Il tempo dei lupi - Film (2003)

Il tempo dei lupi
Locandina Il tempo dei lupi - Film (2003)
Media utenti
Titolo originale: Le temps du loup
Anno: 2003
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Il tempo dei lupi

Note: Aka "Wolfzeit"

Dove guardare Il tempo dei lupi in streaming

Lo trovi su

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Tutti i commenti e le recensioni di Il tempo dei lupi

TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/11/07 DAL BENEMERITO SCHRAMM
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5


  Clicca qui per capire meglio a cosa corrispondono i nostri voti
  Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Schramm 22/11/07 16:19 - 4093 commenti

I gusti di Schramm

Haneke persiste nel coltivare -e nell'esacerbare- tentazioni escatologiche che qui traduce in un indisponente apologo dolente e apocalittico, forzatamente sospeso, imbonito con fare sempre più messianico, sputasentenze, presuntuoso e pedantemente moralista (e non più, ahinoi, morale), al punto che qui pare credersi la reincarnazione di Bresson. Qualcuno gli faccia notare la debita differenza, prima che rimbecillisca e imploda del tutto.

Cotola 8/09/08 12:57 - 9670 commenti

I gusti di Cotola

Dopo un inizio shock alla Funny Games, il film prosegue svelando (anche se solo fino ad un certo punto) i suoi intenti e tratteggiando una storia di cui è protagonista un'umanità, colpita e prostrata da un qualche catastrofico evento (che non si saprà mai qual è), che vive grandi difficoltà nate dalla privazione e dalla necessità di dover ricominciare. A tratti un po' troppo criptico ed ostico ma in ogni caso interessante. Merita una visione e forse anche di essere rivisto per capirlo meglio. Assolutamente splendida la fotografia.

Saintgifts 1/11/09 23:39 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Due momenti di alta poesia: Eva che scrive al padre morto e il finale con il fratellino che decide di bruciare se stesso dopo essersi denudato (come al mondo è venuto, così se ne vuole andare). Per il resto un esercizio tecnico ben riuscito ma che non dice niente di nuovo; forse Haneke ci ha voluto solo ricordare tutto quello che abbiamo e cosa potrebbe succedere se improvvisamente ci venisse a mancare, tanto per far smettere le nostre quotidiane lamentele. Tutto inutile, l'uomo è quello che è e guarda sempre avanti e le esperienze non servono.

Brainiac 3/11/09 17:48 - 1083 commenti

I gusti di Brainiac

Ah, che bello. Adoro i film che partono coi personaggi già un bel po' addentrati nell'apocalisse. Che si tratti di catastrofisti o di un'opera con velleità artistiche come il palmares di Haneke suggerrirebbe, per me, non fa differenza. Che figata i film in cui non ci si capisce nulla: ma che è successo?!? Ecco, "Il tempo dei lupi" inizia così, alla grande, rimandando ai racconti claustrofobici di Buzzati. Ma scavallato l'incipit, purtroppo, più nulla. E non ha senso dare l'in bocca ai lupi se dei canidi carnivori, poi, non v'è impronta alcuna.

Giuliam 16/12/09 10:34 - 178 commenti

I gusti di Giuliam

Ermetica e complessa questa pellicola; non posso sostenere di averla capita, ma non ho il coraggio di affermare che è brutta, anzi l’ho trovata alquanto equilibrata. È una storia complicata da seguire perché la storia stessa non aiuta a far capire: contorni surreali, dialoghi insignificanti, tutti ingredienti che rendono questo un film di una incomprensibilità assoluta.

Enzus79 16/12/09 10:15 - 3433 commenti

I gusti di Enzus79

Film a dir poco originale. Una famiglia a cui è stato ucciso un suo componente dovrà sopravvivere alla fame e vedersela con altri dispersi che incontrerà in una stazione sperduta fra i boschi. È il risultato di una catastrofe? Michael Haneke è fuor di dubbio un regista di alta qualità e lo si vede dai film fatti, in cui gli interrogativi sono molti (non è un difetto). Non fa eccezione "Il tempo dei lupi", dove seppur l'evolversi della storia sia lento, si ha la sensazione di assistere ad un capolavoro incompreso.

Rickblaine 16/12/09 17:26 - 634 commenti

I gusti di Rickblaine

Il tutto inizia con un uomo ucciso a sangue freddo davanti alla propria moglie. Haneke dimostra di essere forte dietro la macchina e, attraverso sequenze apparentemente insignificanti, offre invece importanti messaggi per la soluzione di un enigma contorto che è la base dell'intera opera. La visione del mondo cambia da un momento all'altro e quando ci si confronta con altri... Tanti sono i protagonisti e tanti i punti interrogativi. La pecca di Haneke è non concedere mai un finale chiaro.

Galbo 25/03/10 15:07 - 12722 commenti

I gusti di Galbo

Appartiene al filone post-apocalittico questo film di Michael Haneke ma il regista non fornisce spiegazioni di sorta sulla premessa della vicenda e precipita di botto lo spettatore nell'alienante mondo dei personaggi con una prima parte davvero ottima. La tensione si stempera successivamente ma il film rimane comunque interessante anche se non adatto ad ogni tipo di pubblico.

Pigro 24/03/10 09:00 - 10236 commenti

I gusti di Pigro

Una catastrofe (energetica? sociale? alimentare? politica?) ha fatto regredire la Francia (il mondo?) scatenando la conflittualità. Troppo allegorico per riuscire a colpire davvero; troppi temi attuali gonfiati nel facile simbolismo; troppe emozioni basate su inverosimiglianze (la famigliola cittadina fa una scampagnata senza sapere che c'è l'apocalisse?); troppo teatro del'assurdo nei dialoghi sull'attesa; e troppi interrogativi senza risposta. Stavolta Haneke, pur rigoroso tecnicamente, pecca di presunzione ideologico-estetica e fallisce.

