Buiomega71 • 15/10/12 10:32
Consigliere - 27363 interventiAll'inizio sembra di vedere
Funny Games, con famigliola che arriva in auto nella sua casetta di campagna e la trova (malauguratamente) occupata...
Poi uno sparo di fucile, il sangue che schizza in faccia alla Huppert, che poi sbocca...
Inizio di gran cinema quello hanekiano, che già ti proietta in una dimensione di ferocia e violenza...
Quello che succede dopo ha il sapore romeriano delle città che verranno distrutte all'alba, e strade, campi, cascinali immersi nel gelo assoluto, in una coltre di nebbia perenne di un angoscia che mozza il fiato. E se il giorno regala paesaggi spettrali che sembrano usciti da un Tarkovskij o da un Angelopoulos, la notte e buia pesta, illuminata da fiochi fuocherelli di paglia.
La Fin Absolue du Monde secondo l'autore de
La pianista e
Il nastro bianco, un "post-atomico" raggelante e spietato, dove i lupi del titolo siamo noi stessi, regrediti allo stato tribale di ferinità .
Haneke, studia da entomologo, distrugge le certezze dell'umanità (benessere, comfort), e le toglie i beni primari (luce, acqua, cibo), in un odissea tra le più terrifiche che il genere ricordi.
Terrifica perchè realistica, cruda e senza speranza.
Non c'è l'eroe guida o un ipotetica terra promessa (forse un treno che non arriverà mai), ma un gruppo di persone che baratta (i soldi,sembra, non abbiano più valore) spara ai cavalli a freddo e poi li sgozza, perchè bevono troppa acqua, madri che si prostituiscono per una tanica d'acqua, stupri silenti, suicidi che hanno il sapore della santità (la vestizione della ragazza morta), casolari in fiamme, anziani che si urinano nei pantaloni, carcasse di animali dati alle fiamme in piazze herzoghiane, bambini che perdono copiosamente sangue da naso, e poi il bellissimo finale (di una carica visionaria assai rara), del piccolo Ben, che una volta denudatosi, si vuol gettare tra le fiamme di un fuoco accesso sui binari.
I sopravvissuti, l'apocalisse romeriana (mancano solo gli zombi), tracce di carestia della seconda guerra mondiale e infino l'olocausto (la comune sembra più un campo di concentramento, il treno in corsa rincorso dalla Huppert e figli-sequenza tra l'altro angosciante non poco-) e tra greggi sterminati, feroci cani randagi-solo nominati- e armate a cavallo come nel ferrariano
Il seme dell'uomo, il
the day after hanekiano lascia il segno e fà riflettere (soprattutto ora, in tempi di crisi mondiale).
Sicuramente lento, astruso, ermetico, immerso nella glaciale e spettrale fotografia di Jurgen Jursen, privo di commento musicale e di una spietatezza che toglie il fiato.
L'Huppert in bicicletta, con i figli, tra strade e campi immersi nella nebbia lascia un segno indellebile, così come la chiusa finale (che non ho capito se è una fioca luce di speranza che Haneke vuole dare allo spettatore)
Sicuramente non per tutti i gusti (qualcuno può trovarlo mortalmente noioso, se non ben predisposto per certo tipo di narrazione), ma forse-per quel che mi riguarda-una delle apocalissi cinematografiche più realistiche, angosciose e allucinanti che abbia mai visto sullo schermo.
Sconsigliato vivamente ai pessimisti e a chi soffre di depressione.
Cotola, Enzus79, Rickblaine, Buiomega71
Saintgifts, Galbo
Brainiac, Giuliam, Pigro
Schramm