Come dice appunto il voto più basso del Davinotti: inaccettabile vaccata! Bigas Luna propone una storiella già di per sè poco esaltante, ma il problema è che si affida alla recitazione di Valeria Marini che, parliamoci chiaro, tutto è meno che un'attrice. Personalmente non salvo niente di questo film, pure le scene leggermente erotiche sono un qualcosa di inguardabile. Alla larga!!!
Non trovo affato male quest'opera di Bigas Luna: le ambientazioni sono bellissime, la parte della Marini è perfetta (discorso a parte se interpreti o meno se stessa). I personaggi sono molto ben caratterizzati, dando sfumature nel carattere molto ampie, un ventaglio piuttosto completo. Penso sia uno dei film più sottovalutati in assoluto. È ben presente anche una certa iconografia tutt'altro che banale.
Terrificante messa in scena che manca di base: se è vero che il titolo è pertinente (lo interpreta, con cognizione di causa, Valeria Marini), è ancor più vero che la sceneggiatura gira a vuoto. Il film non è eroticamente convincente e, a livello di contenuti, viaggia nell'abisso del vuoto assoluto. Dona un minimo di spessore al tutto l'ambientazione scenica ma, nel complesso, di un prodotto così di (de)genere non si sentiva il bisogno... Al confronto L'Angoscia (pur di tutt'altro tipo) appare opera memorabile.
Di una noia a dir poco mortale. Non c'è una storia, i personaggi sono solo poco più che sbiadite figurine senza un minimo di spessore, la regia è statica e si limita a filmare quanto avviene senza fare niente di più, il cast è terrificante. La Marini è improponibile: bellissima quanto vogliamo, ma come attrice fa veramente pena; il suo coprotagonista, tal Perugorria, è del tutto anonimo, Dionisi nella parte del fratello gay incredibilmente trash (così come la rediviva Anita Ekberg). Bello il paesaggio e niente più.
"Valeria Marini ha il motore di una 500 nella carrozzeria di una Ferrari"... Così diceva Bigas Luna. Ed è vero. La Marini si muove goffamente, non riesce a gestire quel suo enorme corpo, è fintissima con quelle labbra assurde di gomma (e qualcuno ricorderà lo spot di quella TV privata in cui appariva ben diversa da oggi). In definitiva poteva essere un film erotico decente... ma aveva bisogno non solo di un quintale di carne bianco/bionda (tinta) ma anche di un cervello e non di uno zombi deambulante.
Allucinante boiata "sex & violence" di un Bigàs Luna ormai allo sbando. La Valeriona nazionale ce la mette tutta per esser sexy, ma il risultato finale sfocia nel grottesco involontario, con dialoghi e sequenze a dir poco imbarazzanti, su tutte quella dell'anguilla usata a mo' di dildo ittico. Non da meno la caratterizzazione del fidanzato di Bambola, diventato gay dopo esser stato sodomizzato in galera (sic). Il film accumula assurdità e morbosità da quattro soldi fino allo sconcertante finale, guadagnandosi un posto d'onore nel cinema trash.
Osceno. Quello che dà più fastidio guardandolo è la totale lontananza dalla realtà di questo film, a dir poco inverosimile. Non voleva certo fare un'opera neorealista, ma Luna poteva almeno sforzarsi per rendere un po' più plausibile "sta roba". La non-recitazione dei personaggi è irritante, con la Marini che si produce in una performance difficilmente descrivibile da quanto sia inconcepibile e scadente. Pochissimi anche i momenti di comicità involontaria. Brutte e invadenti le musiche. Tremendo.
MEMORABILE: La colluttazione con il ciccione che si fracassa la testa e cade giù per lo scivolo...
Laddove la bruttezza tocca senza alcuna remora l'oscenità si colloca quest'opera (si fa per dire) di Bigas Luna, regista che pure ha diretto qualche film non disprezzabile. Questo è invece terrificante, privo com'è di qualunque abbozzo di sceneggiatura (i dialoghi sono veramente pessimi) e con un cast assolutamente imbarazzante a cominciare dalla Marini (ma non è l'unica !).
