Serie poliziesca Rai in due stagioni virata al femminile, con la vera protagonista che di nome fa Eva Renzi (come l'attrice “chiave” dell'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO) ed è interpretata dalla magnetica Cristina Moglia, due splendidi occhi azzurri esaltati dalla capigliatura corvina. Fiction di un certo livello, ben concepita e scritta con buona attenzione agli intrecci gialli che sottostanno ai singoli episodi. A collegarli tra loro, in entrambi le stagioni, due scie di delitti differenti che si dipanano per le quattro puntate nella prima serie e le sei della seconda.
Nella stagione 1...Leggi tutto il filo comune tratta di un assassino che individua le proprie vittime via chat (quando si era ancora agli albori della grande diffusione di internet) e che causa il trasferimento della vera protagonista, l'ispettrice capo Eva Renzi (Moglia), da Roma a Torino causa incompatibilità col proprio capo (Fassari). A Torino già dall'episodio due, Eva conosce nella città della Mole la sua nuova squadra omicidi della Mobile, in cui spiccano la vice questore Anita Sciortino (De Rossi) e, quanto a celebrità, l'oscuro lavorante Salvini di Maurizio Micheli, che si affianca a un altro elemento che diverrà importante ovvero il Ciro Cuomo di Antonio Pennarella. Più sullo sfondo, ma caratterizzato in modo buffo fin dalla sua passione per i papillon colorati, il medico legale di Diego Verdegiglio, che coltiva una certa passione per la Sciortino. Gli splendidi, magnetici occhi azzurri di Cristina Moglia diventano presto il trade mark di una serie che la vede sempre in prima fila, brava a rendere credibile il proprio personaggio. Fondamentale a suo modo (per quanto assai marginale) anche Ninì Salerno come marito della De Rossi mentre è più da prodotto televisivo standard l'ex della Renzi, lo psicologo forense Velandri (Gasparini), che l'ispettrice ritrova per coincidenza a Torino dopo molti anni in cui si erano persi di vista.
La seconda stagione è più particolare in quanto sviluppa come motivo conduttore la scia di sangue di un killer di coppiette che guarda dichiaratamente al Mostro di Firenze: stesso modus operandi (compreso di escissione al basso ventre) ma non solo: i richiami palesi sono tantissimi e vanno dalla predilezione del killer per le notti di novilunio a delitti che paiono esterni ma sono compiuti con la stessa arma (una Beretta calibro 22, ovviamente); poi ancora a testimoni che ripetono quasi in modo identico ciò che quelli autentici riferirono e alla figura di un medico che pare implicato e che viene successivamente trovato morto (ovvio il richiamo al gastroenterologo perugino). Insomma, nella seconda stagione quelli che già nella prima sembravano essere agganci velati alla vicenda del Mostro, trovano una decisa sovrapposizione in attesa di una soluzione che arriverà di nuovo solo nell'ultimo episodio.
I cambiamenti nella squadra dopo tre anni ci sono e vedono Micheli sostituito da Popolizio (che affianca la Renzi come ispettore capo) e un nuovo psicologo (Castellano) che prende idealmente il posto del precedente, letteralmente scomparso di scena: intrigante, insinuante, ambiguo, è una bella acquisizione che immerge la stagione 2 in un clima più cupo e interessante, per quanto la formula rimanga sostanzialmente la medesima. I casi singoli sono quasi sempre svolti bene - nonostante talora siano un po' troppo complessi - e sempre risolti all'interno dell'episodio a cui si riferiscono, mentre alcuni delitti e personaggi “esterni” ad essi è bene ricordarli perché verranno ciclicamente ripresi nella storia che fa da “cornice”. Un tentativo non disprezzabile di avvicinare i modelli americani, anche se le differenze nella confezione sono evidenti (il budget non può essere paragonabile), così come l'appartenenza al piccolo schermo. Eppure la voglia di abbattere la barriera tra cinema e tv si avverte: nel montaggio, in una buona fotografia, nella presenza di validi attori, persino nella sigla...
Buona miniserie tv drammatico/criminale targata Rai che vede in lista un buon cast, con la De Rossi e la Moglia brave detective in una Torino nera che contadiversi delitti sotto la sua Mole. I vari episodi sono ben scritti e diretti da un Bonivento in palla e non presentano mai cali di tensione, nonostante si stia parlando di un prodotto tv. Le uniche pecche riguardando le discese nel privato dei protagonisti, tirate un po' troppo per le lunghe. Delle due serie meglio la seconda.
Nulla che faccia gridare al miracolo, ma come serie tv, c'è da dirlo, è un po' sopra alla media. La De Rossi regge abbastanza bene la parte, qualche volto conosciuto non manca, ma gli script dei vari episodi (lunghi in quanto a minutaggio, c'è da sottolinearlo) sanno un po' troppo di già visto. Indicata l'atmosfera seriosa, che non dà molto risalto all'ironia, ma siamo nell'ambito "compitino svolto bene", senza un brio degno di nota.
Una serie che si mantiene attuale, con il suo frugare nei fatti più comuni della cronaca nera di casa nostra. E poi c'è quella nuvola che segue l'intera operazione e che la bagna di tanto in tanto con piogge di suggestione malefica cara alle dinamiche del "mostro di Firenze". Ottimi gli interpreti, in primis un ambiguo Franco Castellano. La Moglia ruba la scena con la sua gelida dolcezza e qualche minima concessione sensuale. La De Rossi, poi, non necessita di alcuna presentazione. Il consiglio è di seguire tutte le puntate!
MEMORABILE: Il disvelamento progressivo di chi sta dietro a tutto il male "nascosto"...
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Aggiungerei in Note.
Sandro Palmieri, presente nel cast, non ha nulla a che vedere con l'omonimo attore che interpretò Bellini in Casta Diva, film del 1935.
DiscussioneZender • 26/12/19 08:55 Capo scrivano - 48843 interventi
Buono, dovremo metterlo nelle note per mille altre omonimie questo. Meglio lasciarlo scritto qui.
Zender ebbe a dire: Buono, dovremo metterlo nelle note per mille altre omonimie questo. Meglio lasciarlo scritto qui.
Ehm, no.
Il Palmieri in questione è, purtroppo, deceduto giovane, pochi anni fa, per cui questo è l'unico cast in cui è accreditato: la frase in Note andrebbe fatta solo per questo film.
DiscussioneZender • 27/12/19 09:12 Capo scrivano - 48843 interventi
D'accordo Buono, ma non è una cosa insolita. Non mettiamo omonimie di attori nelle note neanche quando si parla di attori che si sovrappongono come età o quasi...