Non molto visto ma bellissimo. Il film "definitivo" di una Magnani sovrumana. Primo episodio da "La voix humaine" di Cocteau: mdp appiccicata ad Anna che monologa sofferente per l'amore peduto. Tristissimo e molto intenso. Secondo episodio scritto da Fellini: una pastorella viene ingannata e rimasta incinta si crede la madonna. Stupefacente. Denota il passaggio dal neorealismo ad un cinema più ampio e surreale.
Il primo episodio, un cavallo di battaglia per prime donne, consente alla Magnani di cimentarsi in un personaggio borghese di febbrile intensità, diverso dai suoi abituali da popolana sanguigna. Il secondo, più che a Rossellini, pare appartenere a Fellini, autore non soltanto del soggetto ma anche lui stesso attore nelle vesti del vagabondo scambiato per San Giuseppe, in quanto la povera pastora ingannata ma a suo modo ottimista e "positiva" anticipa certe caratteristiche dei futuri personaggi interpretati da Giulietta Masina.
Dittico di omaggio alle doti attorali di Anna Magnani che nel primo episodio è la "voce umana" di Cocteau e nel secondo una pastorella incinta di un presunto San Giuseppe. Il film sconta la sua genesi, cioè la centralità della grande attrice, rinunciando a una vera concezione complessiva. Così la prima parte, appassionante, è puro istrionismo mélo (quindi perfetto, dato il soggetto), mentre il secondo tenta grazie alla storia di Fellini uno scarto beffardo, che però Rossellini non sa maneggiare, puntando tutto sull'esasperazione recitativa.
Un film molto intenso in due episodi che hanno come filo conduttore le debolezze d'una donna, che in entrambi i casi è interpretata da un'ottima Anna Magnani (d'altronde il film era stato scritto appositamente per lei, in un'autocelebrazione effettivamente meritata). Il primo episodio, un monologo telefonico, per quanto più serrato e registicamente più deciso, non coinvolge quanto il secondo, che porta la firma di Fellini e che grazie a una buona idea appassiona e riesce a emozionare molto. Un ottimo giro di boa per Rossellini.
MEMORABILE: Fellini/San Giuseppe e la Magnani che si crede la Vergine...
La straordinaria vis drammatica della Magnani in due episodi sull’amore, profano e sacro. Il primo vince la sfida registica (la coincidenza di luogo, tempo e azione), ma porta seco un pesante fardello di staticità; il secondo prorompe nel suo neorealismo contadino, arricchendosi della muta presenza cult di Fellini. Un’opera a due facce tecnicamente originale, concepita a ragione come un omaggio all’arte dell’attrice protagonista.
MEMORABILE: Il disperato colloquio telefonico della derelitta Magnani nel primo episodio; i paesani nel secondo.
Il saggio sulle eccezionali doti interpretative della Magnani non è paragonabile ai saggi liceali a cui siamo abituati: è semplicemente sbalorditivo e impressionante. Dopo aver visto quest'opera la convinzione che la Magnani abbia rappresentato per il cinema quello che la Callas ha rappresentato per il bel canto si è radicata in me profondamente. Un eccezionale documento storico, un'inconfutabile prova di autenticità di una grande donna e di una grandissima attrice e al contempo un meraviglioso atto d'amore da tramanare ai posteri. Grazie al regista, grazie Nannarè.
Si tratta di due pezzi di bravura della Magnani, assolutamente sola nel primo a recitare, con un telefono e con un cane: inutilmente pazza d'amore. Pazza nel credersi la Madonna nel secondo episodio, d'origine (e pura e silente presenza) felliniana, un po' troppo dilatato nei tempi. Nel complesso lo si può definire "noioso, però con una grande Anna Magnani", ma anche "con una grande Magnani, però noioso".
Due episodi che consentono alla Magnani di mettere in luce una volta di più le sue grandi doti interpretative. Il primo, in particolare, la vede sola recitare con grande naturalezza e convinzione in un dialogo al telefono che coinvolge proprio grazie alla sua enfasi. Il secondo, invece, pur avendo uno spunto interessante, finisce per avvitarsi su sé stesso offrendo poco allo spettatore oltre alla sua interprete, tra qualche guizzo di cattiveria popolano riuscito e una lentezza a tratti indigeribile. Nel complesso buono.
