Accompagnato da immeritata fama di western iperviolento, IL TEMPO DEGLI AVVOLTOI è sicuramente il più celebre e considerato dei tre western girati da Nando Cicero, futura "star" del cinema sexy di fine Settanta/inizio Ottanta. In realtà poco c'è di memorabile, in questa canonica storia di frontiera con George Hilton a dividersi il set con Frank Wolff. Il primo è un semplice vaquero donnaiolo cacciato dalla tenuta di Don Jaime (Fajardo), il secondo il solito super criminale dal grillello facile e ricercatissimo: gira trascinandosi dietro un carro completo di bara (versione "comoda" del Django...Leggi tutto corbucciano) ed è frequente preda di attacchi epilettici ("Tu sei marcio dentro, gli dirà Kitosch/Hilton dopo averlo soccorso e non dimostrando particolare comprensione per la grave malattia). La strana coppia, incontratasi casualmente nelle prigioni dello sceriffo, girerà il west dapprima alla ricerca di un ex amico traditore di Tracy da torturare e accoppare, poi seguendo logiche diverse tulte da scoprire. Di violenza grafica (nonostante le storico divieto ai minori di 18 anni) ce n'è ben poca, il sadismo resta soprattutto suggerito (la donna arsa viva, l’uomo dalla mano inchiodata, la marchiatura a fuoco) e va detto che anche a livello erotico ben poco si vede. Restano giusto l'apprezzabile disegno di due personaggi non troppo consueti per essere protagonisti (soprattutto Hilton), un finale prosaico e una regia svelta. Pestaggi e sparatorie d'ordinanza.
Trucissimo western di Cicero, che si sbizzarrisce in sadismo e violenza. C'è Hilton donnaiolo e un po' fesso (che nei primi dieci minuti raccatta sei frustate, una marchiatura a fuoco e un pestaggio), ma a rubare la scena è un Frank Wolff pazzo ed epilettico, vestito come Mortimer di Per qualche dollaro in più (e doppiato anche lui da Cigoli). A rovinare un po' il film l'onnipresente e orrida musica di Umiliani, decisamente poco a suo agio col western. Bizzarro.
Wetsern ciceroniano in parte ispirato al sottogenere dei “cattivi maestri”: l’ottimo Wolff è un bandito sadico, isterico ed epilettico, machiavellico come il Talby del coetaneo I giorni dell’ira (il doppiatore è lo stesso, Emilio Cigoli), nerovestito e munito di micropistola come Sartana; sotto la sua protezione c’è Hilton, playboy incallito e in cerca di vendetta. Mano calcata su cruda violenza e grazie muliebri (Tudor, Benussi)e qualche ingenuità di sceneggiatura (tipo l’ostaggio rilasciato senza prima aver controllato la borsa col riscatto).
100% sublime, un film bellissimo in tutto e per tutto, da inserire in un eventuale top ten, con grandi interpretazioni. Cicero mette molta carne sul fuoco e non annoia mai, non ci sono buchi evidenti nella sceneggiatura e molto buone sono le musiche. Interessante notare la forte somiglianza con I giorni dell'ira, entrambi usciti nel 1967: Wolff assomiglia molto a Cliff anche se il primo è molto più sadico e Hilton ricorda molto Gemma. Azzeccatissimo anche il cast femminile.
Incredibile film di Cicero. Il futuro specialista della commedia sexy firma un western che è un vero pugno allo stomaco. La complicità criminale tra il dongiovanni maldestro Hilton e il pazzo scatenato nonché incendiario e epilettico Wolff è raccontata in modo abile, coerente e compatto e mantiene sempre alta la tensione e l’interesse ma la cifra stilistica è fuori misura, troppo violenta e efferata. Analizzare i rapporti umani in chiave del sadismo patologico non convince e ammassare decine di morti ammazzati é crudeltà gratuita. Film cupo, nero.
Più spinto verso un linguaggio crudo e scriteriato (per l'epoca, in più condito da una bestemmia) che non verso la violenza grafica (all'acqua di rose, in realtà). Il western ciceriano è stralunato e quasi surreale: girato male, recitato peggio, con sparatorie noiose e bambinesche e malamente rattoppato. Però ha dalla sua buoni dialoghi, un Wolff psicopatico, epilettico e di sospetta omosessualità, nonché un non banale tratteggio sui personaggi. Strampalato e fuori dagli schemi (come l'antieroe di Hilton). Straordinaria la melodia messicana sui titoli di coda.