Biondona romagnola pizzaiola con fratello gay e fidanzato galeotto: è Valeria Marini vista da Bigas Luna. Come dire: un'attrice inespressiva in mano a un regista di grandi ambizioni e poche capacità che riesce a massacrare anche gli attori dotati. Luna conferma il suo cinema grossolano che cade miseramente nel pecoreccio amatoriale, senza riuscire a dare un briciolo di senso in più. Questa, poi, è davvero a livello da principiante: solo che il regista in questione ha ormai 50 anni e quasi una decina di film alle spalle. Quindi: imperdonabile.
Se l'intento era quello di fare del trash moderno e consapevole, beh giù il cappello gente. Il fatto è che il trash non può mai essere consapevole, altrimenti non si ride più alle spalle dell'operazione; quindi che gusto c'è? Insomma, si possono aprire eterne discussioni sul come e sul perché, ma resta il fatto che il film è noioso, ridicolo e recitato da un gruppo di attori imbarazzanti, e non mi riferisco solo alla Marini.
Orrifico. Basti dire che l'interpretazione della Marini è tra le poche cose salvabili. Inguardabilissimo, senza una vera trama, con scene che vorrebbero essere erotiche ma fanno ridere per la goffaggine con cui sono interpretate; persino il finale lascia allibiti per la sua insensatezza. Affascinanti gli esterni, ma sono davvero l'unica cosa bella del film. Da evitare come la peste!
MEMORABILE: Le frasi di Furio: tutte volgarissime ed insensate.
Se Bigas Luna voleva farsi ridere dietro... c'è riuscito. Un film fetentissimo, trash che mescola erotismo (blando) e violenza (insensata quanto ridicola). Penosa la Marini che più che una bambola ricorda un cicciobello, ancora peggio l'attore che interpreta "la belva", semplicemente patetico Dionisi. Uno dei film più brutti mai visti, che ha come punto debole gli attori scadenti ma sopratutto la sceneggiatura.
Ragazzona del basso Polesine intreccia relazione torbida con detenuto. Messa così, sembra un Bolognini, roba da neorealismo socialista o un melò con Nazzaro e la Sanson. Invece Bigas Luna mette su un circo pseudoerotico, con ricerca ossessiva di immagini cult (anguille e mortadelle, per dire) che solo lui ha in mente. La Marini è uno zero assoluto. Impossibile vederlo tutto a velocità normale. Il FFWD è obbligatorio, come il doppio axel nel "completo" di pattinaggio. Stracult.
Siamo a dei livelli di cinema così bassi che il film bisognava trasmetterlo in un sottomarino. La cosa che proprio non si riesce a capire è l'utilizzo della Marini che Luna, con poco rispetto nei confronti di chi guarda, opera. Il nostro "grande regista" è l'antitesi di Joe D' Amato nella scelta delle inquadrature, nell'estetica dell'immaginario (si fa per dire) erotico. Il grande rimprovero che si deve fare è che ha reso la Marini un vero cesso, annullando quella carica di sensualità che pure le è riconosciuta da molti.
La Marini burrosa come mai è perfetta per questo ruolo. Il regista, con qualche esagerazione (vedi la famigerata sequenza delle anguille poi ripresa in Help me eros) realizza un lungometraggio a torto spesso bistrattato, ma godibile nella sua interezza. Due storie raccontate parallelamente, quella di Bambola e quella del fratello gay in un film che può contare anche su una grande interpretazione di Anita Ekberg.
Bigas Luna è un regista che cerca sempre il colpo ad effetto e cerca nel torbido qualche via d'uscita. In questo film "recita" addirittura la Marini che tra ammiccamenti, anguille e starnazzamenti rende il film ridicolo. Nonostante le ambientazioni discrete e un Dionisi non malaccio, la pellicola scivola nel banale, probabilmente con un'altra interprete femminile il risultato sarebbe potuto essere diverso.
