Ars amandi - L'arte di amare - Film (1983)

Ovidio insegna l'arte di amare ad alcuni giovani che la mettono in pratica con nobildonne. Pessimo sotto tutti i punti di vista: sceneggiatura confusa, regia pretenziosa, riprese spiritate e schizofreniche, montaggio forsennato, recitazione (di bravi attori) dilettantesca, fotografia caravaggesca (unico elemento interessante) spazzata via dal caos della composizione, idea dell'anacronismo visivo sfruttata male, erotismo assente. E per finire: colpo di scena conclusivo che spiega tutto e rende la cosa ancor peggiore di come sembrava.

Dal titolo e dal nome di un regista osannato (ma per me non è niente di eccezionale... anzi) ti aspetti un erotismo raffinato e un film patinato. Invece è una pellicola squallida, per niente accattivante che in certi punti è pure fastidiosa. Più che evitabile.

"L'arte di amare" di Ovidio prende forma in questa curiosa opera di Borowczyk in cui si avverte la fatica di ricreare lo scenario (forse a causa dell'esiguità del budget). Una fotografia scura e ravvicinata scandisce le indicazioni del celebre poeta, con citazioni che spesso paiono assurde o giocose. Non aspettatevi piccanti soluzioni, ma godete della furtiva bellezza di Marina Pierro. Finale che ci riporta nel presente inaspettatamente.

Pasticcio ad opera di quello che molti definivano un "maestro dell'erotismo"; di certo questo non è tra i suoi lavori migliori, con una storia che parrebbe tratta da Ovidio e ambientata nell'antica Roma in cui di sesso se ne vede poco e piuttosto castigato. Va anche peggio con lo script e il montaggio, che rendono la visione problematica a causa di snodi confusi e di una trama che si fatica a seguire, scaraventando lo spettatore in un turbine di noia da cui non si esce più fino al "twist" finale - vecchio come il mondo - da rimborso del biglietto. Musiche di Bacalov anonime.