MEMORABILE: Le crisi epilettiche di Wolff; Wolff che mette la faccia della Benussi dentro un piatto di fagioli; Wolff inchioda Big John alla porta; Hilton marchiato.
Cicero spreca una grande occasione; il film, infatti, è piuttosto riuscito grazie a un finale davvero bello e originale, ma la sceneggiatura, nella parte centrale, presenta numerose falle. La metamorfosi del rapporto che lega i due protagonisti, interpretati ottimamente sia da Hilton che da Wolff, non è ben curata; perciò si arriva a un bellissimo finale, che però non ha alle spalle una base solida. Bella la fotografia, buone le musiche (anche se, a tratti, troppo americaneggianti).
Per chi, come me, ritiene Cicero un piccolo maestro della farsaccia impudente e anarchica, vederlo all'opera con speroni e pistole rischia d'esser un pugno nell'occhio. Eppure, aiutato anche dall'incipit da pochade (l'impenitente Hilton punito e "esiliato") e sprazzi di pura callipigia assicurati dalla Tudor e da Femi, il film ha una sua indubbia tenuta. A latitare e batter la fiacca sono proprio i momenti di "genere" (azione e sparatorie), mentre l'interazione tra i due protagonisti rivela un ambigua complessità di scrittura. Memorabile il "nero" di Frank Wolff.
MEMORABILE: La sequenza che culmina nell'incendio della casa dellla cieca.
Fa ridere pensare che il film all'epoca fu vietato ai minori di 18 anni per le scene di violenza. Certamente non è tra gli spaghetti western meno violenti, ma rivisto oggi la cosa sarebbe inspiegabile! Comunque sia Nando Cicero è riuscito a realizzare un buon prodotto; buone le scene d'azione e grande interpretazione del povero Frank Wolff (doppiato da Emilio Cigoli).
Una trama troppo approssimativa e poco credibile, con buchi narrativi qua e là. Una colonna sonora "dimenticabile". Peccato perché il personaggio di Frank Wolff (il nero) non è affatto male, col suo sadismo e le sue crisi di epilessia, ma è stato inserito all'interno di un plot che non gli rende giustizia. Incredibile pensare che quando uscì fu vietato ai minori di 18 anni!
MEMORABILE: Hilton marchiato a fuoco sulle natiche. Le crisi di Wolff. Wolff che inchioda la mano del suo prigioniero. La faccia della Benussi dentro al piatto.
Un western più misogino del solito: c'è chi le donne le colleziona, non importa se in un letto o in un fienile, e chi le giustizia quasi come fatto personale (anche se in un caso ben specifico tale azione crea ossigeno puro allo spettatore!). Per il resto solite scazzottate, svariate torture quasi al limite del pulp, discreti anche se un po' buffi i barattoli esplosivi, mentre fanno sganasciare le considerazioni su una sindrome oggi ben studiata e a quei tempi considerata come farina del diavolo. Il più in vena è Wolff, mentre la Benussi fa l'ennesimo ruolo sfortunato. Non male.
MEMORABILE: "Per cercare il porco dobbiamo trovare la scrofa"; L'efficacia della Derringer; "Io non lascio mai testimoni inutili"; Il piatto di fagioli.
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Nella sua scheda del film sul tomo Stracult, Marco Giusti scrive: Un killer chiamato Tracy il Nero, interpretato da Frank Wolff, che torture le donne e soffre di crisi epilettichese gliele tolgono
In realtà non e proprio così, nessuno le toglie le donne (anche perchè Tracy si comporta pure glacialmente con la Benussi, non guardandola nemmeno in faccia quando lei si "propone"), e le crisi epilettiche le vengono nei momenti più impensabili (come nella lotta corpo a corpo con Hilton)
Discreto il dvd della Surf (l'audio, all'inizio e pieno di fruscii, e si alterna basso/alto)
Formato: 16/9 1.77:1
Audio: Italiano
Extra: Menù delle scene
Video piuttosto limpido, anche se il dvd (ma credo sia un difetto solo nella mia copia ) si blocca per pochi secondi in parecchie scene durante la prima parte.
Il dvd KOCH MEDIA sembra usare lo stesso master del SURF.
Ratio: 16/9 - 1.85:1
Audio: Italiano, Inglese, Tedesco
Sottotitoli: Tedesco
Durata: 1:31:33 (sulla cover sono riportati 94min.)
Extra: Featurette by FREAK-O-RAMA (intervista a George Hilton e intervento di Fabio Melelli)