Imbarazzante. Vorrei salvare l'ambientazione, ma una recitazione scandalosa (e la Marini non è la peggiore) affossa il tutto irremidiabilmente. Sceneggiatura tremendamente forzata (con il fratello gay di lei che la implora di farsi violentare per salvare l'amato in carcere e poi le chiede "che ti è successo?") e scene di un trash assoluto. La Ekberg in quello stato ce la potevano risparmiare.
MEMORABILE: I mutandoni infra-gluteo della Marini. Anni 90 extralarge...
Un dichiarato manifesto di misoginia filmica, con tutti gli stereotipi del caso: un universo femminile rappresentato nientemeno che da Valeria Marini (ci sarebbe pure un'Anita Ekberg che si destreggia tra carni e carabine, ma sorvoliamo) genuflesso di fronte al maschio violento ed erotomane, meglio se pelato e galeotto. Moralismi a parte, oltre a una manciata di siparietti erotici e violenti rimangono solo noia, squallore, dialoghi atroci e un prefinale con inseguimento alla Michael Myers. Definirlo vaccata è un oltraggio al mondo bovino.
Un trash-movie davvero epocale regalatoci da Bigas Luna che, in trasferta italica, prende la burrosa Marini (non propriamente fresca d’accademia di recitazione) e la trasforma in pizzaiola del Polesine con fratello gay e fidanzato ex galeotto aggressivo e assetato di possedere a posteriori la nostra Valeria in ogni dove (d'altro canto quel suo "il tuo culo mi fa impazzire", detto più volte nel film, non lascia dubbi). Un film sporco, marcio, che - non so - forse aveva dell'ambizioso, ma in noi ha generato gran risate!
Una vera esperienza: la Marini ci crede, ma non basta a togliere a questo film l'aura di stracult davvero comico, con il galeotto erotomane perennemente in accappatoio e il fratello gay infoiato che vorrebbe subire pure lui i patimenti erotici della protagonista! Mi chiedo quali fossero gli intendimenti del regista, dal momento che la Valeriona nazionale ha sì il corpo giusto, ma è tutto il resto che è sbagliato intorno a lei, come i peperoni in terra dopo la violenza con l'anguilla. Trash casereccio.
MEMORABILE: La scena con l'anguilla, niente di che: è molto peggio la foto sulla megamortadella.
Di scarsa qualità ma un minimo godibile. I dialoghi sono imbarazzanti, la recitazione approssimativa nessuno escluso e anche per il doppiaggio si è andato al risparmio. E' la componente trash a dargli qualcosa, ben esplicata dall'intersecarsi delle storie tra i quattro improbabili protagonisti. La Marini si libra veloce tra i campi e istituzionalizza il rodeo con la mortadella. E soprattutto lotta per tutto il film con due aspetti: primo migliorare la dizione, secondo riuscire ad avere un rapporto sessuale senza prenderlo nel didietro.
Luna deve essere impazzito per aver accettato di dirigere questo pasticciaccio, sorta di veicolo per la Marini verso il cinema d'autore... Niente di più sbagliato: si punta in alto ma si sbaglia tutto. La Marini frana sotto il peso del suo ruolo e Luna sembra incapace di distillare anche solo una goccia d'erotismo. I personaggi sprofondano nel caricaturale così come le situazioni in cui sono invischiati, tanto da lasciare straniti per il nonsense della sceneggiatura con il comico involontario che trasuda da ogni fotogramma. Ciofeca, ma contemporaneamente un capolavoro!
MEMORABILE: La morte sugli scivoli d'acqua; La fuga in Apecar; Il personaggio di Dionisio...
