Note: In Italia è conosciuto anche come "Il texano" o "I tre padrini" o "I 3 padrini" o "I tre furfanti". Remake di “Marked Men” diretto dallo stesso Ford nel 1919 (andato perduto).
John Ford riprende una vecchia storia del West, già narrata nell'epoca del muto. Sovraccaricato di toni melodrammatici ed evidenti tematiche religiose, il film ha il merito di essere comunque conciso e trascinante, di possedere lo slancio epico (ed etico) tipico di Ford, in continua altalena tra brio e gravità, sostenuto da una pastosa fotografia e da musiche funzionali al progetto. Bel gruppo di interpreti affiatati e in forma. Non un caposaldo del genere, ma godibile.
Vicenda dall'edificante morale, vista con l'ottica western da uno dei padri nobili del genere, Non certo il film migliore di John Ford, che aveva già diretto la stessa storia nel 1919. Troppo zucchero e poca epica in questa storia dei tre uomini di frontiera che si prendono cura di un neonato. Il film (come spesso accade in Ford) ha tuttavia il dono di alternare bene tensione e umorismo e quello della suggestiva fotografia paesaggistica.
Tre somari e tre briganti, li avrebbe chiamati Modugno, ma poi quel che inizia come una commedia western si trasforma in favola morale, con tre ladroni buoni (i Magi?) che nella notte di Natale diventano padrini di un neonato orfano, sacrificando sé stessi per la sua vita. Buonismo evangelico a palate, ma ben piantato su una sintassi cinematografica salda e sempre efficace del grande Ford, che da questa storia aveva già fatto un film 30 anni prima: levità e umorismo ben miscelati con senso dell’avventura e potenti visioni del West. Edificante.
Un John Ford riconoscibilissimo nella prima parte del film e ancor di più in un finale che riscatta una fase centrale con diversi momenti troppo forzati; fase centrale difficile da gestire e da accettare solo per il suo significato legato alla religione Cristiano-Cattolica e alla redenzione degli uomini portata da un indifeso bambino, nato nei giorni del Natale in un posto estremamente ostile, salvato da uomini che a loro volta dovevano essere salvati). Presenti tutti gli attori preferiti dal regista.
Western anomalo, con una morale cattolica, forse non del tutto riuscito ma talmente strambo e unico nel suo genere da risultare comunque meritevole di una visione. Inizio convenzionale, poi il film ingrana con la fuga dei tre rapinatori negli incredibili scenari del deserto del Mojave, infine l'inaspettata svolta morale-religiosa, con John Wayne, Pedro Armendáriz e Harry Carey Jr. che si trasformano allegoricamente nei tre Re Magi dopo aver salvato un neonato.
MEMORABILE: La fuga dei tre rapinatori nel deserto del Mojave; Il tormentone "Robert William Pedro".
Mentre stanno fuggendo attraverso il deserto dopo aver messo a segno una rapina, tre banditi si imbattono in una donna morente che affida loro il neonato appena partorito... Questa parabola edificante che incrocia i Re magi con il buon ladrone era stata già trasposta sullo schermo per tre volte. Ford, dopo averne diretto una versione nell'epoca del muto, con questa quarta poco aggiunge alle precedenti, a parte il lustro divistico di Wayne e l'esuberanza rustica di Armendáriz. Film minore ma amabile, permeato di spirito natalizio anche se ambientato sotto il sole rovente.
Sorta di pseudofavola western con tanto di percorso di redenzione innescato da una nascita. Wayne sembra a suo agio anche nell'inedito ruolo di chioccia; e i suoi compari di rapine, invece di abbandonarlo o peggio (come accadrebbe nella vita reale), gli danno persino una mano. La parte in cui fuggono nel deserto, con sceriffo alle calcagna e problemi di acqua, è la migliore, mentre il resto, seppur supportato da alcuni simpatici botta e risposta scaturiti dalla singolare situazione, scivola un po' troppo nel dolciastro, con punte di melassa. Nel complesso, comunque, non è male.
MEMORABILE: Benvenuti in Arizona... ex Tarantula; "Perla dolce"; Wayne unge il pupo.
Western edificante, che rinuncia ai classici topoi del genere per proporci una storia diversa, con una bella morale finale e che fa del riscatto la sua arma principale. John Ford sa benissimo come mischiare i generi all'interno di quello a lui più caro, e così la sceneggiatura alterna sapientemente momenti ironici, alcuni commoventi e altri quasi da survival movie. Wayne e i suoi due compari sono perfettamente in parte, calzando bene i panni di uomini rudi chiamati a far qualcosa delle loro vite perdute. Notevole.
Di certo non il lavoro più rappresentativo del binomio Ford/Wayne. Il film vive di alti e bassi in quanto la panoramica western rimane forse fin troppo secondaria rispetto alla parabola dell'avvento, in alcuni casi fin troppo retorica e melensa, soprattutto per un regista come Ford, soprattutto nei momenti più "biblici" del viaggio dei protagonisti. Reggono l'intero impianto alcuni momenti ben fatti e le solite, magnifiche location, che forse solo Ford ha saputo usare come vero e proprio personaggio dei suoi film.
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