Noiosissimo. La cosa migliore è senz'altro la vivida fotografia di Marcello Gatti, che dà un bel tocco di "Austria felix". Gli attori sono tutti impacciati, come se non credessero in quello che fanno (la Guerritore appare pure con peluria sopra il labbro superiore). Obiettivamente, ne hanno ben donde. Calderone si rifugia nell'artificioso, sia come dialoghi sia come inquadrature. Il finale ferroviario è forzatissimo. Evitabile, quasi da evitare.
Scritto in coppia con Vincenzo Cerami, il secondo film di Calderone è un romanzo dalle belle descrizioni – i ricchi quadri cromatici di Marcello Gatti e il pacato accompagnamento musicale di Fiorenzo Carpi – ma appesantito dai dialoghi artefatti, così come è artefatto ed improbabile l’assunto di base. Gli interpreti, dapprima promettenti con gli sguardi volenterosi dei giovani Guerritore e Lester, scompaiono presto assorbiti nella pedanteria e nel “vuoto” complessivi, tipici di certo cinema d’autore o presunto tale.
Filmetto da niente con la solita storia d'amore adolescenziale che va di pari passo con un altrettanto solita e ritrita storia d'amore tra adulti. Non è pessimo, ma sta ben sotto la sufficienza. Nel discutibile cast un Cassinelli sprecatissimo. Solo per collezionisti.
Ha tutte le apparenze di una pellicola con delle pretese artistiche ma, a parte le riprese sugli scenari lacustri molto belli e la cura nei costumi, non conferma le sue ambizioni. Vorrebbe dare un’analisi alternativa sul tema dei condizionamenti e delle barriere nel rapporto genitori-figli (la trama riguarda due adolescenti esplicitamente incoraggiati al sesso dai rispettivi genitori), ma l’apatia prende subito il sopravvento e gli attori spaesati contribuiscono al parziale fiasco.
Frasi come "A che serve spogliarsi se rimaniamo vestiti dentro" danno la cifra stilistica di questa operazione, che vorrebbe essere pretenziosa e invece sprizza trash da tutti i pori. D'ambientazione sudtirolese dei primi del Novecento, la pellicola trasmette, viceversa, messaggi in voga negli anni Settanta infarciti di pruriginoso spassosamente "impreziosito" da dialoghi a dir poco improbabili. Se la regia non è delle migliori, anche il comparto attoriale... ci mette del suo.
MEMORABILE: Due adulti scorgono i loro figli amoreggiare. Lei: "Come si amano, vero?"; Lui: "Sono solo due corpi".
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Mauro, il film uscì una prima volta col titolo DANZA D'AMORE SOTTO GLI OLMI.
Poi fu riedito col titolo LA PRIMA... ed è noto essenzialmente con tale secondo titolo.
Decidi tu cosa lasciare come titolo principale e cosa mettere come aka.
DiscussioneZender • 25/02/11 13:33 Capo scrivano - 48913 interventi
Mah, visto che è noto col secondo titolo l'ho lasciato specificando la cosa nelle note. Grazie.