Biografia romanzata assai di Rocky Graziano, italo-americano dalla gioventù scapestrata e dalle cattive frequentazioni, che trova il riscatto sul ring, diventando campione mondiale dei medi. Un classicone del cinema coi guantoni, governato con polso fermo dal vecchio mestierante Wise, e in cui furoreggia un Paul Newman tutto metodo e scene madri. Trionfo americano per la povera Pierangeli, meteora dello star-system morta suicida, ormai dimenticata. Invecchiato ma buono.
Decisamente uno dei film migliori mai realizzati da Hollywood sul pugilato; biografia di Graziano, uno dei miti dello sport americano, "Lassù qualcuno mi ama" ha una regia solida affidata all'esperto Robert Wise e un interprete di classe (figlio dell'actor's studio e del cosidetto "metodo") che domina incontrastato il film relegando gli altri attori (tra cui una scipita Anna Maria Pierangeli) al rango di poco più che comparse. Un classico imprescindibile.
Il tempo è stato poco clemente con questa biografia del pugile Graziano. L'interpretazione di Newman è molto colorita, a tratti quasi caricaturale (un'indomabile e strafottente testa di legno), ma non disturba, anzi, dà la giusta spinta al film, che soprattutto nella prima metà, scivola via bene (i furti, il riformatorio, il carcere, il servizio militare). Godibile anche quando inizia a combattere sul ring senza alcuna tecnica, ma con un pugno devastante. Poi, la pellicola inizia ad arrancare, perdendo qualche colpo, fino all'incontro per il titolo. Comunque, buono.
MEMORABILE: Graziano (Newman), sapendo che la fidanzata è impressionabile, quando compare all'allenamento, invece di combattere, fa una sorta di balletto sul ring
Storia romanzata del pugile italo-americano Rocky Graziano. Ecco il classico film che ti riempie la serata, grazie a una sceneggiatura sapiente che dosa tutti gli elementi che fanno la vita di un uomo, grazie al rigore delle ambientazioni e delle interpretazioni, grazie alla regia precisa ed emozionante, grazie a un protagonista semplicemente magnifico come Newman che riesce a scolpire il suo personaggio in maniera indimenticabile e in tutte le sue sfaccettature. Il classico film "di una volta" che vorresti non terminasse mai.
Il racconto di Wise è intenso, scattante ed energico, pur indulgendo spesso al melodramma e non trascurando l’approfondimento psicologico delle varie figure: donne forti e sensibili (Pietrangeli e Heckart), anziani mentori (Sloane), uomini falliti e consumati nell’alcol (Stone). Newman - indomito, testardo, manesco, generoso e in conflitto con il padre - è una via di mezzo tra il suo futuro Nick mano fredda e il James Dean di Gioventù bruciata. A proposito del film di Ray, c’è anche l’altro “giovane bruciato”, Sal Mineo.
MEMORABILE: Newman che stende con un pugno il suo superiore in caserma. La riconciliazione con il padre. Il match finale.
Un film di grande valore, con un Paul Newman pienamente italoamericano che dà corpo e anima alle turbolente vicende del pugile Rocky Graziano, dalla gioventù da teppista nei quartieri italiani di New York al successo, fino al discredito gettato da un passato mai archiviato e il conseguente ritorno sul campo. La boxe rimane sullo sfondo per tutto il film, lasciando spazio alla personalità e alle relazioni del protagonista, fin quando non prorompe in un grandioso combattimento finale. Ottimamente costruito, diretto e interpretato.
Uno delle più famose e premiate pellicole sul pugilato, sport che, a differenza di altri, ben si presta al essere portato sullo schermo. Paul Newman si cala nella parte con tutta la sua tecnica da Actors'Studio, ma gli eccessi di caratterizzazione questa volta risultano congrui al personaggio, lo arricchiscono di vita e colore. Gli sono accanto Sloane, ruvido impresario, e la dolce Pier Angeli. Qualche sentimentalismo di troppo, soprattutto nella seconda parte (meno riuscita della prima) ma un film vigoroso, diretto con maestria.
