Invecchiato, eccessivo. Costruito sulle pulzelle (vince la Giorgi), lascia un che di approssimativo, calcando troppo dove non c'era bisogno. Calderone, già assistente di Bertolucci, a un anno dall'uscita di Ultimo tango, non resiste alla libidine di mettere in scena, dopo un quarto d'ora di film, titoli compresi, una scopata fra due (quasi) sconosciuti. Dialoghi stereotipati ("Avremmo tutti bisogno di un po' di riposo" è presente in migliaia di film: meno male che qui lo dice Ferzetti, il che rende la cosa perfino plausibile).
Mediocre filmetto ravvivato, in parte, dalla presenza delle giovani e splendide Muti e Giorgi. Per il resto, niente di nuovo sotto il sole. Una storia inconsistente, che dopo neanche mezz'ora perde colpi diventando prevedibile, risaputa, con una regia del tutto deficitaria. E il cast non fa niente di più di quanto richiesto.
L'affermato dentista Emilio Rutelli (Gabriele Ferzetti) vien preso di mira dalla giovane amica della spensierata figlia Eugenia (Ornella Muti). Così Nicola (Eleonora Giorgi) inizia a corteggiare l'uomo, procurando un forte senso di gelosia in Eugenia. Torna, per l'ennesima volta, il tema incestuoso in una pellicola italiana. Ma lo sviluppo del film, che predilige la presenza dei freschi (e giovani) corpi femminili della Muti e della Giorgi, si perde in dialoghi artificiosi ed in una messa in scena banale e noiosa.
La sola presenza del sommo Ferzetti fa guadagnare al film dei punti di merito. Detto ciò, Appassionata è una convincente rappresentazione della depravazione sessuale e pruriginosa della media borghesia italiana di provincia. Le due giovani ragazze (Giorgi e Muti alle loro prime armi in veste d’attrici) sono notevolmente spontanee. Il ritmo della pellicola è lento, ma adatto alla vicenda (e al periodo). Da segnalare l’istrionica Valentina Cortese, la quale ci regala un tocco di malinconica nostalgia che solo lei, da grand’attrice, sa esprimere così perfettamente.
Si fa fatica a riconoscere nel calderone di questo film il rigoroso regista di tante fiction "impegnate" col marchio RAI: ma del resto si fa anche fatica a riconoscere qualche qualità a questo film, al netto dell'evidente freschezza delle due fanciulle e della bella prova di Valentina Cortese. Dialoghi da dimenticare, banali gli sviluppi della trama: le suggestioni incestuose da sole non fanno una pellicola.
Lavoro che se fosse riuscito completamente, avrebbe lasciato un segno nel cinema di genere. Dialoghi stanchi, ambientazione orrenda... il solo Ferzetti avrebbe potuto creare tanto, se fosse stato sfruttato a dovere. Solita stralunata Cortese, le due giovani pulzelle appena ascoltabili. Calderone non affonda i colpi e procura più sbadigli che turbamenti.
Una specie di sotto-Lolita all'italiana col dentista con moglie malata che si fa tentare dalla giovanissima compagna di scuola della figlia. Idea poco nuova, svolgimento non eccezionale. Dignitosa la prova di Ferzetti in preda a comprensibili turbe. Piacevole la presenza di una coppia di attrici qui giovanissime che in seguito avrebbero fatto strada: Ornella Muti e Eleonora Giorgi. Nonostante questo il film è abbastanza noioso e fin troppo in tono minore.
Maturo dentista (Ferzetti) ignora la moglie esaurita (e te credo: una Cortese isterica e patetica come sempre) e cede all'immorale corteggiamento dell'amica (Giorgi) della figlia (Muti). Mediocre dramma morboso-pruriginoso, nobilitato da un bel cast (con adulti di rango e due freschissime bellezze allora giovanissime) ma viziato nella sceneggiatura e fallito nella regìa. Comparsata di Ninetto (garzone del macellaio). A tratti pretenzioso ma guardabile.
MEMORABILE: La Giorgi a Ferzetti: "non ti bastava fare l'amore? No! Il c**zo del dottore ha bisogno di discorsi!"
