La casa nel vento dei morti - Film (2012)

La casa nel vento dei morti

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONCineprospettive

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un titolo molto evocativo, la presenza del regista Francesco Barilli nel cast, la suggestione di una locandina che prometteva storie di orrori e fantasmi... In realtà il film è per la sua gran parte un noir ambientato alla fine degli Anni 40, con tre rapinatori in fuga nelle campagne emiliane dopo un colpo da dieci milioni alle poste. Il quarto del gruppo è morto da poco, l'auto l'hanno dovuta lasciare tra l'erba e l'avventura continua a piedi; nei boschi, sul greto del fiume... Il rapporto tra i tre non si può dire idilliaco: soprattutto tra Attilio (Magri) e Ugo (Barilli) non corre buon sangue: il primo ha fatto del cinema a Venezia, con Blasetti, il secondo è da poco uscito di prigione dopo...Leggi tutto aver ammazzato la moglie per una questione di corna. Hanno un carattere forte, dominante, non accettano di prender ordini l'uno dall'altro e si scontrano su tutto. Ciccillio (Iannitello) cerca di fare da paciere ma non ne ha la forza. Tutto cambia quando, a mezz'ora dalla fine, i nostri raggiungono un casolare abitato da quattro contadine: si fermano lì la notte (di soldi per pagare ne hanno in abbondanza...) e il film d'improvviso si trasforma in una sorta di horror hooperiano (il modello è NON APRITE QUELLA PORTA), accompagnato da musiche chiaramente rubacchiate a Carpenter (sui titoli di coda si sfiora il plagio) e un po' di sangue; ma la tensione fatica a concretizzarsi, la regia di Campanini (non si sa quanto realmente aiutato da Barilli, che figura come “guest director”) latita e il ritmo – claudicante fin dall'inizio – non aiuta certo a rendere piacevole il tutto. Fortunatamente – grazie soprattutto a una buona fotografia notturna – l'atmosfera a tratti funziona e l'interpretazione di Sara Alzetta (la migliore del lotto, domina nettamente sugli altri) permette di trovare un qualche senso all'ultima parte. Peggio vanno le cose per il cast maschile: Barilli non è un attore e si vede, Magri non riesce a essere spontaneo e nel complesso tutti i dialoghi faticano a convincere, sia perché proprio non sembrano figli del tempo a cui dovrebbero appartenere, sia perché recitati sopra le righe come se si stesse rozzamente imitando un noir americano moderno. Ben scelte le ambientazioni “rustiche”, con qualche aggancio virtuale al linguaggio visivo avatiano, ma a fare il film – purtroppo – sono in questo caso prima di tutto gli attori, e il risultato è piuttosto sconfortante. La scenenggiatura, ad ogni modo, qualche discreta intuizione ce l'ha e si nota la volontà di uscire dal piattume che un soggetto simile avrebbe potuto generare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/09/12 DAL BENEMERITO KAZANIAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/07/15
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Kazanian 25/09/12 13:08 - 48 commenti

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Interessante lungometraggio ambientato alla fine degli anni '40. La prima parte offre una interessante fotografia; peccato che la recitazione dei protagonisti sia veramente pessima e susciti ilarità. Nella seconda parte il film si riavvia e finisce in terreno horror, nel segno del già visto e per fortuna senza effetti che nulla avrebbero potuto aggiungere a una pellicola giocata sull'atmosfera di quel periodo.

Von Leppe 25/04/13 23:07 - 1262 commenti

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Titolo altisonante dal sapore soprannaturale che c'entra poco con le tematiche del film. Ci sono buoni momenti e l'atmosfera è abbastanza riuscita grazie a una fotografia considerevole (soprattutto per un lungometraggio a basso costo). Il difetto maggiore è il finale, poco cruento, che tradisce le aspettative. E' ambientato negli anni 40, ma le contadine mostrano capelli tinti di biondo, il trucco... Ottime location, tra il padano e l'appenninico, ma forse meno appropriate di quello che sembrano.

Undying 27/12/13 02:50 - 3807 commenti

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Non sono tre e non sono belle. Ma al pari delle Regine hanno qualcosa di stregonesco. Ispirato da Non aprite quella porta e Ossessione, Luca Magri sceneggia un piccolo gioiello dalle forte potenzialità avatiane (La casa dalle finestre che ridono) purtroppo limitato dai difetti dei film indipendenti: budget limitatissimo, suono in presa diretta e una prima parte decisamente fiacca per location attuali e non d'epoca. Per fortuna c'é Barilli (qui cattivissimo) a mantenere alta l'attenzione; e quella dannata mezz'ora finale è comunque memorabile!
MEMORABILE: "È ora di ammazzare il maiale!".

