Scampagnata domenicale come da titolo per il signor Dufour e famiglia. Lui pesca col genero, la moglie e la figlia civettano... Omaggio di Renoir al babbo Auguste e in generale all'impressionismo, è un film non finito, prima pensato come corto, poi sospeso, quindi ripreso con ambizioni di farne un film vero e proprio, infine abbandonato per la guerra. La quasi totalità del materiale risale comunque al '36, ed è deliziosa. Da vedere.
Un piccolo capolavoro. Spensierata e divertente parodia dei divertimenti dei borghesi parigini di metà '800, un po' come quelli ritratti da papà Pierre-Auguste che vengono citati in maniera più o meno diretta in poco più di mezzora di film. I dialoghi divertono nonostante risultino ovviamente datati, ma è l'omaggio all'impressionismo il vero leit-motif della pellicola. Aiuto registi Visconti e Cartier Bresson.
Renoir omaggia la pittura di papà Pierre-Auguste (mi viene in mente, in particolare, il dipinto "La Grenouillère"), indugiando con la cinepresa sull'acqua e sulla vegetazione, confrontando il mondo della città e degli affari con quello della campagna e degli affetti (due universi destinati solo a sfiorarsi), prendendo bonariamente in giro i divertimenti domenicali della borghesia parigina. La protagonista accarezza l'amore, ma si rassegna ad una vita "già scritta"; non mancherà il rimpianto. Divertito, malinconico, lieve.
MEMORABILE: La carrellata sulle acque del fiume e sulla vegetazione che popola le rive; il finale, con l'incontro a distanza di un anno tra i due protagonisti.
Dal racconto di Maupassant un film (incompiuto) sul picnic campagnolo di una famiglia borghese cittadina, con due fusti che ronzano attorno a madre e figlia. Il tocco del regista è sensibile e ricco di pathos, peraltro ben equilibrato da un garbato umorismo. La splendida descrizione della campagna da parte di Renoir, secondo un gusto pittorico riecheggiante quello paterno, moltiplica il senso di libertà panica diffuso ovunque, che giunge al culmine negli incontri sessuali appena accennati.
Dolcissimo, talvolta malinconico, mediometraggio di Renoir. La natura è la protagonista, visitata dai cittadini, ovviamente presi in giro da quelli del posto (i parigini - prevedono - vorranno mangiare sull'erba e manco si accorgeranno che il pesce sa di petrolio, perché lo troveranno addirittura delizioso). Ovviamente risente degli anni che ha e della sua vicenda travagliata, ma lo attraversa un'invidiabile freschezza.
Durante una gita sul fiume, una famiglia borghese s'intrattiene con due cannottieri incontrati per caso. Mentre il commerciante e il suo futuro genero pescano, i due giovani corteggiano la disponibile madre e la timida figlia... Lo spunto, tratto da una novella di Guy de Maupassant, potrebbe far pensare ad uno sviluppo boccaccesco ma questo breve racconto dal tratto impressionista è un gioiello che coniuga mirabilmente ironia e pudore, satira e tenerezza, sfociando nel rimpianto per le occasioni perdute, velato di commozione come il volto triste e dolcissimo di Sylvia Bataille. Capolavoro.
MEMORABILE: La pioggia improvvisa che interrompe l'abbraccio
Genere di film apprezzabile soprattutto forse dalle vecchiette coeve all'epoca della pellicola. Più o meno il titolo sintetizza già tutto. Mediometraggio dai toni campestri, genuinamente semplice e caramelloso. Personaggi impostatamente simpatici, interpretazioni spigliate, musiche che trasudano giovialità a ogni nota. Non che sia brutto ma la visione rimane evitabilissima, al di fuori di chi non studia storia del cinema o non sia un appassionato del genere "scampagnate".
Come film incompiuto contiene aspetti grezzi (la profondità dei personaggi, alcuni stacchi di montaggio), ma è di una potenza cinematografica devastante. La maturità registica nel descrivere i paesaggi, ispirati ai quadri paterni, precorre i tempi di almeno trent'anni, così come le emozioni dei personaggi affiorano con un'intensità sconosciuta all'epoca, senza essere mai teatrali. Meravigliose le riprese acquatiche, di chiara ispirazione per innumerevoli altri opere (quella carrellata finale...). Parte allegro per poi affondare nella malinconia.
Un amore impossibile, un film mai terminato. Metacinema per caso; eppure, la potenza è tutta lì. Renoir, o meglio, la Houllé (ex compagna) offre un montaggio straordinario nel quale possiamo ammirare la tecnica del realismo poetico, spogliandolo da trama e messaggi sociali. I piani-sequenza, per dare sfogo a una natura tanto cara alla famiglia Renoir e i primi piani, finestre affacciate sulla soggettività dei protagonisti, creano un'immersione che fa sentire proprio il dramma dei personaggi. Opera incompiuta? Meglio dire diamante grezzo.
MEMORABILE: Sylvia Bataille; Semplicemente fantastica in ogni scena.
La natura sboccia stimolando gli ormoni che palesano a loro volta effetti dalle mire opposte: stranamente più leggere e ingenue nei parigini che si stupiscono per ogni filo d’erba, più carnalmente prosaiche nei barcaioli di campagna che, come Gigi e Andrea, attendono cittadine disponibili da pescare come aringhe. Gioiellino sensoriale che anima le famose colazioni degli impressionisti. Jean Renoir sfrutta infatti le bucoliche visioni del più noto padre Pierre-Auguste, appoggiandosi a una novella di Guy de Maupassant, che a sua volta scrocca gli usignoli canterini a Shakespeare.
MEMORABILE: L’estetismo naturalista della confezione: dannunziano.
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A me risulta l'esistenza del titolo in italiano di questo film: La scampagnata.
Quindi andrebbe spostato quello attuale nel titolo originale. Ma a proposito del titolo originale, a me risulta che non ci sia l'articolo. Cioè, il titolo vero è Partie de campagne. Questo si vede molto chiaramente nei titoli di testa della pellicola, ed è ribadito in tutti i siti in cui ho controllato, a partire da Imdb.
DiscussioneZender • 23/10/10 21:10 Capo scrivano - 48839 interventi