Robert Wise è uno dei migliori registi americani, a parer mio, e lo dimostra con questa storia drammatica con un eccellente Paul Newman, nei panni di un italoamericano che si dà alla boxe. Non scade mai nel mieloso e nella seconda parte (dal matrimonio in poi) diventa più interessante.
Prima del Rocky di Stallone, c'è stato questo ottimo film sul vero campione Graziano, anche lui proveniente dalla povertà e anche lui deciso a lasciarsi alle spalle la nullità. Newman è bravissimo, incarna al meglio tutti gli stati d'animo del protagonista, da quello burbero a quello romantico; anche la Pierangeli è brava, così come i caratteristi coinvolti (da Sloane a Mineo fino ad un giovanissimo Steve McQueen). Buone le scene degli incontri, un po' lento l'inizio ma un film da vedere sicuramente.
Film biografico sulla vita di Rocky Graziano, il pugile italoamericano. Ben diretto, lascia trasparire la sua essenza di "classico". La sceneggiatura è ben scritta e il film è seguibile, sia da appassionati di pugilato che non. Gli attori recitano bene (con menzione particolare per Newman).
A inizio film una scritta dice: La mia vita la ricordo cosi, definitivamente. Questo film lo considero il migliore sul mondo della boxe. Robert Wise aveva già affrontato il tema con Stasera ho vinto anch'io, ma lo aveva fatto in maniera intimista, quasi una piece teatrale, invece qui disegna una storia a tutto tondo sul sogno americano e sul mondo della boxe. Paul Newman è un Rocco Barbella superlativo, come tutti i caratteristi. Uno stupendo B/N e un sapiente montaggio completano il quadro. Unico neo: Pier Angeli impacciata nella parte di Norma.
MEMORABILE: Peppo: "Perchè non metti dei guantoni su quei pugni di ferro?". Rocky: "No Peppo". "E perchè no?". "Perchè l'unico pugile che conosco è più pezzente di me"!
Un film sul pugilato quasi a capostipite di un'intera generazione, questa biografia di Graziano eccellentemente diretta da Robert Wise. Merito del successo del film è anche l'ottima interpretazione di Paul Newman nei panni del pugile italoamericano dal passato scabroso, in una New York che Wise ci ripresenterà nel musical West Side story, molto in voga negli anni 50. Tuttavia la pellicola è invecchiata male e si fa fatica a seguire una trama che per quanto estremamente lineare è anche priva d'impennate.
Un film del '56 ancora godibile grazie a un'ottima sceneggiatura, una direzione sicura e un cast all'altezza, con un Newman perfettamente in parte. Si tratta di una biografia romanzata del campione italo-americano di pugilato "Rocky" Graziano, che ripercorre con sensibilità gli eventi salienti della crescita umana e sportiva del campione tra mille difficoltà. Molto appassionante il combattimento finale. Cinema autentico che sa descrivere sapientemente il tema del riscatto dell'uomo.
L'ascesa di Rocky Graziano dai bassifondi della Little Italy al campionato mondiale di pesi medi è l'incarnazione del sogno americano, il paradigma che si fa vita, il riscatto da un passato renitente nell'etica inflessibile dell'agone. Paul Newman rivaleggia con lo spettro di James Dean (opzionato per il ruolo) sul ring dell'Actors Studio: è un servizio di prossemica attoriale, una mimesi introspettiva che trasuda stile - caricata di inflessioni mediterranee nel doppiaggio italico. Regia sintetica e nevrile di Robert Wise. Lo skyline più famoso del mondo declina in un crepuscolo chiaroscurale.
A parte un certa vena melodrammatica e la recitazione troppo Actors Studio di Newman, si tratta di un film piuttosto moderno, per l'epoca d'uscita. Infatti Wise muove bene la macchina da presa quasi sempre ad altezza marciapiede, descrivendo con un certa durezza la povertà dei bassifondi newyorkesi. Anche gli incontri sono realistici e movimentati rispetto da esempio al precedente di Stasera ho vinto anch'io sempre di Wise. Splendida fotografia in bianco-nero con molte scene girate dal vero in esterni. Un caposaldo del genere pugilistico.
MEMORABILE: "Sono stato fortunato, lassù qualcuno mi ama. Qualcuno pure quaggiù"; La visita New York nel vecchio quartiere prima del combattimento per il titolo.