Morboso e pruriginoso come sovente al cinema di genere italiano anni ’70 piaceva essere. Il regista Calderone si districa con disinvoltura tra diversi temi scottanti (pedofilia e incesto, mica roba da ridere!) e dirige una storia difficile dai risvolti drammatici. La Giorgi e la Muti (all'epoca rispettivamente 21enne e 19enne) regalano nudi integrali full frontal da infarto secco. Misurato Ferzetti e brava la Cortese nei panni dell’ennesimo personaggio di donna nevrotica della sua carriera.
MEMORABILE: Eleonora Giorgi in reggicalze e senza mutandine.
Turpi convegni carnali in famiglie allo sfascio scaturiti dal complesso di Elettra, dalle insicurezze affettive dell’adolescenza e da stordimenti di mezza età. Fotoromanzo erotico logoro, languido e frigido con stratagemma à la Feydau in chiusura, l’opera prima di Calderone resta testimonianza socio-storica di un cinema perduto, che ardiva attaccare e infrangere ogni tabù e perbenismo borghese. La Muti e la Giorgi sono feroci lolite che saltellano tra Ferzetti, fulgido esempio di compostezza d’attore, e la Cortese, vezzosa ed estenuante nella sua istrionica teatralità. *!/**
MEMORABILE: La Cortese che si infervora al pianoforte; l’incubo di Ferzetti con la Giorgi e il cane; la Muti che si provoca i succhiotti.
La Muti e la Giorgi sono giovanissime bellezze in bocciolo ma saranno più affascinanti in seguito, a mio avviso. Ferzetti fa il formale ma "sotto sotto" cova trame trasgressive. Film lento e noioso, grigio e di cattivo sapore e anche un po' troppo scandaloso (per i miei gusti); perché scivola su una pericolosa discesa che porta alla passione spiacevole e disturbante. Non è (solo) una questione morale, è questione di fare un film che dica qualche altra cosa oltre a ciò che al tempo era (quasi) vietato affermare.
Complesso di Elettra, pulsioni sessuali incontenibili tra giovani e adulti, incesto; i temi sono forti e scomodi, specialmente se si aggiunge la critica all'ipocrisia e al vuoto esistenziale di certa media-borghesia. Ottime le prove del cast, a partire dalle splendide Giorgi e Muti, candide e inquietanti; Ferzetti perfettamente in parte e giustamente sopra le righe e intensa la Cortese. Non è un film erotico, dato che le scene "incriminate" sono poche e funzionali alla storia; ma l'atmosfera morbosa, decadente e malinconica lascia il segno.
MEMORABILE: L'apparizione di Ninetto Davoli; La seduzione della Giorgi nell'ambulatorio dentistico.
A suo tempo definito film morboso sulla scia di Ultimo tango a Parigi, il film, rivisto a distanza di anni, non risulta datato bensì si dimostra uno dei pochi esempi di film ad avere affrontato problematiche su cui all'epoca era proibito indagare: le pulsioni familiari che sfociano nell'incesto; e lo fa con raffinatezza assoluta: sfruttando il candore delle acerbe adolescenti Muti e Giorgi e la sobria eleganza di Ferzetti, non scivolando mai nella volgarità.
Morboso melodramma italico centrato su di una ricca famiglia borghese in cui le voglie sessuali delle due giovani ninfette emergono preponderanti. Ritmo, talvolta soporifero, che viene rivitalizzato dalla sensualità di una Giorgi preponderante rispetto a una timida Muti. Nel complesso scadente, ma la classe di Ferzetti merita almeno la visione.
Contorsioni psicoerotiche a uso della borghesia settantiana; fanciulle in fiore di pianta carnivora e tempi delle mele col verme della provocazione; clima ovattato (dove l'ovatta rischia di essere imbevuta di cloroformio) e suoni suadenti a sottolineare languori evanescenti; mezze frasi, un'incursione onirica notevole (la sequenza col cane) e Freud secondo lo spirito mediterraneo; cadute nel banale (certe battute, la scena nel negozio di biancheria intima). Non è orribile ma non mi ha convinto.
Il classico borghese annoiato (qui interpretato dall'eccellente Ferzetti) e stressato da una moglie sciroccata, cede alle lusinghe di una giovanissima amica della figlia. Tanti i tabù sessuali che vengono toccati in questo film di Calderone in una storia francamente poco credibile che però solletica le fantasie più pruriginose del maschio latino. La Cortese carica eccessivamente il proprio personaggio e alla lunga stanca anche il pubblico. La Giorgi e la Muti fanno a gara per mostrare le proprie grazie.
