eccezionale semplicità, non solo per il racconto in sé (il determinato brutto anatroccolo che si trasforma, trova l'amore e corona il suo sogno), ma anche per l'ovvia matrice dell'umorismo in gioco (gli ostentati tratti caricaturali dei parenti di Toula, i conflitti culturali fra le famiglie), tuttavia l'autoironia di Nia Vardalos (sceneggiatrice, oltre che vivacissima protagonista) non suona quasi mai affettata, il ritmo è scorrevole, i dialoghi funzionano e le occasioni per ridere non mancano: da un'avventura matrimoniale non si può chiedere di più. Riuscito!
MEMORABILE: "Non mangia carne? Oh, non fa niente: ti faccio l'agnello!"; La "cenetta" in famiglia; La storia body-horror della gemella nel bozzo; La nuova casa.
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HomevideoGestarsh99 • 1/08/11 01:03 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 10/08/2011 per Nexo:
DATI TECNICI
* Formato video 1,78:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 DTS HD: Italiano Inglese
* Sottotitoli Italiano NU
* Extra Making of (SD)
Interviste (SD)