Uno dei film "manifesto" del grande Paul Newman, ispirato dalla leggenda della boxe Rocky Graziano, alla quale si ispirerà anche Sylvester Stallone per il suo Rocky. La prima parte è ovviamente incentrata sulle origini del protagonista, origini fatte di violenze tra bande e furti, fino alla sua ascesa definitiva a pugile. Robert Wise dirige con ritmo nervoso, proprio come il suo tormentato protagonista.
Biografia (fino al titolo) del pugile Rocky Graziano. Prima parte incentrata sull'adolescenza inquieta che ben si miscela coi bassifondi dell'epoca. Con l'entrata in gioco dell'amore il film prende una piega più melodrammatica e anche il pugilato (a dire il vero sembrano più risse da bar) è raccontato in modo romanzato. Newman carica il personaggio ed è credibile nei modi grezzi del ribelle. Eccellente fotografia, specie nelle immagini esterne di New York.
MEMORABILE: La boxe per non impressionare la fidanzata; Il padre che gli chiede di diventare campione; La madre al parlatorio in prigione.
Vai in Ohio, prendi un dio dagli occhi cerulei e i lineamenti perfetti con discendenze ungheresi, tedesche e slovacche, e mettilo nei panni di Rocco Barbella, un italo-americano dal naso rincagnato, nato a "Broccolino" da una famiglia campana, e otterrai una pizza all'ananas. L'interpretazione di Newman è talmente sopra le righe da risultare grottesca. È praticamente come vengono percepiti (e quindi premiati) gli italiani oltreoceano: delle caricaturali scimmie gesticolatrici. Manco Rocky Balboa sarà mai così pacchiano. Adorabile invece Pier Angeli: così compostamente italiana.
Ricco e copioso capolavoro di Wise narrante le vicende del ribelle e rabbioso Rocky Graziano, giovane italo-americano oscillante tra costanti guai giudiziari e interminabili trasferimenti in riformatori, ma con un innato talento pugilistico totalmente da scoprire e perfezionare. Biografia romanzata ma incredibilmente appassionante, risulta capace di indagare psicologia e cambiamenti del suo protagonista grazie a un giovanissimo ma impeccabile Newman, sfacciato ma ombroso, rude ma dall'incendiaria sensibilità. Ottima la Pier Angeli, illuminante la Heckart. Magnifiche fotografie.
MEMORABILE: I continui trasferimenti e le ribellioni di Rocky; Il dialogo con la madre; "È lei, balliamo!"; La pace con il padre; Gli incontri; Finale.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
CuriositàDaniela • 27/11/09 11:24 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Nel combattimento finale, Rocky Graziano atterra Tony Zale, strappandogli il titolo di campione del mondo dei pesi medi.
Il personaggio di Tony Zale è interpretato dallo stesso pugile (non accreditato).
Tony Zale fu scelto per interpretare se stesso, ma fu sostituito all'ultimo momento per problemi di sicurezza, infatti Tony Zale picchiava sul serio è ne fece le spese Paul Newman.
Fu sostituito con una controfigura che si chiamava Courtland Shepard.
Esiste una sola edizione, per questa colonna sonora a cura della Score Monthly; è un 3 CD in coabitazione con altri film.
Bronislau Kaper riesce solo parzialmente a stare dietro al capolavoro di Robert Wise con alcuni momenti di ottima musica e altri invece che sembrano più dozzinali.
La canzone invece "Somebody up there likes me", cantata da Perry Como e scritta da Sammy Cahn e Bronislau Kaper, è un vero "piccolo capolavoro"
HomevideoRocchiola • 6/06/17 14:34 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD della Warner è ottimo. Definizione più che buona, video pulito con pochissime imperfezioni ed un bianco-nero luminosissimo. Pare sia ormai fuori catalogo ma in giro lo si vede ancora, eventualmente anche on-line.
Della riedizione italiana a cura della Golem non ho notizie, leggendo i commenti pare abbia un buon video (forse si tratta dello stesso master della Warner), però la fascetta riporta un video in formato 2.35 anziché il corretto 1.85 dell'edizione Warner.