MEMORABILE: Ferzetti che rimanda continuamente i propri impegni di lavoro come se nulla fosse.
Se dovessi tener conto dello splendore delle ancora stelline Giorgi e Muti il voto sarebbe buono, ma il film, per quanto il significato sia facilmente desumibile (son le smanie di due ragazzine di ergersi a protagoniste senza immaginare neanche da lontano in che modo riuscirci) è difficilmente apprezzabile, perché non è omogeneo e si sfalda con una serie di episodi inconsistenti messi uno di seguito all'altro, cosicché paradossalmente l'unico impatto evidente e devastante è dato dalla pazzia della madre; tutto il resto sembran frivole sciocchezzuole.
MEMORABILE: Gli abiti sparpagliati; Le balle al telefono; La non accettazione, da parte delle ragazzine, dei meriti e delle sensazioni di chi è nato prima di loro.
Premessa: questo film va assolutamente guardato in inglese, perché la doppiatrice anglosassone di Eleonora Giorgi aggiunge moltissimo fascino alla recitazione, rendendola seduttiva in modo gelido e perfettamente rispondente ai suoi lineamenti e alla sua mimica. Film che non può essere definito, secondo parametri oggettivi, di grande qualità. Tuttavia, a livello soggettivo, lo si può amare moltissimo, perché può far rivivere il periodo dell'adolescenza in cui spesso le ragazze seducono con crudeltà gratuita. Bella musica, una Roma insolita, scena del sogno che non si dimentica.
Le tematiche scabrose e la bellezza delle allora ninfette Ornella Muti e Eleonora Giorgi, unita al consueto spessore di Gabriele Ferzetti, sono i particolari che rendono guardabile il film, considerando anche che le atmosfere del periodo sono ottimamente riprodotte. Non il massimo il ritmo. È vero che la sceneggiatura non filosofeggia esageratamente come in altri film coevi, ma la lentezza di alcune parti è veramente straziante e non è poca la fatica nel completare la visione. Resta comunque un film audace per il periodo e con diversi particolari interessanti. Sufficiente.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Digital ebbe a dire: Quidtum ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: In dvd per CineKult, disponibile dal 22/07/2014 Si è appurato che Cinekult non fa altro che riproporre lo stesso master non restaurato, pieno di graffi, spuntinature, artefatti video e persino cadute di fotogrammi, utilizzato per la prima uscita in dvd per la Minerva, versione integrale. E allora toccherà spassionatamente evitarlo, questo dvd.
Maglio tenersi stretta la vhs della Lineafilm, a questo punto
La bella colonna sonora del film, con tutti i suoi temi principali e "minori", è disponibile in questo cd (ormai raro):
Le musiche sono del M° Piero Piccioni, noto soprattutto per aver musicato i film diretti da Alberto Sordi.
I temi sono frutto di un gradevole mix tra suoni orchestrali classici e sintetizzati (si scorge indubbiamente un ampio uso della tastiera "Moog"). Per gli amanti delle sonorità elettroniche vintage è una manna per le orecchie.
Per quanto se ne legga in giro la versione Cinekult mi pare sia la versione uscita in sala, quindi già tagliata di circa un minuto per ottenere il visto (con VM18), mentre questo bluray dovrebbe essere integrale.
Buiomega71 ebbe a dire: Digital ebbe a dire: Quidtum ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: In dvd per CineKult, disponibile dal 22/07/2014 Si è appurato che Cinekult non fa altro che riproporre lo stesso master non restaurato, pieno di graffi, spuntinature, artefatti video e persino cadute di fotogrammi, utilizzato per la prima uscita in dvd per la Minerva, versione integrale. E allora toccherà spassionatamente evitarlo, questo dvd.
Maglio tenersi stretta la vhs della Lineafilm, a questo punto
M.shannon ebbe a dire: è uscito in Blu Ray per la TWILIGHT TIME
Dagli screenshot che vedo in rete sembra un trasferimento non memorabile, ma decisamente migliore del dvd in circolazione fino ad oggi tremendo. Se i sottotitoli sono eliminabili (?) lo prendo.
CuriositàZender • 28/07/16 19:05 Capo scrivano - 48270 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
Agli appassionati di c.s.c. segnalo che, grazie ad Alessandro Piano che mi ha fatto vedere fotogramma da blueray, posso confermare che al 99% la Mancini è la paziente col volto semicoperto che Ferzetti manda via senza farla entrare in ambulatorio.