La bambola - Film (1990)

Da non confondere con il più famoso Bambola di Bigas Luna, è di uno dei tanti soft-erotici girati negli anni 90 in Italia. La protagonista (molto bella) viene rapita dalla solita losca banda che la costringe a prostituirsi (con tanto di "iniziazione lesbica"). All'inizio tenta di ribellarsi, poi... Il cast fa una prova tutto sommato passabile, mentre il film ovviamente risente del fatto di essere a basso costo ma in Italia, soprattutto in quel decennio, fu fatto anche di peggio.

Siamo di fronte ad un prodotto onesto, pieno di stereotipi, a tratti morboso ma sopratutto infantile. Il regista è Ninì Grassia, che durante la carriera è riuscito a spaziare tra i più vari generi non azzeccandone una: ha avuto molte occasioni di lavorare anche all'estero ma non si è mai distinto per bravura o inventiva. Ritornando al film ritengo che la recitazione della Calì non sia malvagia (vista anche in un film di Tinto Brass): è sensualissima ed efficace nel suo ruolo, la recitazione in questo caso è sufficente.

Imbarazzante polpettone softcore del solito Grassia, che come di consueto non fa nulla per rendere più interessanti ambienti e situazioni, sempre squallidi e peggiorati da una fotografia piatta; i protagonisti sono nella media del genere e la meteora Cali (visibile in una manciata di film di quell'annata) è naturalmente tollerabile solo in virtù del ruolo da "bambola", regalando numerose scene erotiche con stralci morbosi. Inevitabili le cadute nel trash, ma la noia regna comunque sovrana, con un inevitabile effetto soporifero dopo la metà.

Grassia (che cura anche le musiche) alla prese con l'ennesimo porno-soft di quegli anni, in cui le burrose forme di Deborah Calì (nel suo anno di grazia 1990) sono messe al servizio di una banale storia di sfruttamento della prostituzione d'alto bordo per necessità economiche, per mostrare tutta una serie di scene solleticanti e per indugiare sulle curve mozzafiato dell'allora ventenne. Ci si limita in ogni caso a qualche nudo e alla solita calza velata d'ordinanza. Film senza alcuna ambizione se non quella di assecondare l'occhio maschile.