Mentre Parigi dorme - Film (1946)

Carosello notturno d’amore e morte, amicizia e tradimento, sullo sfondo di una città che faticosamente esce dall’incubo della guerra: tutto in una notte, come se il buio racchiudesse felicità, disperazione e incertezza sul domani. La storia che ha le immagini di Carné e le parole di Prevert porta con sé l’esemplarità d’antica saga romantica e di moderna favola noir. Le cortine poetiche verbali e d’atmosfera danno levità ma al contempo appesantiscono, sollevando il film a una dimensione a tratti onirico-teatrale suggestiva ma anche straniante.

Nella Parigi del dopoguerra, il partigiano Diego si innamora della bella Malou. In agguato però ci sono il marito e il fratello di lei, ma pure il fato e la morte. Ultimo episodio del decennale sodalizio Carnè-Prevert, infelice tentativo d'aggiornare il poetico-fantastico agli scottanti temi della Francia uscita dilaniata da Vichy (il collaborazionismo adombrato dal personaggio di Reggiani). Deus ex machina del racconto sono però ancora il Destino e la inesorabile notte parigina (ricostruita in studio da Trauner). I due giovani protagonisti senza appeal

Indicati al principio per Diego e Malou, Gabin e Dietrich hanno invece altri impegni; Carné sceglie bene allora Montand e la Nattier, giovanissimi, inesperti e ci dona così la favola, già balletto di Prevert, in altra luce. Nella Parigi da poco liberata, fra scialbe esistenze, il superficiale Diego, la malamata Malou e Guy (Reggiani), il "collabo": giovinezze nell'intimo ingessate ancora alla "maya" di vincoli che le dominano, si cercano per condiviso richiamo di Destino (Vilar) ciascuna al varco imminente d'una propria esperienza di scioglimento, di morte...