Ha il sapore liquido degli ambienti sentimental-fluviali che torneranno vent’anni dopo nell’Atalante, con la stessa capacità di raccontare la rudezza dignitosa di lavoratori del fiume e le loro fragilità. Bella storia di un amore onesto e repentinamente svanito (con un passaggio francamente poco comprensibile), descritto con notevole attenzione alla comunione tra uomo e natura, tra lavoro e sentimento. La scena finale è potentissima e di straziante pathos, tra romanticismo estremo (amore e morte) e solitudine assoluta.
In questo cortometraggio di Perret c'è un po' tutta l'essenza di quello che è e che dovrebbe essere il cinema. Siamo nel 1911 eppure attraverso una trama semplice e lineare viene raccontata una storia d'amore struggente che non può non far commuovere. L'incontro, il matrimonio, la festa, la prima notte di nozze e il viaggio attraverso un'imbarcazione che dovrebbe significare l'inizio di una nuova vita, si trasformano in una tragedia senza speranza che lacera l'animo senza possibilità di alcun rimedio. Lo stesso altare diventa feretro in una delle scene più strazianti dell'opera.
Notevole cortometraggio di Perret, di una dozzina di minuti. Parte con un’inquadratura che richiama Vermeer, poco dopo seguita da una interessante carrellata all’indietro. La suggestiva ambientazione con montagne, corsi d’acqua e alzaie è sfruttata al meglio. In questa ottima cornice si inquadra una vicenda, tutto sommato semplice nel suo sviluppo drammatico, ma che fa notare il talento registico, specialmente nel secco montaggio della prima parte e nell’indimenticabile inquadratura finale, di efficace potenza.
Perret si conferma regista assai interessante, per la puntuale ricostruzione di questa straziante storia d'amore. Attraverso brevi quadri viene narrato il fidanzamento, il matrimonio e il viaggio di nozze dei due protagonisti. Il tutto in un ambiente naturale certamente non banale. Poi la svolta narrativa improvvisa, imprevista (e non molto spiegata) che fa assumere i toni di tragedia al racconto. La chiusa è sicuramente impressionante e toccante. È proprio il finale a innalzare il valore dell'opera.