B. Legnani 4/05/14 22:52 - 5532 commenti

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"Qualcosina da salvare c'è": la voglia di fare, qualche tocco attoriale di Barilli, il titolo in novenario... Spiace dir male d'un film fatto con amore per il cinema, ma l'esito è quello che è. Recitazione spesso imbarazzante, sceneggiatura che cerca di prendere vigore con qualche inutile parolaccia. Il finale, alla "casa degli orrori", delude sia chi cerca il vero orrore sia chi sperava in un tocco di classe, o per lo meno di sorpresa. Tanti richiami a noti titoli, ma mi piace citare il parallelismo (non so se voluto), grazie ai meravigliosi insetti tra il verde, col finale di Lacombe Lucien.

Rebis 21/05/14 19:34 - 2337 commenti

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Insegna, la gloriosa tradizione del cinema di genere nostrano, che spesso la cosa più bella del film è il titolo. Tremende sono le luci che accozzano interni ed esterni senza criterio alcuno. Tremendi i dialoghi da filodrammatica. Tremendi i giovani attori che fanno gli uomini duri sbraitando ogni due per tre. Campanini non riesce a cavare dalle suggestive location un briciolo di atmosfera. Qualche sprazzo horror funziona, ma il regime è piattamente televisivo. Barilli attraversa il film gigioneggiando, consapevole che il pubblico farà il tifo solo per lui.

Edecubo 12/08/14 04:52 - 48 commenti

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Non si salvano la recitazione e la scialba sceneggiatura (che strizza l'occhio in particolar modo al filone horror americano delle case infestate da spiriti) in cerca di qualcosa che non sa. L'ambientazione è suggestiva ma, purtroppo, la fotografia e la produzione potevano fare meglio. Un compitino, insomma, da evitare se ci si aspetta qualche brivido.
MEMORABILE: I paesaggi.

Buiomega71 26/05/18 00:43 - 2910 commenti

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Orrendi titoli di testa da fiction delle peggiori, deliranti sbandamenti (il film di Blasetti, i bombardamenti, l'uomo forzuto) per poi divenire una sorta di fuga boschiva boormaniana con un gigantesco Barilli parolacciaio, cinico e spietato (l'uccisione a freddo dei due cacciatori). Alla fine si entra in territori horror femmineo-avatiani (la zia inferma) tra Onibaba e le streghe del Delitto del diavolo, furoreggiando in crudeltà omicida, torture, tagliole, denti spaccati stile L'ultima casa a sinistra e chiusa finale beffarda. Ost halloweeniana di pregevole contorno.
MEMORABILE: Le "voglie" di Agnese con piedino sotto il tavolo; Lo zombi/incubotico del soldato tedesco; La fucilata nel fienile; "Uccidilo!"; Sul tavolaccio...

Fauno 5/04/19 01:29 - 2212 commenti

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Di sbagliato c'è solo il titolo dal sapore esoterico, mentre il film è concreto, materialista allo stato puro. Abbiamo due realtà che cozzano, due realtà marginali, colme di sofferenze dovute a vere e proprie disfatte; anche se la seconda in apparenza parte con toni conciliatori, fa trasparire molto presto come il bagno di sangue sia inevitabile e pure molto fantasioso come crudeltà. Sebbene sia in qualche modo già stato anticipato in un episodio precedente, sarà questo improvviso punto esclamativo, non fine a se stesso, a colpire nel profondo.
MEMORABILE: Tutto il film è magnetico, ma la scena iniziale dell'auto apre veramente le danze.

Marcolino1 19/03/20 16:15 - 553 commenti

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La "c" maiuscola del titolo ricorda Raimi e derivati, ma si assiste a tutt'altro e si resta spiazzati. Al diciannovesimo minuto la musica ci riporta tra gli anni '80 e '90 di "Lucio Fulci presenta", ma suono e immagini non si allineano alla nostalgia. Al trentatreesimo minuto una cascina: falso allarme. Gli ultimi venti minuti riscattano, con un encomiabile omaggio all'horror nostrano, non solo il film ma anche le donne martoriate dalla guerra. Mai giudicare un libro dalla copertina ma, superata la prima metà delle pagine, ci si può pienamente ricredere.
MEMORABILE: Il chiodo battuto col martello sui denti; Il cadavere della ragazza uccisa sul fuggitivo, prima del colpo di grazia; L'ispirazione alla casa avatiana.