Due episodi sul tema del titolo. In “Una voce umana” si assiste a un one woman show in cui la Magnani propone tutte le sfaccettature del dolore: da sottomessa a disperata, da angosciata a nevrotica. Ne “Il miracolo” è più la trama che conta: la matta ingravidata che si crede la Madonna contrappone l’ignoranza alla perfidia popolare, anche se Rossellini non riesce bene a dare il giusto tocco di misticismo alla vicenda. Fellini sembra San Giuseppe solo per la chioma fluente che ispira santità.
MEMORABILE: Le lettere d’amore da conservare anche se in cenere; “Dimmi che richiami”; “Non son degni”.
Come tirar fuori un piccolo capolavoro dalla necessità. Dei due episodi, il secondo - "Il miracolo" - scritto e persino mezzo interpretato da un Fellini platinato vola alto. Nel primo invece, tratto da Cocteau, Rossellini pure si difende ma con le armi della letteratura e di una Magnani in totale dizione, quindi non propriamente "cinema". D'altro respiro la verticalità spirituale della Costiera amalfitana, scale rocce e mare, con la contadinella che cresce in grembo un concetto immacolato. Nannarella al top dell'espressività. Da riscoprire.
MEMORABILE: Il paese che sbertuccia la "miracolata".
L'ultimo film di Rossellini insieme ad Anna Magnani è un omaggio alle grandissime doti recitative dell'attrice romana. L'opera si divide in due episodi: nel primo, tratto da "Una voce umana" di Jean Cocteau, un'amante aspetta disperata la telefonata dell'uomo di cui è follemente innamorata. Nel secondo, invece, una pastorella fragile di mente crede si essere stata messa incinta da San Giuseppe. In entrambi gli episodi ad emergere è la straordinaria bravura della Magnani, che riempie per ottanta minuti lo schermo con una personalità unica, cosa che rende quest'opera notevole.
Vero e proprio monumento, diviso in due atti, ad Anna Magnani: nel primo la grande attrice romana si confronta con "La voce umana" di Cocteau dando vita a un intenso monologo in cui può dispiegare appieno tutte le sue eccezionali doti recitative. Il secondo segmento, scritto e - parzialmente - interpretato da Fellini ha un sapore beffardo, anche se non del tutto, che lo differenzia dal resto della produzione rosselliniana. Un buon film che forse però sconta il suo essere costruito quasi esclusivamente su un'attrice, il che lo rende, per certi versi, un po' limitato.
Atto d'amore di Rossellini regista per la Magnani attrice (prima della vulcanica rottura a favore della Bergman) in un film fortemente scisso anche sul piano cinematografico. Così mentre il primo episodio (tratto dalla Voce umana di Cocteau) è di impianto decisamente statico e accademico, in cui la nota recitativa della Anna nazionale risuona potente quanto inevitabilmente "falsa", il secondo resta impresso con la sua allusiva forza primigenia che interseca Buñuel e il primo Fellini (prima di Fellini), testimoniando l'avanguardistica capacità "contaminatoria" dell'autore di Paisà.
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CuriositàDaniela • 11/02/10 14:31 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Federico Fellini scrisse il soggetto in collaborazione di Tullio Pinelli su richiesta della stessa Magnani.
Fellini e Pinelli, sceneggiatori del secondo episodio "Il Miracolo", saranno (Tullio Kezich nella sua biografia di Fellini aggiunge "ingiustamente") accusati di aver plagiato un romanzo dello spagnolo Ramon Maria del Valle-Inclan, "Flor de Santidad", del 1904.
Riguardo l'episodio "La voce umana", non posso non constatare come Madonna con i Missive Attak nel video "I want you" abbia avuto la stessa ispirazione dal testo di Cocteau, il video presenta infatti la stessa ambientazione (una stanza col letto disfatto, il telefono che squilla, unica speranza di ritrovare qualcosa che è inesorabilmente finito, ma alla cui perdita non ci si rassegna) e lo stesso fine: parlare di un amore che viene a mancare"...
http://www.youtube.com/watch?v=1ELCZqPgsUc La voce umana di Cocteau, fonte di ispirazione per l'arte in tutte le sue espressioni:ultimo esempio il cortometraggio diretto da Edoardo Ponti dal titolo "La voce umana" interpretato da Sophia Loren.