Dovremmo essere in Lombardia, a quanto afferma il vecchierello attorno al passato del quale ruota la vicenda; in realtà l'azione è in gran parte ambientata in una villa con ampio giardino annesso, con rarissime puntate all'esterno di essa. Un gotico “moderno”, con numerosi flashback grazie ai quali si torna indietro di una cinquantina d'anni e una presenza fantasmatica (la Veronique del titolo) che contrariamente alle abitudini dei suoi simili non disdegna di perseguitare le proprie vittime via telefono con echi d'oltretomba (!). Inizialmente non pare facile seguire il contorto soggetto (opera del regista Gianni Vernuccio, che è anche produttore, montatore...Leggi tutto e direttore della fotografia del film), con un giovane bellimbusto che giunge in villa dicendo di essere il figlio dell'amante del figlio dello stagionato conte proprietario della tenuta, il quale a sua volta da giovane era stato innamorato della Veronique del titolo. Col passare dei minuti l'intreccio si chiarisce (pur richiedendo una certa attenzione da parte dello spettatore) e diventa l'unico motivo di interesse di un film scialbo e recitato molto debolmente (il cast è composto pressoché da sconosciuti). Dialoghi e sceneggiatura sono modesti quanto la regia e di conseguenza il quadro che va a delinearsi non è dei più felici. Ci sono le musiche di Giorgio Gaslini a non deludere (pur non rivestendo troppa importanza), ma il resto (se non avete voglia di lambiccarvi il cervello per seguire la storia) è da dimenticare.
Cervellotico horror, sulla linea di più celebri produzioni attinenti al neonato filone gotico italiano (I Vampiri, 1957; La Maschera del Demonio, 1960; La Vendetta di Lady Morgan, 1965). Purtroppo qua manca una solida regia ed un cast in grado di rendere credibili psicologie tratteggiate con il coltello. La musica di Gaslini, pur modesta, non può aiutare lo spettatore a sopportare una messa in scena alla quale, quasi per certo, nemmeno i realizzatori credono. Mediocre e noioso, con flashes-back realizzati al fine di coprire il vuoto che sta dietro alla sceneggiatura.
Interessante gotico, giocato sul filo del rimorso. Nonostante il cast di attori poco noti, il film si rivela essere una piacevole ghost-story, con i suoi momenti (il flashback rivelatore, il triste e cupo finale nella tomba). Se si è appassionati del genere ci si divertirà.
Si parte con una canzonetta in classico stile beat sui titoli di testa e ci si infila in una trama squinternata che alterna giallo ereditario e horror soprannaturale sullo sfondo di una lussuosa villa d'epoca nella campagna lombarda. Una sceneggiatura che cade spesso e volentieri nel ridicolo (lo spirito della defunta che telefona dall'oltretomba!!!), una regia incerta e priva di nerbo, interpreti semisconosciuti e palesemente inadeguati fanno il resto: 90 minuti di noia totale moderatamente alleviati solo dalla bella musica di Giorgio Gaslini.
MEMORABILE: Il protagonista che scorazza sulle strade della Brianza su una Duetto rossa, come Dustin Hoffman nel Laureato.
Ghost-story modesta ma sui generis, che opta per un'ambientazione dichiaratamente autoctona (un angolo di Brianza dalle ville e dai giardini letterari) e ai luoghi comuni dell'orrore gotico sostituisce i desideri, la cupa sensualità e i patti di amore, morte e vendetta del feuilleton. Forse anche perché fresca di Miss Italia, la leggiadra Alba Rigazzi è un fantasma diurno, molto terreno e carnale; moderati e corretti gli altri interpreti. **!/***
MEMORABILE: La prima apparizione di Veronique, con la stanza che si illumina; il passaggio al carro funebre; la telefonata della defunta al conte.
Storia sovrannaturale esangue e, è il caso di dirlo, assai impalpabile in tutta la sua durata. Non si notano sbavature o grandi cadute (a parte alcune ingenuità), ma il tono risulta sempre sbiadito poiché manca sia il marchio personale sia, sul fronte estetico opposto, l'eccesso cult. Tale mediocrità, peraltro, non assume mai tratti crepuscolari, nonostante i flashback, annegando in un generale anonimato. Cast in linea con quanto sopra detto.
Un giovane rimasto improvvisamente orfano dei genitori viene accolto, non senza sospetto iniziale, da uno nonno ricco che ben presto lo accetterà come suo nipote nel suo enorme castello. Qui conoscerà una eterea, misteriosa creatura che lo riporterà indietro di molti anni verso un amore tanto genuino quanto contrastato. In bilico sempre fra più piani temporali, il film ha una sua logica come solo l’amore sa fornire, pure se nella confusione di tempi differenti, malinconico e romantico insieme.
Film che ha tanti pregi (un'ottima atmosfera, inoltre senza bisogno di scene forti riesce a creare una discreta tensione), ma che presenta anche qualche difetto (Cristina Gaioni scompare quasi subito, la scena della telefonata e una canzone decisamente fuori contesto). Prova del cast valida, belle ambientazioni, un giallo in stile "gotico italiano" da riscoprire. Più che discrete le musiche, eccezion fatta per la già citata canzone (non brutta ma fuori contesto, rispetto al genere di film).
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Scheda di doppiaggio: (Occhio a uno spoilerone all'inizio)
Massimo Turci: Alex Morrison
Fiorella Betti: Veronique/Maria
Rosetta Calavetta: La suora
Bruno Persa: Il conte Anselmi
Lydia Simoneschi: Teresa
Pino Locchi: Alberto
Cesare Barbetti: Il domestico
Maria Pia Di Meo: Denise
Renato Turi: Aristide
Arturo Dominici: Il padre del conte