Il siculo - Film (1974)

Girato, completato ma mai uscito in sala per problemi produttivi, passò direttamente sul circuito delle private del sud. Scritto ed interpretato da Tony (Domenico) Raccosta, è un buon road movie con un gruppo di criminali in viaggio dalla Svizzera alla Sicilia per portare un carico di droga. Se non fosse per qualche grossa ingenuità nel montaggio, specialmente nelle poche scene d'azione, sarebbe quasi un bel film: ma in realtà anche così a me è piaciuto.

Da Milano a Palermo passando per la Svizzera; cinque personaggi adottano dei nomignoli come a significare che la mafia e il crimine, da nord a sud dell'Italia come nel resto del Mondo, non hanno identità, si camuffano facilmente e, anche per questo, colpiscono irrazionalmente come in una esecuzione di questo film. Esasperante la musica di Franco Chiaravalle (compositore delle colonne sonore dei film di Nino D'Angelo) durante i titoli di testa. Sgangherato il montaggio alternato verso il finale.

Da sottolineare: la presenza di Riki Maiocchi, membro della prima formazione dei Camaleonti, nel ruolo di un guidatore alcoolizzato e maniaco; la dicitura finale "continua", spudoratamente copiata da Il boss e la scena del linciaggio che è l'unica che si salva. Per il resto non c'è da considerarlo brutto, no... fa semplicemente voltar lo stomaco. D'accordo che sia uno dei tanti misteri cinematografici finalmente svelato, ma non è per questo che mi senta autorizzato ad alzare la votazione.

Film che un tempo "ambivo" a vedere per la sua rarità, appena recuperato solo al sentire la ridicola musichetta nei titoli di testa già capivo a cosa andavo incontro. Tony Raccosta, buon caratterista presente in diversi film di valore (Milano odia, Rolf) qui dà il peggio di sè come attore principale, incommentabile il resto del cast. Film scadente, mediocre, girato forse con 20 lire.

Un film molto molto interessante ma, anche questo, sfortunato. Peccato non sia mai uscito. Un road-movie girato tutto ad alta tensione, dalla Svizzera a Palermo, un viaggio dove non ci sono né amici e nemmeno fratelli... qui ognuno pensa per se col sangue agli occhi. Ben interpretato e ben diretto. La trama è interessante, sia chiaro, e il cast è veramente curioso, sopratutto la partecipazione di Riky Maiocchi (storico collaboratore di Lucio Battisti) nei panni di uno dei malviventi. Sceneggiatura bellissima e semplice. Da riscoprire.

Con un budget meno ristretto e una maggiore competenza nella sintassi cinematografica specie per quanto concerne montaggio, azione e controllo dei tempi morti, c’erano tutte le premesse per un buon “noir on the road”: trama accattivante - curiose le analogie con il coevo Cani arrabbiati -, ritmo sostenuto, tensioni in crescendo, un carismatico primattore (il granitico antieroe Tony Raccosta) e qualche suggestiva sequenza, quale l’inseguimento a perdifiato ripreso con macchina a mano tra le viuzze di un borgo deserto. Pazzamente eclettica la colonna sonora di Franco Chiaravalle.

Poverissimo mafia-road-movie, road in senso strettissimo ché la mdp è piazzata quasi sempre sul cruscotto e lì rimane per interi quarti d’ora; ma quello che colpisce è l’estrema sciatteria della confezione, che sconfina spesso nel comico. Alla fine restano mille interrogativi: chi gliel’ha fatto fare? Una volta finito, nessuno ha pensato a controllare il risultato? Un’esperienza unica, peggio dell’Isola dei famosi.

L'idea del road movie (la consegna di un carico di droga) poteva originare qualcosa di interessante e avvincente, ma per creare un certo interesse è necessario lavorare sui dialoghi e sulla costruzione dei rapporti dei personaggi. Il risultato è però catastrofico. La storia è prevedibile e le caratterizzazioni oltremodo banali (il braccio, la mente, la donna...). Tecnicamente pedestre, con un montaggio sconclusionato ed eterni paesaggi ripresi dalla macchina che servono a rimpinguare un girato comunque breve.