Capannelle 8/01/22 18:23 - 4411 commenti

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Va bene l'intenzione di fare cinema con poco budget e di tentare un mix guerra-horror senza nazi o zombi nel mezzo. Ma quando già all'inizio ci trovi un rapporto a letto condito da espressioni e movenze poco tipiche del periodo capisci dove si va a parare. Tra gli uomini Barilli fa il suo con il giusto accento, ma la trama fatica a ingranare e i mezzi sono quello che sono. A casa delle contadine, accolti dagli sguardi della Torresi, si cambia registro ma rimane purtroppo uno stile didascalico, la tensione spesso coperta dall'overacting, la mdp troppo fissa.

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Deepred89 15/02/24 01:44 - 3706 commenti

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Pur al netto dei vistosi difetti (budget irrisorio con tutte le conseguenze del caso, varie cadute di stile, finale deludente, cast non sempre all'altezza, musiche alla Carpenter fuori luogo), un noir di ambientazione rurale e anni Quaranta cupo, scorrevole, discretamente diretto, con bei paesaggi naturali a fare da sfondo e, nella seconda parte, una buona svolta horror dal sapore avatiano (a partire dal verbo "crepare" ripetuto a più riprese da personaggi che sembrano uscire dalla famiglia Legnani). Film onesto, per il quale si arrotonda volentieri il voto per eccesso.
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  • Homevideo Undying • 27/12/13 03:11
    Risorse umane - 7574 interventi
    Ottimo il DVD Dynit.
    Formato video 1.78:1 ed audio dolby 5.1.
    EXTRA composti da :
    - trailer
    - backstage (23' 52")

    Da segnalare la suggestiva soundtrack di Lelio Padovani, soprattutto il motivo principale.

    Trailer

    Durata della versione: 1.26.50

    Sotto: Francesco Barilli (1.04.14)

    Ultima modifica: 27/12/13 10:06 da Zender
  • Discussione Rebis • 2/07/14 01:17
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Propongo di schedarlo come thriller...
  • Discussione Zender • 2/07/14 08:11
    Capo scrivano - 47782 interventi
    da quello che leggevo mi pare andasse bene anche drammatico francamente... Comunque cambiamo pure. Il genere al solito è fonte di interminabili discussioni, volendo.
  • Discussione B. Legnani • 2/07/14 10:35
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Fa parte di quei film che non sono ascrivibili in modo netto ad un genere.
  • Discussione B. Legnani • 9/09/15 22:31
    Pianificazione e progetti - 14964 interventi
    Segnalo l'impeccabile e veritiera chiusa del commento di Rebis: "Barilli attraversa il film gigioneggiando, consapevole che il pubblico farà il tifo solo per lui".
  • Discussione Rebis • 9/09/15 23:23
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Grazie Buono. In certi casi si può salvare il salvabile...
  • Discussione Buiomega71 • 26/05/18 09:45
    Consigliere - 25998 interventi
    Un ritorno alle origini del nero "padano" avatiano (ma anche barilliano, penso a Pensione Paura) in quello che è un film magari imperfetto, ma dalla grande forza suggestiva (complici le bellissime location boschive della provincia di Parma) e dalla svolta femmineo/sanguinaria.

    Se i bruttissimi titoli di testa stile fiction televisiva facevano presagire il peggio e Luca Magri attore in un film di regime "blasettiano" non si può vedere (così come la coppietta che si apparta nel casolare per fare all'amore, i bombardamenti, l'uomo forzuto che manco Zampanò), l'opera del talentuoso Campanini comincia a farsi interessante nella prima parte della fuga tra fiumi, boschi, bivacchi, dove i tre personaggi (soprattutto Barilli e Magri) si sputano addosso merda l'un con l'altro per quasi tutto il film, puntandosi spesso le pistole in faccia (un intro paratarantiniano mutuato dalle Iene)

    L'immensità attoriale di Barilli fa guadagnare punti, cinico e disilluso ex galeotto parolacciaio, all'occorrenza spietato e senza scrupolo alcuno (l'uccisione a freddo dei due cacciatori lungo l'argine del fiume-tra cui uno impersonato da Campanini stesso, quello che ha visto La locandiera, con la Ferida, quattro volte- ionondimenticomaiunafaccia) a cui manca solo di bestemmiare, tratteggiando il suo Ugo con trasporto e un impronta quasi neoralistica.