Buiomega71 15/10/12 00:35 - 3164 commenti

I gusti di Buiomega71

L'apocalisse secondo Haneke. Un po' di Sopravvissuti, qualcosa dell'olocausto della seconda guerra mondiale, carestia, fame e baratti in un mondo divenuto spettrale, angoscioso e gelido. Haneke, come solito, non dà spiegazioni, tutto filtra da gesti ora quotidiani ora crudeli (l'abbattimento e lo sgozzamento dei cavalli), in una comunità che echeggia sempre più un campo di concentramento. Astruso e ermetico, freddo ma coinvolgente e comunque penetrante. Bellissimo il finale col bambino che si vuol buttare nel fuoco. Sconsigliato ai pessimisti e ai depressi.
MEMORABILE: L'omicidio a freddo all'inizo col sangue in faccia alla Huppert; L'abbattimento dei cavalli; Il bambino con il sangue che le cola dal naso; Il finale.

POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...

Spazio vuotoLocandina DantonSpazio vuotoLocandina Taverna ParadisoSpazio vuotoLocandina La fonte meravigliosaSpazio vuotoLocandina Blood diamond - Diamanti di sangue
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Cotola • 18/02/10 23:43
    Consigliere avanzato - 3929 interventi
    Buona notizia per gli amici torinesi:

    il film verrà proiettato in lingua con sottotitoli in italiano sabato 20 febbraio alle ore 18,10 presso la sala 3 del cinema Massimo
  • Discussione Cotola • 18/02/10 23:43
    Consigliere avanzato - 3929 interventi
    Piccolo errore nel nome del regista: Michael.
    Altrimenti non compare assieme agli altri film
    di questo cineasta.
  • Discussione Zender • 19/02/10 07:36
    Capo scrivano - 49335 interventi
    Giusto. Corretto, grazie Cotola.
  • Discussione Buiomega71 • 15/10/12 10:32
    Consigliere - 27522 interventi
    All'inizio sembra di vedere Funny Games, con famigliola che arriva in auto nella sua casetta di campagna e la trova (malauguratamente) occupata...

    Poi uno sparo di fucile, il sangue che schizza in faccia alla Huppert, che poi sbocca...

    Inizio di gran cinema quello hanekiano, che già ti proietta in una dimensione di ferocia e violenza...

    Quello che succede dopo ha il sapore romeriano delle città che verranno distrutte all'alba, e strade, campi, cascinali immersi nel gelo assoluto, in una coltre di nebbia perenne di un angoscia che mozza il fiato. E se il giorno regala paesaggi spettrali che sembrano usciti da un Tarkovskij o da un Angelopoulos, la notte e buia pesta, illuminata da fiochi fuocherelli di paglia.

    La Fin Absolue du Monde secondo l'autore de La pianista e Il nastro bianco, un "post-atomico" raggelante e spietato, dove i lupi del titolo siamo noi stessi, regrediti allo stato tribale di ferinità .

    Haneke, studia da entomologo, distrugge le certezze dell'umanità (benessere, comfort), e le toglie i beni primari (luce, acqua, cibo), in un odissea tra le più terrifiche che il genere ricordi.

    Terrifica perchè realistica, cruda e senza speranza.

    Non c'è l'eroe guida o un ipotetica terra promessa (forse un treno che non arriverà mai), ma un gruppo di persone che baratta (i soldi,sembra, non abbiano più valore) spara ai cavalli a freddo e poi li sgozza, perchè bevono troppa acqua, madri che si prostituiscono per una tanica d'acqua, stupri silenti, suicidi che hanno il sapore della santità (la vestizione della ragazza morta), casolari in fiamme, anziani che si urinano nei pantaloni, carcasse di animali dati alle fiamme in piazze herzoghiane, bambini che perdono copiosamente sangue da naso, e poi il bellissimo finale (di una carica visionaria assai rara), del piccolo Ben, che una volta denudatosi, si vuol gettare tra le fiamme di un fuoco accesso sui binari.

    I sopravvissuti, l'apocalisse romeriana (mancano solo gli zombi), tracce di carestia della seconda guerra mondiale e infino l'olocausto (la comune sembra più un campo di concentramento, il treno in corsa rincorso dalla Huppert e figli-sequenza tra l'altro angosciante non poco-) e tra greggi sterminati, feroci cani randagi-solo nominati- e armate a cavallo come nel ferrariano Il seme dell'uomo, il the day after hanekiano lascia il segno e fà riflettere (soprattutto ora, in tempi di crisi mondiale).

    Sicuramente lento, astruso, ermetico, immerso nella glaciale e spettrale fotografia di Jurgen Jursen, privo di commento musicale e di una spietatezza che toglie il fiato.

    L'Huppert in bicicletta, con i figli, tra strade e campi immersi nella nebbia lascia un segno indellebile, così come la chiusa finale (che non ho capito se è una fioca luce di speranza che Haneke vuole dare allo spettatore)

    Sicuramente non per tutti i gusti (qualcuno può trovarlo mortalmente noioso, se non ben predisposto per certo tipo di narrazione), ma forse-per quel che mi riguarda-una delle apocalissi cinematografiche più realistiche, angosciose e allucinanti che abbia mai visto sullo schermo.

    Sconsigliato vivamente ai pessimisti e a chi soffre di depressione.
    Ultima modifica: 16/09/13 19:42 da Buiomega71