Probabilmente quando Bigas Luna ha concepito questo film era in crisi esistenziale, altrimenti non si capisce un prodotto così insignificante e addirittura spesso innervosente. Tutta la sceneggiature sembra appiccicata senza nessun filo conduttore. La Marini denota i suoi noti limiti interpretativi e il resto del cast non rende molto di più. Non licet.
Massimo rispetto per il compianto regista catalano, che mi ha regalato film e momenti indimenticabili, ma questo Bambola è davvero tremendo. Non c'è nulla dell'erotismo tipico di Bigas Luna e Valeria Marini sembra più a suo agio con i capitoni che con gli uomini. Un passo falso incomprensibile, una vera e propria "macchia sulla carriera", anche se a Bigas Luna perdono tutto. La sceneggiatura completa l'obbrobrio. Zero in tutto.
Raccapricciante coacervo di dialoghi inverosimili, recitazioni pedestri e sequenze che vorrebbero evocare erotismo ma risultano tragicamente comiche. Si potrebbe pensare che la palma della peggiore in scena vada a Valeria Marini ma così non è: Dionisi nei panni del fratello omosessuale riesce a essere più imbarazzante. Mentre uno si chiede cosa ci faccia Anita Ekberg in un film simile, Bigas Luna (che qualcosa di buono l'ha pur fatto, ma col prosciutto e non con la mortadella) al suo minimo storico.
I credits farebbero pensare a un tentativo favolistico-simbolico ma di semi-felliniano resta solo la cornice delle valli di Comacchio e la Ekberg folle ancora sconquassata e lobotomizzata da Suor omicidi di Berruti del 1979. Non si comprende l'orientamento direzionale che passa dalla commedia amaro-grottesca alla banalizzata simbologia dell'evirazione (la macellazione degli agnelli e l'anguilla), portando quasi sempre a reazioni di ilarità e a una sensazione generale di pressapochismo.
MEMORABILE: L'osceno pelo ascellare della Marini; Il cucciolo di capra onnipresente in molte sequenze.
Galeotto violento si innamora di una pizzaiola nel parlatorio del carcere. Trama risibile per una storia d'amore/odio che se all'inizio guarda al versante familiare, poi finisce le idee e sbraca tra revolverate assortite, inseguimenti a piedi e rese dei conti (impunite a quanto sembra). Se l'accento è sull'eros, non viene percepito. Anche il cercare lo scandalo anguillare risulta forzato. La Marini si mette a disposizione ma l'unico che è un minimo credibile è il protagonista (seppur ripetitivo); Dionisi è sprecato come la Ekberg che, a sua volta, impallina tutto ciò che si muove.
MEMORABILE: Le foto portate in carcere; Gli spari ai clienti della trattoria; L'Ape che si ribalta.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Secondo me questo è un film che bene evidenzia il declino artistico e creativo di Bigas Luna... se solo lo metton a paragone con "Bilbao", ad esempio...
In questi giorni ne succedono di tutti i colori! Se ne va un maestro che ha avuto sempre qualcosa di originale da dire. Dispiace molto.
DiscussioneBuiomega71 • 6/04/13 14:35 Pianificazione e progetti - 24775 interventi
Altro grande mito che ci lascia. Ho sempre preferito il suo cinema a quello di Almodovar, dagli inizi bunueliani/ferreriani ai tocchi personali para-felliniani dei suoi piccoli capolavori degli anni 90.
Pur se malato da tempo, non aveva mai rinunciato a portare avanti il suo cinema (anche se ultimamente un pò spento)
DiscussioneRuber • 7/04/13 17:17 Contratto a progetto - 9197 interventi
La Marini non ha mai perdonato Bigas per il montaggio del film e per il non aver eliminato scene ad alto tasso erotico che Bigas aveva promesso alla Valeria nazionale di togliere dal montaggio finale o di moficarle.
In particolare alla Marini non e mai piaciuta la famosa scena della mortadella, scena direi abbastanza deprimente non tanto per la Marini che forse in tv ha combinato di peggio ma per il film ins estesso che contenva una serie di mediocrità da far ridere.