    E cammina e cammina ecco il casolare che accoglierà i quattro fuggiaschi, che nasconde un male ben peggiore di loro.

    E quì il nero padano campaniniano decolla , trasformandosi in una via di mezzo tra Onibaba e Il delitto del diavolo, con la famiglia matriarcale di pazze furiose e assassine , dai sapori nerissimi avatiani (la zia inferma), dalle visceralità "cannibaliche" di predatrici dal vago sapore stregonesco

    Tra le "voglie" di Agnese con piedino sotto il tavolo, le foto dei viandanti nel cassetto del tavolo da cucina, denti spaccati sulla falsariga dell'Ultima casa a sinistra, incubi zombeschi premonitori (il soldato tedesco), spizzichi di torture porn (sul tavolaccio con tenaglie che manco Flavia la monaca musulmana), il povero palermitano inforcato imitando Hostel, sputi di disprezzo, la terribile fucilata nel fienile, la tagliola, le formiche che brulicano sulle foglie, vestita con la più bella vestale della nonna in odor di necrofilia, il delirio, la follia femminea, le tre parche che si avventano come mantidi sul povero maschio sacrificale, la chiusa beffarda e inaspettata.

    Come se La fine della notte sfociasse nelle derive e negli antri infernali avatiani di case dalle finestre che ridono.

    Il basso budget non tradisce la forza espressiva (notevole l'omaggio alla Noia nel falso sogno ad occhi aperti di Attilio mentre amoreggia con la sua fidanzata prostituta), e attraversando il noir/gangsteristico , per poi lambire il survivor boormaniano, si arena nei gangli di un parahorror cupissimo e terrifico, con le quattro contadine che disturbano e mettono i brividi più di qualsiasi altro babau, capaci di atti di feroce sadismo oltre ogni aspettativa (di cui, oltre che la sete di sangue, fa capolino una perfida avidità)

    Impreziosito da uno score halloweeniano nella colonna sonora di Lelio Padovani (buona anche l'intuizione di infilarci dentro pezzi d'epoca come Addio sogni di gloria, Gastone, La Paloma, Vesti la giubba) e dai colori cupi (soprattutto che avvolgono il casolare delle quattro streghe) di Raoul Torresi (che appare anche nei flash come soldato morto vivente nell'incubo di Attilio), Campanini vince la sfida, donando un piccolo gioiellino necroforo di grande fascino malevolo (il vento che si alza improvviso, come presagio di morte, intorno al casolare degli orrori) pregno di quell'italianità oscura e ferina che ha fatto monumentali le opere di Avati o di Ferroni.

    Nota di merito per tutte e quattro le brave protagoniste (dalla sensuale e letale Agnese, alla zia paralitica, alla taciturna Gigia e alla degenerata e perversa Anita)

    Per me un piccolo cult nostrano da custodire gelosamente

    Io in galera non ci torno, hai capito...fighetto!

    Collaborazionista sarai tu
    Ultima modifica: 27/05/18 19:39 da Buiomega71
  • Discussione Fauno • 5/04/19 01:33
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Come vedi Buio, io sono di parola. Avevo promesso che prima o poi l'avrei visto ed eccomi qua.
    Peccato solo la scarsa qualità della copia caricata su YouTube, ma è una fortissima pacca sui denti (non solo in senso figurato).

    Ti pregherei di fare attenzione al momento particolare che ho scelto...
  • Discussione Buiomega71 • 5/04/19 05:39
    Consigliere - 25998 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Come vedi Buio, io sono di parola. Avevo promesso che prima o poi l'avrei visto ed eccomi qua.
    Peccato solo la scarsa qualità della copia caricata su YouTube, ma è una fortissima pacca sui denti (non solo in senso figurato).

    Ti pregherei di fare attenzione al momento particolare che ho scelto...


    Contentissimo Fauno , sia perché hai seguito il mio consiglio, sia perché hai apprezzato questo piccolo gioiellino sottostimato del nostro, in parte, (ri)trovato cinema di ( de)genere.

    Leggerò il tuo commento con curiosità

    Eppoi, un po', Barilli ti somiglia , con quel marcato accento emiliano e quel carattere così verace ;)
    Ultima modifica: 5/04/19 10:26 da Buiomega71